Blocchi militari sulle autostrade fra Berlino e la Germania Ovest di Tito Sansa

Blocchi militari sulle autostrade fra Berlino e la Germania Ovest Improvvisa tensione fra i due Stati tedeschi Blocchi militari sulle autostrade fra Berlino e la Germania Ovest (Dal nostro corrispondente) Bonn, 26 gennaio. La Germania comunista ha bloccato oggi (era più di un anno che non accadeva) le autostrade che collegano Berlino con la Germania federale. Armati di maschinenpistole, soldati dell'armata popolare e agenti di polizìa hanno fermato gli automezzi in transito e — contrariamente agli accordi quadripartiti per Berlino — hanno fatto scendere i passeggeri e rovistato nei bagagliai e nelle valigie. Alcuni automobilisti arrivati con ritardi di diverse ore hanno lamentato «angherie a ripetizione», qualcuno è stato fermato fino a cinque volte, molti si sono lagnati di essere stati multati ingiustamente per eccesso di velocità e per avere percorso sulle autostrade la corsia riservata al sorpasso. Contro i controlli ha protestato energicamente il borgomastro di Berlino Klaus Schuetz, appellandosi agli alleati occidentali (Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia) mentre il governo di Bonn — più prudente — ha chiesto al governo di Berlino Est se le notizie dei blocchi corrispondono al vero e— in caso affermativo — che cosa abbia motivato le misure odierne. L'opposizione democristiana, dal canto suo, ha rispolverato le dimenticate accuse contro il governo della Germania comunista, il quale «viola apertamente gli accordi per Berli- no con l'obiettivo di tornare a una situazione simile a quella precedente gli accordi stessi». Da Berlino Est non è venuta alcuna replica o spiegazione, i posti di blocco sono rimasti in funzione. Da Bonn si è mosso anche — inaspettatamente — il cancelliere Willy Brandt, che nel primo pomeriggio è partito per Berlino. Ufficialmente è stato detto che si è recato in visita privata, ma poi si è saputo che domattina incontrerà il borgomastro Schuetz. Per cui è fuori dubbio che il capo del governo di Bonn esaminerà in loco la nuova situazione. Ad essa — non è un segreto — ha contribuito egli stesso due giorni fa con il suo discorso sullo «stato della nazione» (comprendendovi anche la Germania comunista) nel quale ha attaccato in maniera insolitamente dura i governanti di Berlino Est, rimproverando loro di non volere la collaborazione e di mettere in pericolo la distensione internazionale. Al discorso ha replicato — in un crescendo che oggi è culminato nei blocchi stradali — il primo segretario del partito comunista della «Ddr» Erich Honecker, seguito dal quotidiano del partito Neues Deutschland. E da Mosca ha fatto eco l'agenzia Tass la quale ha accusato Brandt di violare gli accordi quadripartiti per Berlino. Pomo della nuova discordia berlinese è la decisione di Bonn di aprire nella ex capitale un ufficio federale per la difesa dell'ambiente, alle dirette dipendenze del ministero dell'Interno di Bonn. Mosca e Berlino Est non hanno obiettato contro l'apertura dell'ufficio, ma contro la sua qualifica di ufficio «federale». E hanno chiesto che l'aggettivo, «inammissibile a Berlino occidentale, che non fa parte della Repubblica federale», venisse cancellato. Ma il governo di Brandt ha tenuto duro. Ad attenti osservatori diplomatici a Bonn i motivi della polemica e dei nuovi blocchi sembrano più profondi che non la denominazione di un ente ecologico. Dando per scontato che l'ordine di protestare e di bloccare è venuto — come sempre — da Mosca, si cercano nell'Unione Sovietica le ragioni di irritazione. E non è difficile trovarle: per una settimana il vice primo ministro Novikov è stato nella Germania federale per concludere un accordo di collaborazione economica e per ottenere crediti privilegiati. Non ha ottenuto né l'uno né gli altri. Stamane, cioè prima dei blocchi, la Frankfurter Allgemeìne scriveva: «O il governo tedesco soddisfa i desideri economici sovietici, che sono sempre stati chiave di volta della politica di avvicinamento, e allora splenderà a tratti il sole, si sentirà parlare poco di Honecker. Oppure Bonn si mostra "pignola" come in questo momento, e allora arrivano nubi oscure, e Honecker riscoprirà la vecchia inimicizia del governo federale». Il quotidiano di Francoforte azzarda una previsione: che le operazioni di pressione (su Berlino) avranno successo e che costeranno molto denaro al contribuente tedesco. Cioè che — per ristabilire la normalità e non mandare all'aria l'edificio della Ostpolitik — Bonn si piegherà alle richieste dell'Unione Sovietica. Tito Sansa

Persone citate: Brandt, Erich Honecker, Honecker, Klaus Schuetz, Novikov, Willy Brandt