L'aereo per Utopia

L'aereo per Utopia PRIME SULLO SCHERMO L'aereo per Utopia "Pezzo per pezzo spudoratamente", grottesco poco - "L'uomo che uccìse se stesso": Jekyll mode Pezzo per pezzo spudoratamente di Alan Myerson, con Jane Fonda, Donald Sutherland, Peter Boyle. Americano, grottesco. Cinema Centrale d'Essai. Jess è il perfetto contrario del fratello Frank: questi un rigido campione del conformismo ufficiale, astuto e freddo; quello un cervello balzano, estroso, che per le sue mattie, del resto innocue, ha già assaggiato il carcere. Sdegnando la pelosa protezione di Frank, Jess abita con gli amici nel relitto di un aereo abbandonato alla periferia della città; vi abita, ma anche sogna di riattarlo e poi spiccare il volo con quello verso un'utopica regione dove la vita sia migliore che da noi. Ma prima occorre trovare i necessari pezzi di ricambio, al che si provvede con furterelli e con un'ardita incursione in un aeroporto militare, a cercarvi un certo pannello. Quando l'apparecchio è armato e pronto a volare, arrivano i soliti nemici d'Utopia, a guastare la festa. L'aereo è rifatto a pezzi, ma i nostri amici trovano ugualmente modo di svignarsela a bordo di un elicottero. Ci viene dall'America questo « grottesco » cucito col filo bianco della contestazione e strutturato sui ritmi di una favola populistica. Sebbene regista e sceneggiatore (David S. Ward) facciano del loro meglio, il film non ha sempre la levità di tocco e l'agilità di trapassi che l'assunto fantastico richiedeva. Ma d'altra parte non gli mancano tratti pungenti ed episodi spassosi; non gli manca almeno un personaggio felicemente intuito, di là dallo schema di un'astratta denuncia, quello d'una piccola prostituta che si sente attratta da Jess quanto respinta da Frank, personaggio-simbolo, ma umanamente sentito, di quello spirito contestativo che ferve nelle vene di Jane Fonda e che perciò ella rende con tanta giustezza d'accento. Con lei, ma non così in fuoco come lei, sono Sutherland e il bravo Boyle. 1. p. ★ ★ L'uomo che uccise se stesso di Basii Dearden, con Roger Moore, Olga Georges-Picot, Hildegard Neil. Inglese a colori. Cinema Nazionale. (a. v.) L'attore inglese quarantacinquenne Roger Moore, oltre a essere l'attuale «007» e a condividere con Tony Curtis ogni domenica pomeriggio il successo televisivo con la serie «Attenti a quei due», è anche il duplice protagonista di questo «Strange case of Mister Pelham»: rielaborazione modernizzata e liberissima d'un testo classico, Il dottor Jekyll. Mister Pelham è, nella Londra d'oggi, un executive molto formalista e rigoroso: que¬ sta sua irreprensibilità contrasta con la sua vera natura d'uomo spregiudicato. Un incidente e un successivo intervento operatorio «sdoppiano» il dirigente che acquista, insieme con una seconda anima, un secondo corpo. Ci sarà così, pirandellianamente, il signor Pelham uno e due: il primo gelido e scocciante modello di incensurabilità (anche con l'imbronciata consorte); Valter ego tutto l'opposto. Tra i due, scontri ai ferri corti, benché gli urti frontali siano difficili a concretarsi. Non diremo chi, all'epilogo, risulterà soccombente. L'uomo che uccise se stesso è l'ultimo film di Basii Dearden, regista sessantaduenne rimasto vittima l'anno scorso d'una disgrazia automobilistica. Di solito corretto artigiano, ebbe un paio di eccellenti impennate (/ giovani uccidono e Victim, presentato a Venezia). Il film d'oggi rientra tra quelli di routine: il regista, dopo aver impostato con qualche scaltrezza il racconto, lo svolge poi appena decorosamente, non molto aiutato dall'interprete, che soggiace a una certa monotonia espressiva. Roger Moore è meglio come James Bond oppure quale spiritoso protagonista dei telefilmetti domenicali

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