Il perché d'una rubrica di Omero Marraccini Piero Cerati

Il perché d'una rubrica CACCIA e PESCA Il perché d'una rubrica Alcuni lettori ci hanno scritto per protestare contro questa rubrica, » Incomprensibile In tempi di disastro ecologico galoppante'. L'accusa, che ci rivolgono, è di « complicità con I distruttori della vita animale selvatica », cioè con I cacciatori. Faremmo un torto al lettori più attenti spendendo troppe parole per dimostrare quanto sia ingiusto un giudizio del genere. Della caccia, oggi, parlano un po' tutti, a torto o a ragione. Il tema interessa strati sempre più larghi dell'opinione pubblica: dai fautori ai detrattori. La nostra rubrica si propone di fotografare il fenomeno, che è di non lieve importanza in Italia (e nel mondo). D'altra parte non si può Ignorare che la caccia, nel nostro Paese, Interessa quasi due milioni di persone e che questo sport significa il pane per decine di migliaia di addetti al settore produttivo e' commerciale. Che poi nell'attività venatoria vi siano storture ed episodi non edificanti (che non manchiamo mai di sottolineare), non può essere attribuito come una colpa a chi si limita a registrarli: si deve andare alla radice del problema e chiedersi, casomai, perché In 30 anni non si è riusciti a dare alla caccia una legge rispondente al tempi che corrono e perché Iniziative parlamentari di Indubbio contenuto protezionistico, come il disegno di legge del senatore Spagnolli, caldeggiato dalla ■ Lega nazionale contro la distruzione degli uccelli », siano rimaste lettera morta. Ed è anche giusto ricordare che non tutti I cacciatori sono quegli ■ sterminatori » che si vorrebbe. Questi ultimi, anzi, sono una minoranza; per i più, la caccia è una delle poche occasioni offerte per evadere dalle costrizioni della vita di ogni giorno. Gli aspetti deteriori del fenomeno riguardano una minoranza, che gli stessi cacciatori cercano di isolare. Ma la realtà è quella che è: forse che un giornale dovrebbe non registrare il fattaccio di cronaca, Il delitto, Il suicidio, e le molte brutture di questo mondo soltanto perché non sono • edificanti »? Proprio denunciando gli abusi e sostenendo chi si batte contro di essi si può evitare che questa attività antica come l'uomo venga snaturata e si trasformi in un crudele eccidio. Morte per cianuro Interi stormi di passeri, avvelenati da esalazioni di cianuro, sono caduti dal cielo nel pressi della zona mineraria dì Docena, In Inghilterra. L'episodio ricorda che anche da noi, molto spesso, grosse quantità di volatili sono uccisi da esalazioni industriali, da corsi d'acqua avvelenati, da campi dove l'erba è cresciuta con un alto grado tossico, conseguente all'Inquinamento. Gravi colpe, nella distruzione della selvaggina, hanno anche alcuni prodotti usati come fertilizzanti od antiparassitari In agricoltura. Non è a caso Infatti che molte zone, soprattutto coltivate a vite ed olivo, all'Indomani di una irrorazione anticrittogamica si spopolano completamente di uccelli. Le povere bestiole non sono fuggite per altri lidi: spesso è sufficiente una ricognizione per ritrovarli tutti lì, morti stecchiti. Oasi a Parma L'oasi di rifugio per la selvaggina nel monte Prlnzera, nei comuni di Fornovo e di Terenzo (Parma) è stata aperta e sostituita da altro territorio più vasto In località Belvedere, a Nord della statale della Cisa. SI vuole, con questa Iniziativa, tentare II potenziamento dell'esiguo patrimonio di pernici rosse che vivono nell'Appennino parmense. Flobert proibita Scrive il signor Marino Scotto, di Genova: ■ E' consentito portare fuori dall'abitazione ed esercitarsi al tiro con una carabina "Flobert", calibro 9? In questi giorni ho notato un gruppo di ragazzi alla periferia della città che sparavano contro alcuni bersagli. E' necessario II porto d'arma? ». La carabina «Flobert», calibro 9, è un'arma come tutte le altre, anche se, non si sa per quale ragione, è generalmente considerata »da ragazzi». L'arma pertanto deve essere denunciata alla questura e per l'uso, in luogo aperto, è indispensabile II porto d'arma. Nel Lago Maggiore We//e acque del Lago Maggiore (soggette alla convenzione Italosvizzera) è vietato, sino al 28 febbraio, pescare la bondella ed Il salmerlno. Il divieto di pesca della trota resterà In vigore sino al 15 maggio. Nei corsi d'acqua ' convenzionati » (Giona, Deverla, Breggia, Poschlavlno, Maggia, Spoll, Melezza) il divieto della trota scadrà il 1° marzo. Il temolo è vietato dal 1° gennaio al 1° giugno. Nel fiume Tresa. eccezionalmente, la pesca della trota è libera dal 1" gennaio. E' sempre vietato affondare a più di tre metri la • pantera d'agone » da mm. 22 X 32. Questi I divieti primaverili nelle acque del lago: luccio dal 15 marzo al 5 aprile; luccioperca dal 1° aprile al 31 maggio: gambero dal 1° aprile al 30 giugno; pesce persico e persico-trota dal 10 aprile al 31 maggio; alborella dal 15 maggio al 5 giugno; carpa e tinca dal 1° al 30 giugno; agone dal 29 giugno al 15 luglio. La bedlna per agone resta vietata durante II divieto del persico ad eccezione della zona della 'plana del Toce » (ove è consentita). Il divieto di posa della » panfera » da mm. 22 x32 è totale dal 15 aprile al 15 giugno. Resta proibito l'uso del • bertovello » durante II divieto del luccio, persico, tinca e carpa. . Durante II divieto di pesca dell'alborella è permessa la pesca con canna ad un solo amo, e dalla riva. Durante I vari divieti (eccettuati I primi tre giorni) è fatto divieto assoluto di vendita, donazione, spedizione, smercio In pubblico esercizio delle specie vietate. OMERO MARRACCINI PIERO CERATI

Persone citate: Giona, Maggia, Marino Scotto, Spagnolli, Toce, Tresa

Luoghi citati: Genova, Inghilterra, Italia, Parma, Terenzo