Sono passati 10 giorni dal rapimento e i banditi non si sono più fatti vivi di Francesco Fornari

Sono passati 10 giorni dal rapimento e i banditi non si sono più fatti vivi Sono passati 10 giorni dal rapimento e i banditi non si sono più fatti vivi Angosciosa attesa a Ponte San Pietro dei genitori dello studente rapito (Dal nostro inviato speciale) Bergamo, 25 gennaio. Decimo giorno del rapimento dello studente Pierangelo Bolis a Ponte San Pietro: ancora nessuna notizia sulla sorte del giovane, nessun contatto stabilito fra i rapitori e la famiglia. Mai come in questo caso, la tattica del silenzio è stata tanto esasperata dai banditi. Si ha l'impressione che siano intervenuti fatti nuovi a complicare le cose: è probabile che i rapitori non si siano ancora fatti vivi perché spaventati dai clamori suscitati dalle rivelazioni dei giorni scorsi sul rapimento di Mirko Panattoni, dall'imprevista svolta assunta dalle indagini che ha riportato d'attualità la storia di quel sequestro, facendo addirittura sospettare che entrambi siano opera della medesima organizzazione. Le storie di questi due rapimenti, almeno in questa fase, continuano ad intrecciarsi: anche se non si tratta della stessa banda, è evidente che le indagini dei cahabinieri, le perquisizioni, gli interrogatori delle persone sospettate di avere avuto una parte nel sequestro di Mirko, finiscano con l'innervosire i banditi che tengono in ostaggio Pierangelo, i quali aspettano che la buriana si plachi prima di farsi avanti con le loro richieste. Questa è l'opinione degli investigatori, impotenti ad agire per l'assoluta mancanza di indizi e per non pregiudicare la sorte del ragazzo. Gli uomini della Criminalpol giunti da Milano, i funzionari della questura di Bergamo, i carabinieri e la Guardia di Finanza, costretti a un normale lavoro di routine, assistono impotenti al passare dei giorni senza poter fare nulla. I genitori di Pierangelo li hanno scongiurati perché le indagini venissero sospese: è in gioco la vita di un ragazzo di diciassette anni, ogni azione, ogni mossa che potrebbe mettere in pericolo la sua incolumità, deve essere necessariamente bloccata. A casa Bolis la veglia continua ininterrotta da dieci giorni. Genitori e familiari non parlano con nessuno, i loro avvocati non rilasciano dichiarazioni. Rispettando scrupolosamente gli ordini impartiti dai baditi nell'unica telefonata, non hanno mai ricevuto i giornalisti salvo che per richiedere di non parlare più dell'accaduto. Una richiesta che è stata in seguito superata dall'incalzare degli avvenimenti che hanno rimesso in discussione il caso Panattoni, per cui ora è inevitabile che, cercando notizie sul rapimento, si finisca col discutere anche dell'altro. Né gli organi di polizia né la magistratura hanno ricevuto finora una denuncia sulla «scomparsa» di Pierangelo Bolis. L'inchiesta ha preso l'avvio d'ufficio, sollecitata dal magistrato sulla scorta delle voci che si erano diffuse a Ponte San Pietro prima, a Bergamo poche ore dopo, lo stesso giorno in cui Pierangelo è stato rapito. A complicare ulteriormente le cose è stata la notizia delle perquisizioni fatte mercoledì mattina dai carabinieri in una villa di Sesto San Giovanni, dove si sospettava che fosse stato tenuto prigioniero il piccolo Mirko Panattoni. Era sembrato addirittura che in quella villa potesse essere rinchiuso anche Pierangelo Bolis, sequestrato dagli stessi banditi. Meno di quarantotto ore fa era parso che i carabinieri fossero sicuri di risolvere almeno uno dei due rapimenti che in meno di un anno hanno gettato Bergamo nella costernazione e nella paura. Non è stato cosi: le informazioni si sono rivelate infondate. In tal modo il risultato della vicenda avrà, forse, in futuro, ripercussioni negative sulle trattative tra i rapitori di Pierangelo e i suoi familiari. Se non altro sembra destinato a ritardarne gli inizi. Cosi, a dieci giorni dal sequestro del giovane Pierangelo, ci troviamo ancora al punto di partenza. Esattamente come, più di otto mesi dal rapimento di Mirko Panattoni, nessun passo è stato fatto verso la soluzione di quella vicenda Francesco Fornari

Persone citate: Bolis, Mirko Panattoni, Panattoni, Pierangelo Bolis

Luoghi citati: Bergamo, Milano, Ponte San Pietro, Sesto San Giovanni