Non è più necessario aprire collette per operare al cuore la povera gente di Franco Giliberto

Non è più necessario aprire collette per operare al cuore la povera gente Denuncia di "Specchio dei tempi,, chiarisce una situazione Non è più necessario aprire collette per operare al cuore la povera gente Risolto il caso della donna calabrese ricoverata a Chivasso, sarà operata gratis a Villa Pia - Ma non è vero che chi non ha i milioni per una clinica privata è destinato a non ricevere assistenza: nei centri italiani di cardiochirurgia convenzionati con le mutue il malato ha diritto a tutte le garanzie senza pagare una lira E' risolto il caso, prospettato a « Specchio dei tempi», della donna calabrese gravemente malata di cuore e senza i soldi necessari a pagarsi degenza e intervento chirurgico in una clinica privata. Rosina Gentile, 36 anni, sarà operata gratis dal prof. Actis Dato e dalla sua équipe, che si sono offerti di aiutarla; i responsabili della Fondazione Pia Lobetti Bodoni hanno a loro volta generosamente deciso di ospitare la malata nella clinica « Villa Pia », dove sarà compiuto l'intervento. Spese di degenza, medicinali, protesi cardiache saranno a carico della Fondazione. La felice soluzione del caso era scontata. Ma non era questo lo scopo principale della nostra « denuncia sulle carenze dell'assistenza sanitaria ». L'episodio di Rosina Gentile deve servire da spunto per un discorso chiaro, da fare una volta per tutte, sulle traversie dei cardiopatici che in Italia hanno bisogno di un intervento d'alta specializzazione chirurgica. Non ò vero che chi non ha i o 5 milioni da sborsare a una clinica privata è destinato a non ricevere la dovuta assistenza; non è necessario che si continuino a far collette e sottoscrizioni per sofferenti di cuore, quando esistono numerosi centri di cardiochirurgia convenzionati con tutti gli enti mutualistici, dove l'ammalato da operare non spende quattrini ed è affidato alle cure dei migliori specialisti. Vediamo il caso di Rosina Gentile. E' approdata all'ospedale di Chivasso su consiglio di un medico di Napoli. Assistita dalla Cassa mutua Coldirettl, senza pagare una lira avrebbe potuto essere ricoverata nei centri di cardiochirurgia di Roma, Napoli, Bari, Ancona, Padova, Milano e Torino, per non cibare che 1 maggiori. Soffre di stenoinsufflcienza aortica e di insufficienza mitralica fibrillante, malformazioni che richiedono l'applicazione di protesi valvolari con una operazione a « cuore aperto » (e la macchina cuore-polmone che sostituisca, per tutta la durata dell'intervento, la funzione circolatoria). Nella diagnosi che la riguarda, il rischio dell'intervento è definito con un aggettivo: discreto. Si tratta cioè di una malata in condizioni piuttosto preoccupanti, per la quale non si può garantire, in assoluto, U successo a priori dell'operazione. Nell'ospedale zonale di Chivasso, un intervento del tipo descritto è impensabile. La macchina cuore-polmone c'è (donata da Specchio dei tempi) ma non c'è possibilità di assistenza post-operatoria. Mancano personale specializzato e adeguate attrezzature. Ecco come è nato « il caso ». Ecco perché Rosina Gentile ha dichiarato fra le lacrime a un cronista: « Se non trovo i tre milioni per farmi ricoverare in una clinica privata, sarò destinata a morire ». La realtà è diversa. Il « rischio discreto » che questa malata dovrà correre per guarire, sarebbe stato eguale — per non far che qualche esempio — a Roma nella clinica del prof. Chldichimo, o ad Ancona nel Centro del prof. Palmlniello, o a Milano nel Centro del prof. Pellegrini o nella nostra città, al Centro Blalock delle Molinello, del prof. Morino. Con la non piccola differenza che in questi, e in tutti gli altri istituti di cardiochirurgia d'Italia convenzionati con i vari enti mutualistici, gli assistiti non pagano un soldo. A questo punto si apre 11 discorso della scarsezza d'Informazione e delle difficoltà che «un povero diavolo » spesso incontra nell'approccio con l'ente mutualistico, quando per sua sventura è costretto a chiedere assistenza per una grave malattia cardiaca. Le liste d'attesa dei pazienti che si rivolgono ai centri di cardiochirurgia convenzionati con gli enti previdenziali sono in molti casi assai lunghe. Lo scorso anno In una inchiesta sulla cardiochirurgia in Italia, abbiamo sottolineato queste e nu- merose altre carenze. Il sistema assistenziale non è del migliori, il programma di potenziamento dei centri di alta specializzazione chirurgica deve essere affrontato con urgenza e decisione. Ma non siamo tuttavia alla situazione disastrosa, al rifiuto di cure a malati gravissimi. bdinrdpt Le liste d'attesa per pazienti bisognosi di interventi chirurgici d'alta specialità esistono non solo in Italia, ma negli Stati Uniti e nei più qualificati ospedali d'Europa, come nelle cliniche private di buona fama. Però quando un paziente è in condizioni veramente gravi, ogni centro di cardio¬ cbgtRpva chirurgia italiano ha la disponibilità di alcuni posti letto d'emergenza e delle prenotazioni non tiene più conto. Questo poteva essere il caso di Rosina Gentile, se avesse seguito per il ricovero l'iter più logico: visita In uno degli ambulatori annessi a uno del centri conven¬ zionati con la sua mutua, per una diagnosi che avrebbe richiesto 11 ricovero immediato o l'Inserimento in una lista d'attesa. La vicenda della malata di Catanzaro richiede altre considerazioni. Ritorneremo sull'argomento. Franco Giliberto caso di Rosina Gentile è risolto; ma quanti malati ignorano che possono ottenere l'intervento con la mutua?