Roma-meglio e Anno Santo di Vittorio Gorresio

Roma-meglio e Anno Santo TACCUINO Roma-meglio e Anno Santo Compatibilmente con i tempi, questo Anno Santo non va male. Indicendolo per la durata di un biennio Paolo VI lo aveva definito un « check up spirituale », e il senatore Giovanni Spadolini aveva subito obbiettato in un suo intervento alla televisione che i momenti di un check up bisogna sceglierli bene. Sempre alla tv, Guido Piovene si era detto perplesso davanti ad una Chiesa che ancora si leghi a scadenze e cerimonie: « Che senso ha — egli aveva domandato — una religione ad appuntamenti fissi, non sciolta nella vita di tutti i giorni? ». I laici, qualche volta, danno buone lezioni religiose ai confessionalisti, ma i dubbi di Spadolini e la severità di Piovene sono forse eccessivi se si tien conto degli impegni che la Chiesa romana mostra di avere fatto propri. Sono anche politici e sociali per quanto il Papa innanzitutto guardi al cielo, come ha informato l'altro giorno rivelando di avere osservato la cometa Kohoutek, «con un modesto cannocchiale», dalle terrazze del Vaticano: «Abbiamo provato il senso del mistero cosmico ed il confronto sconvolgente e umiliante fra le dimensioni dell'universo e quelle dell'uomo». II mattino seguente la contemplazione celeste, Sua Santità ebbe occasione di ricevere la giunta comunale di Roma che si recava a porgergli gli auguri per il nuovo anno secondo la cortese, civile consuetudine dei gestori del Campidoglio, e non credette di potersi esimere dal suo dirittodovere di esortare le autorità terrene romane all'adozione di « qualche pratico progetto » logistico e amministrativo per il santo biennio. Un quotidiano solitamente bene informato dal suo redattore vaticanista scrisse difatti che « si ritiene che il Papa abbia alluso fra l'altro al progetto di far sostare i treni dei pellegrini nelle stazioni secondarie di Roma, di incanalare i pullman su percorsi obbligati, di predisporre vaste aree di parcheggio per i mezzi pubblici e per le auto private. Non è da escludere — continuava l'esperto vaticanista — che il Papa abbia voluto accennare anche a progetti di maggiore impegno: la costruzione, forse, di nuovi villaggi per i baraccati, e il totale divieto di traffico nella piazza San Pietro e nelle adiacenze immediate perché i pellegrini raggiungano la basilica a piedi ». Se i laici qualche volta danno lezioni religiose ai confessionalisti, non c'è da stupirsi che un Papa insegni il mestiere a un assessore al traffico (nel caso nostro di Roma al socialista Luigi Pallottini). Comunque, nell'accenno pontificio alla necessità di costruire nuovi villaggi per i baraccati, e in generale nelle disposizioni della Chiesa di fronte alle prospettive del santo biennio 1974-1975, c'è qualcosa di più, che si riallaccia allo stesso concetto ispiratore del giubileo secondo il popolo di Israele che Io inventò. Altro non era, come è noto, se non la ricorrenza di una ridistribuzione delle terre e delle case, per evitare che di generazione in generazione se ne perpetuasse l'accumulazione in mano a pochi. Il cardinale vicario per la diocesi di Roma, Ugo Poletti, in questo spirito giubilare ha fatto del suo meglio annunciando che il 12 febbraio nella basilica di San Giovanni in Luterano si terrà un convegno sul tema: «Le responsabilità dei cristiani di fronte alle attese di giustizia e carità nella diocesi di Roma». Sembra che egli ne abbia parlato anche in un piccolo raduno convocato da un «circolo di Roma» (che io non frequento, ma che mi è stato detto luogo d'incontro di notabili, ambasciatori e aristocratici) e là sarebbe stato accolto da mormorii di disapprovazione. Addirittura ho letto su l'Unità che il senatore Giuseppe Spataro avrebbe abbandonato la sala del circolo per «marcare il suo dissenso». 10 stento a credere, poiché conosco da una trentina d'anni il senatore Spataro come persona educatissima. Per altro verso, le affermazioni e le denunce che il cardinale Poletti avrebbe fatto al «circolo di Roma » circa i mali di Roma non possono certamente essere contestate da nessuno dei cattolici impegnati in politica quale è Spataro fra i primi, uno dei «founding fathers» del Ppi di don Sturzo e successivamente molte volte ministro in vari governi democristiani, da quelli di De Gasperi a quelli di Tambroni, e forse ancora oltre. Comunque, più mi importa dare conto dell'atteggiamento della Chiesa di fronte al santo biennio, per quanto riguarda i problemi politici e sociali. Naturalmente non siamo ancora alla biblica redistribuzione giubilare delle terre e delle case, ma è certo che la Chiesa non guarda solamente a una cometa che solca il cielo dell'universo. E' stato infatti reso noto 11 testo che Giuseppe De Rita, consigliere delegato del Censis (Centro studi investimenti sociali), leggerà in Laterano il 12 febbraio: «A Roma, chi sta meglio ha il meglio, ma gli altri han poco o nulla (...). Questa contemporanea presenza di alti livelli nei servizi per i ceti medio-alti e di bassi livelli nei servizi per i ceti svantaggiati fa di Roma una città agghiacciante a causa dello schizofrenico andamento a forbice di fenomeni sociali e di comportamento dei gruppi e dei servizi (...). Una città che permette una tale divaricazione crescente fra chi sta bene e chi sta male ha in sé meccanismi pericolosi». Ancora prima che pericolosi, a me sembrano iniqui, come segni di privilegi rampanti, ma proprio per questo — cioè per conservarseli — la Roma-meglio ha vivacemente reagito contro gli iniziatori vaticani del convegno lateranense. Sui manifesti che lo annunciavano in funzione dell'apertura dell'Anno Santo romano, il 3 gennaio sono state incollate strisce con la scritta « // Papa e Poletti sono dei traditori», e con la firma «Civiltà cristiana». Il giorno dopo — Epifania — volantini spacciati in piazza San Pietro nell'ora che Paolo VI si affaccia di domenica alla finestra prendevano di petto anche il decano del sacro collegio: «Il cardinale Luigi Traglia: Giuda». Al vicario di Paolo VI per la diocesi di Roma era riservato uno sberleffo: «Poletti superstar», con la solita firma «Civiltà cristiana»,^qualifica che usurpano i se1 '-enti cattolici tradizionalisti. % Ma pro^s^ Questo l'Anno Santo no..V. "*^j)erché offre al Papa, al . tìo e al decano la possibilità 'Oc scere l'esistenza di un certi, tolicesimo incivile nella nosti Roma-meglio. Vittorio Gorresio