Un agguerrito clan di contrabbandieri controllerebbe ''«anonima sequestri »
Un agguerrito clan di contrabbandieri controllerebbe ''«anonima sequestri » Un'organizzazione che dispone di uomini e denaro Un agguerrito clan di contrabbandieri controllerebbe ''«anonima sequestri » Continuano a mancare notizie di Pierangelo Bolis, rapito nove giorni or sono - Sembra ormai certo che i banditi, dopo la telefonata iniziale, non abbiano più preso contatto con la famiglia (Dal nostro inviato speciale) Bergamo, 24 gennaio. Continuano a mancare notizie di Pierangelo Bolis, sequestrato nove giorni or sono in una fredda mattina nebbiosa: soltanto un'unica telefonata, circa cinque ore dopo il fatto, per avvertire i genitori che il ragazzo «sta bene, è con noi, incominciate a preparare il denaro ». Da quel momento più nessuno si è fatto vivo. Appare ormai certo, nonostante tutte le ipotesi e le voci contrarie raccolte durante questi giorni, che i rapitori non hanno più telefonato alla famiglia, che non è stato fatto alcun tentativo per stabilire dei contatti. I banditi anche in questo caso hanno adottato la feroce arma del silenzio: un sistema tristemente collaudato in altre occasioni per fiaccare la resistenza dei familiari e costringerli, quando riterranno opportuno, ad accettare tutte le condizioni che vorranno imporre per la liberazione dello studente. Secondo gli inquirenti, costretti ad un'immobilità quasi totale per l'assoluta mancanza di indizi e per non pregiudicare la sorte dell'ostaggio, esistono probabilità che il rapimento di Pierangelo Bolis e quello, avvenuto nel maggio scorso, di Mirko Panattoni, siano opera di un'unica organizzazione. I due casi presentano identità tali da far ritenere che siano stati architettati dal medesimo «cervello», anche se l'esecuzione materia- le è stata messa in atto da persone diverse. Si torna a parlare, dunque, di una fantomatica organizzazione criminale, un'anonima sequestri che agisce nell'Italia settentrionale. Il fatto che alle indagini collabori la Guardia di Finanza e che nei giorni scorsi siano stati fatti molti controlli in zone note per il contrabbando, riporta d'attualità il sospetto che all'origine di questi sequestri vi sia un'agguerrita banda di contrabbandieri. Una simile organizzazione, infatti, può disporre di nascondigli, di uomini, di denaro, di mezzi. E' un discorso che è già stato fatto in passato, ogni volta che ci si è trovati di fronte a fatti analoghi: in questa occasione, però, sembra che gli inquirenti, oltre che di ipotesi, siano in possesso di fatti più concreti. E' opinione diffusa fra polizia e carabinieri che Pierangelo Bolis sia tenuto prigioniero in una località abbastanza vicina. Nel Comasco o nella zona di Sondrio, dove si dice agiscano molti contrabbandieri, i controlli sono stati accentuati. Si seguono anche altre piste perché, si dice in questura, «il campo delle pos: sibilità si allarga smisuratamente in questo tipo di reato ». I quattrini fanno gola a tutti, sinora i rapimenti si sono dimostrati i delitti più redditizi e meno pericolosi. Non per nulla è il crimine più vile: i banditi si fanno scudo della vita di un ragazzo per garantirsi ogni sicurezza e agire senza correre nessun rischio. Anche in questo caso, purtroppo, non si può far altro che aspettare. I genitori di Pierangelo da nove giorni attendono notizie del figlio: la loro resistenza è ormai logorata dall'ansia, dalla paura. Stamane il capo della Criminalpol, dottor Li Donni, è tornato a Roma. Polizia e carabinieri si tengono lontani dalla villa dei Bolis a Ponte S. Pietro. La prossima mossa spetta ai rapitori. Francesco Fornari viaggio per l'Italia e che domani stesso si presenterebbero ai magistrati. Si da poi per certo un colloquio con mister Chesa, l'uomo di fiducia del vecchio Getty. Sebbene si sia protratto per ben cinque ore, l'interrogatorio di Giuseppe La Manna non ha dato i risultati sperati: il trafficante di droga ha spiegato che i 25 milioni del riscatto, trovati nel suo appartamento, gli sono stati consegnati da alcuni elementi della malavita romana dei quali non ricorda i nomi. «Mi hanno minacciato — ha detto piangendo — ed ho dovuto accettare il denaro per cambiarlo con quattrini puliti. Ho tentato ma non mi è riuscito: sono soldi che scottano e non è semplice piazzarli».
Persone citate: Bolis, Francesco Fornari, Getty, Giuseppe La Manna, Mirko Panattoni, Pierangelo Bolis
Luoghi citati: Bergamo, Italia, Ponte S. Pietro, Roma, Sondrio
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