Una donna di lusso

Una donna di lusso Le sfilate dell'Alta Moda a Roma Una donna di lusso Abiti sontuosi e palazzo-pigiama da mille e una notte per l'estate (Nostro servizio particolare) Roma, 24 gennaio. Che cos'è la moda?, si chiede André Laug. Una donna. Per chi cambia la moda? Per una donna. E la immagina somigliante a Diana Ross nel film La signora canta i blues, sulla trentina, con il suo potere di donna intatto, sguardo bruciante, avvolta di non colore, con un unico stile in ogni gradazione dell'avorio, grano, albicocca pallida ed una sola tinta choc, il viola: ma poi la veste rimanendo fedele, in pieno clima di fluidità, soprattutto a se stesso. André Laug ha intenerito le tinte, abbinando avena e bianco per le giacche smilze e i pantaloni classici, posando su gonne diritte, o appena svasate, casacche chiuse sul dorso o giacche a uomo su gonne a ruota ferma per il gioco di splendidi tessuti. Alcuni a rilievo imitano la grana della maglia; le sete delle camicette con le sprone esigue, le maniche ampie e la sciarpetta frangiata, impiegano zone jacquard lucido-opaco a sottolineare il taglio e la georgette, a disegni del più puro pointillismo, rinnova in pieghe a ventaglio gli chemisier sotto i mantelli. Anche Mila Schoen verticalizza la sua donna della primaveraestate, sebbene la sua silhouette appaia più quadrata per l'importanza impressa alle spalle, specie negli spolverini di colori ideali come il lilla, il limone, il giallo girasole, il celeste lago. C'è molta freschezza nei tailleur formati da abiti sottili, lo scollo a pullover o invece accollatissimi, con manichette corte e da uno scorciatissimo spencer; il colore d'acido verde trova nel bianco ghiaccio dei foulard portati alla boy-scout un accento accurato e insieme spontaneo. La grazia dei modelli di Mila Schoen è fatta di particolari e d'un antologico recupero di moduli entrati ormai nella storia della moda: si va dai colli a berta degli Anni Venti alla manica ad aletta e a sbuffo, del 1940; esili fili di colore in verticale striano abiti che piacerebbero a Cardin, E' un'idea che ha sorriso anche alla Biki, questa della sposina agreste, a chiusura di una sfilata controcorrente in cui i completi pantaloni sono molti in alternativa con i tailleur in tessuto knickef-bocker azzurro o avana e un folklore discreto vivacizza gli abiti da cocktail o da mare, lasciati in città gli appena fluidi chemisier, ricoperti da corte giacchine o velati da mantellette dello stesso tessuto. La giacca sulla gonna o sull'abito in seta, ricorre ormai da molte stagioni, ma anche in una collezione come quella di Tiziani, definita papillon, aperta quindi allo sbieco, alla gonna voluminosa e fluttuante, crea effetti di semplice bellezza. Il modello tipico da giorno di Tiziani è la gonna bianca a pieghe irregolari di seta stampata a farfalle, la casacchina a canottiera rosa pallida, lunga e con le brevi maniche montanti dalle spalline, lavorata minutamente all'uncinetto e la giacca in panno del medesimo rosa, rifinita al crochet. C'è insomma un coté fanciullesco nella moda di primavera ad arginare, nello stesso senso della costruzione rigorosa, l'impulso incontrollato alla fluidità, spesso non esattamente espressa. Con Sarli, che ha sfilato stamane, l'omaggio alla signora, convinta della grazia del proprio sesso, è deciso: quieti, impeccabili tailleur e sette ottavi, tunichette e mantelli, accampano un'eleganza voluta con intensità. Sarli copre appena il ginocchio con le gonnelle, svasate e con le pieghe distribuite solo sul davanti e nel dietro, con quelle ammorbidite da piegoni a falda: e la scioltezza, fatta di misura, è avvalorata dalle giacche di varia lunghezza, dallo spencer al sette ottavi, agili, diritte, non chiuse da bottoni e viceversa sfondate e incrociate, sfuggendo verso l'alto in un motivo che si ritrova nei gilè. I colori dei doublé, dei lini candiscono un risultato di piena maestria sartoriale: zolfo e tabacco, biscotto e ruggine, avana e miele si alternano, puri e accordati, nei tailleur e nelle casacchine che nascondono, solcate da cinture a sbarrette di plastica brillante. Ma è il blu notte in sete di astrale fantasia, dischi volanti, nebulose, cosmiche esplosioni in arancio, giallo, ruggine, il colore dominante per glj chemisier a pieghe, modulati nel busto e con le maniche corte: li completano le giacche del mattino a contrasto di tinta, anche nella versione lunga della sera. Quando è al palazzo-pigiama da mille ed una notte, più che alle ieratiche gonne a pieghe bianche e gialle col bolero candido in pizzo traforato, che si raccomanda l'immagine notturna della sontuosa donna di Fausto Sarli. Lucia Sollazzo Roma. Un modello da sera Balestra (Foto Team)

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