Storia segreta di Gengis Khan di Carlo Carena

Storia segreta di Gengis Khan Storia segreta di Gengis Khan Storia segreta dei Mongoli, Ed. Longanesi, pag. 267, lire 6000. « Venne alla luce erompendo con violenza dal ventre di sua madre, stringendo in mano un grumo di sangue rappreso ». Era l'anno 1167, Marco Polo si stava avviando verso i suoi paesi. Quel bimbo sarebbe divenuto uno dei più grandi conquistatori d'ogni tempo, e il nome di Gengis Kahn il simbolo del terrore selvaggio e di una forza irresistibile. Questa Storia segreta dei Mongoli fu scritta pochissimi anni dopo la sua morte, in un misto di prosa e di poesia. Per la sua rozzezza in confronto alle epopee dei popoli con cui i Mongoli vennero in contatto, fu tenuta « segreta »; l'originale andò perduto, se ne salvò solo una versione cinese, di qui nel 1941 si trasse un'edizione critica russa, e da questa l'odierna versione italiana, presentata da Fosco Maraini. Mai la gloria di un popolo si è legata cosi strettamente a quella di un uomo. In me- no di trent'anni sotto la sua guida i Mongoli eressero un impero che abbracciò tutte le terre fra il Mar Giallo e il Mar Nero e che sopravvisse ben poco alla sua scomparsa. Così la sua vita esprime quella di tutta la sua gente, s'identifica con la loro epopea. Strana vita di migrazioni ininterrotte nella ricerca di pascoli, su pianure ondulate e vaste come mari. Le dimensioni, le ragioni e i modi dell'esistenza in cui questa storia c'immerge sono inusitati per la nostra esistenza d'immediatamente inurbati, anche se vi ritroviamo, curiosamente, molti motivi del repertorio epico a noi familiare. La apertura è una genealogìa biblica, il seguito contiene episodi di guerra omerici; le canzoni hanno la cadenza, la liricità e la bellezza di tutta la poesia popolare. I passaggi più belli non sono tanto le numerose conquiste e vittorie, quanto l'avventura delle tribù e degli eroi. Un antenato di Gengis Kahn passò gli inverni tra le gole dei monti cacciando le prede già inseguite dai lupi o accontentandosi degli avanzi lasciati dagli sciacalli, a primavera lanciando il suo falco sugli uccelli degli stagni. L'infanzia stessa di Temujin, il futuro Gengis, passò fra stenti inauditi e orizzonti immediatamente poetici. Sua madre fu scacciata dalla tribù coi piccoli figli: « si calcò in testa il berretto nero da vedova, sì alzò la veste stringendola con la cintura, corse su e giù lungo il fiume Onon. Raccoglieva ciliege e mele selvatiche, prendeva radici e li nutriva. Coloro che la bellissima XJjin nutrì di aglio nudo divennero figli arditi, dignitari eccelsi, sì distinsero fra tutti per audacia e prodezza ». Poi venne l'ascesa folgorante fra prigionie e tranelli, inseguimenti e fughe nelle foreste, sotto cieli gialli e viola, gli uomini incollati ai cavalli, le donne sui carri trascina¬ ti dai buoi; le battaglie con tattiche imprevedibili, montate come orologi. Sua moglie, che il Grande Kahn aveva chiesto in sposa quando era ancora un ragazzo di nove anni, attratto dal viso color dell'alba e dagli occhi di fuoco, rievocherà la sua grandezza ai figli, poco prima della sua morte, con questi tratti: « Così edificava il regno dei popoli il vostro sovrano genitore: non risparmiava la sua testa nera, versava generosamente il suo nero sangue, non chiudeva un attimo i suoi neri occhi, poggiava il capo sulla manica invece di un cuscino; placava la sete con la saliva, la fame stringendo le gengive fra i denti; il sudore colava dalla sua fronte fin sui piedi e saliva dalle piante dei piedi alla sua fronte ». Morì per una caduta da cavallo. La Storia segreta non ha le apoteosi di Ciro il Grande e di Alessandro Magno: « Dopo aver definitivamente sconfitto il popolo Tanggud, per aver esso violato la parola data, Cinggis-qagan tornò a casa e salì al Cielo l'anno del Cinghiale» (1227). Del resto, tutto il racconto non ha mai vuoti, nulla di vano, nulla di meraviglioso anche nelle deformazioni della fiaba. Se è vero, come sostiene uno studioso inglese, che il suo valore storico è quasi nullo, il lettore non lo pensa mai. Carlo Carena

Persone citate: Alessandro Magno, Fosco Maraini, Gengis Kahn, Gengis Khan, Kahn, Longanesi