Mirò e "Re Ubu,, gioco e leggenda

Mirò e "Re Ubu,, gioco e leggenda LE MOSTRE d'ARTE di Marziano Bernardi Mirò e "Re Ubu,, gioco e leggenda Le ultime opere di Sergio Bonfantini alla "Narciso" - La Schieroni alla Triade Moltissimi anni fa dalla gioconda bohème del Circolo degli artisti di Torino nacque una creatura strana battezzata Bogo ed anche Gran Boga. Era in origine un pupazzo di gomma scovato da Carlo Pittara nel Mercato delle Pulci di Parigi, rna presto divenne una specie di mito, un Lare protettore di tutti i festosi spettacoli organizzati dal Circolo in un tempo che conosceva ancora la douceur de vivre; s'ebbe persino l'Ordine del Bogo, di cui gran maestro era il pittore Rodolfo Morgari; e Leonardo Bistolfl scrisse che « l'anima vitale del Bogo era fatta del cuore e del cervello degli artisti ». Qualcosa di simile, però in un più complicato clima di allusività psichiche, avvenne in Francia, in un liceo di Rennes, negli Anni Ottanta del secolo scorso, intorno alla grottesca figura d'un povero diavolo, il professore di fisica Hébert, malvisto dagli allievi e gratificato di vari soprannomi, Eb, Ebe, Ebon, Ebance, Ebouille, ma tosto trasformato in Ubu dallo studente Alfred Jarry, letterato in erba, che lo fece protagonista delle sue burlesche commedie. Successivamente il Pére Ubu, simbolo di « tout le gròtesque qui est au monde », attraverso continue modificazioni, aggiunte e rimanipolazioni di testi teatrali affidati alle marionette, diventò Ubu Roi, Ubu Cocu, Ubu enchainé, Ubu sur la Butte, fu spunto per gli Almanache du pére Ubu, penetrò nel mondo dei poeti e degli artisti del Surrealismo. Chi voglia conoscere le trasfigurazioni di questo bizzarro personaggio legga il libro Tout Ubu nell'edizione Fasquelle del 1968. Può darsi che lo diverta. Ma forse rimarrà sorpreso che Pére Ubu, non eccezionale invenzione letteraria, anche dopo la morte di Alfred Jarry, a soli 34 anni nel 1907, abbia continuato a interessare pittori famosi come Rouault e Mirò. Il primo, com'è noto, illustrò con 22 acqueforti e 104 silografie Les Réincarnations du Pére Ubu di Ambroise Vollard, uscite nel 1932, e Pierre Courthion parla nel suo libro su Georges Rouault (Milano, Il Saggiatore, 1964) di una « ossessione » che per quattordici anni il Pére Ubu esercitò sul pittore. Francamente non ce la spieghiamo in un artista di così alta severità morale. La satira politica e sociale del Jarry è di trama grossa, da teatro di marionette, manca dell'ironia elegante d'uno Swift. Il Rouault, seguendo la sua indole, drammatizzò in immagini, eccessivamente, il nucleo comico ed un poco crudele di ciò che, in fondo, era stato alle sue origini una farsa ideata da una scolaresca. Il primo incontro di Mirò con Ubu avvenne, salvo errore, nel 1937, con disegni che illustravano un'edizione àeWUbu enchainé. I 28 fogli a matite colorate, con tocchi di pastello, acquerello, inchiostro di china ora esposti a « La Bussola », via Po 9, sono invece del 1953 ed appartengono ad una serie inedita sul tema di Ubu Roi come le 12 litografie a colori della stessa data. Sono segni volanti, graziosi, che mettono allegria con il loro umorismo infantile; fresche, spiritose, buffe invenzioni grafiche con le quali l'acclamato maestro si toglie — poiché in nulla la sua arte è mutata dal 1953 — almeno settanta dei suoi ottantanni d'oggi: un gesto che possono permettersi senza sospetto di rimbambimento soltanto i celebri artisti; cioè disegnare e dipingere al modo dei bambini. Che poi ia corona di cartone del Re Ubu costi 7 od 8 milioni ed anche di più è un particolare che riguarda i collezionisti. ★ * La prima impressione destata dai 46 dipinti esposti da Sergio Bonfantini alla « Narciso » di piazza Carlo Felice 18 (la sua quinta mostra importante a Torino dal 1937, che comprende 44 anni di lavoro dal '29 al '73) è l'estrema serietà dell'impegno pittorico che contrassegna l'intera opera — qui limpidamente riassunta — dell'antico allievo di Felice Casorati, anche lui novarese come il maestro. La seconda è il senso di continuità concettuale ed espressiva che ne emana. Due posizioni di un artista di fronte all'arte fattesi oggi rarissime. Perciò Marco Rosei, docente nell'Università di Milano, può autorevolmente parlare sul catalogo, di « una fedeltà densa, sema cedimenti all'estrinseco » e di una « compatta coerenza» stilistica; dal canto suo, con pari autorità, Albino Galvano può sottolineare come questa coerenza « non si identifichi con l'uniformità »: né dei motivi — pur sempre scelti in una gamma figurale di grande sobrietà —, né della visione formale e coloristica; e basti osservare l'evoluzione del colore, fattosi d'una luminosa freschezza nei quadri più recenti. Vista come proposta tematica, è una pittura che volontariamente, quasi per imposizione di regola morale, si mantiene in un ambiente r semplicità, anzi, di rusticità provinciale e casareccia, accogliendone, ma senza il minimo cedimento retorico, i riflessi tradizionali; e che, per contrasto, s'inserisce nel vivo delle moderne ricerche linguistiche. Ne sorge un delicato equilibrio tra i valori del passato ed i valori dell'attualità: anch'esso oggidì assai raro. Su questa via Sergio Bonfantini ha fatto coincidere la sensibilità umana con la sensibilità artistica, evitando contemporaneamente la fossilizzazione nel « già fatto » e le spericolate avventure del « diverso » ad ogni costo. Il suo percorso pittorico è la dimostrazione di come con parole nuove si possa continuare un discorso antico. * ★ In occasione della mostra di Mimi Schieroni alla « Triade » di via Cavour 19, Renzo Guasco ha pubblicato una monografia in cui esamina i vari momenti creativi di questa intelligente ed irrequieta pittrice torinese a partire dal suo rifiuto del « figurativo » anteriore al 1949. Le opere che l'artista espone vanno infatti dal 1950 circa ad oggi, e sono indicative d'un gusto che, educatosi nel raggio d'influenze che più o meno corrispondono ai nomi di Casorati, Spazzapan, Mastroianni, Moreni, Scroppo, Fontana, l'ha gradatamente portata all'esaltazione della materia cromatica considerata come espressione artistica in sé compiuta ed eloquente. mar. ber. TEATRI E RITROVI ALFIERI: stasera ore 21 Garlnel c Giovannini presentano: « Niente sesso starno Inglesi », con I. Dorelll, P. Panelli, B. Valori, A. Citelli, G. Bonagura. Prenot. botteghino teatro, tel. 535.440. CARIGNANO: questa sera ore 21 Macario In « Pautasso Antonio esperto In matrimonio », grande successo comico. Bigi via Roma 49, tel. 544.562. Ultime 5 repliche.

Luoghi citati: Carignano, Francia, Milano, Parigi, Torino