Una precisazione del ministero di Giulio Mazzocchi

Una precisazione del ministero Una precisazione del ministero Voci di un "piano,, per la Montedison Secondo un articolo delI'«Espresso» le azioni del gruppo finora possedute da Eni e Iri passerebbero alle Partecipazioni Statali (Nostro servizio particolare) Roma, 16 gennaio. A un anno di distanza dalle decisioni del governo Andrcotti-Malagodi, il problema della Montedison e dell'Eni torna oggi in pieno alla ribalta. In un articolo sull'« Espresso », Eugenio Scalfari afferma di aver ascottato domenica mattina dal ministro delle Partecipazioni statali Nino Gullotti l'esposizione di un suo «piano» per la Montedison e per l'Eni. La «notizia» principale: le azioni Montedison possedute dagli enti di Stato, Iri ed Eni, passerebbero direttamente al ministero delle Partecipazioni statali che, in tal caso, diventerebbe l'azionista di maggioranza relativa del grande complesso chimico italiano. Stasera il ministero delle Partecipazioni statali emette in relazione all'articolo del settimanale la seguente breve precisazione: «Do. tempo nel ministero delle Partecipazioni statali e negli enti pubblici si discute l'esigenza di unificare o almeno di coordinare settori operativi distribuiti tra vari enti, allo scopo di concentrare gli sforzi e di valorizzare le energie. Sono state fatte in passato e si fanno ipotesi di lavoro. Non è in corso uno studio preciso e quindi non si può parlare dì un Piano Gullotti o di altri in guanto il problema, che è reale, non è ancora a fuoco». Per capire il senso della precisazione (non è una smentita) occorre tornare all'ultima decisione governativa in materia. Essa era stata presa dal Cipe, che è il Comitato dei ministri per la Programmazione, nell'autunno del '72. E' una decisione vincolante sia per l'Eni e la Montedison e sia per i ministeri competenti, ma naturalmente il Cipe può modificarla quando tornerà a occuparsi del problema, ciò che non è ancora accaduto, ma che dovrà accadere, nell'ambito dell'esame degli investimenti dei maggiori complessi industriali nazionali e chimici in particolare. In ordine di tempo quest'esame potrà avvenire dopo l'approvazione del «piano petrolifero nazionale», che la programmazione definirà entro il mese e subito dopo andrà all'approvazione del Cipe. Il «piano» darà un ruolo fondamentale all'Eni nel settore del petrolio e dell'approvvigionamento di uranio per le centrali elettriche. La decisione del Cipe ancora in vigore stabilisce che le azioni Montedison di proprietà dell'Eni e dell'Iri entrino pariteticamente in un «sindacato di controllo» da formarsi coi maggiori azionisti privati della società chimica (ciò è stato fatto). La Montedison e l'Eni avrebbero dovuto suddividersi i campi di attività secondo uno schema assai preciso, che era stato elaborato dal segretario della programmazione, Ruffolo, dopo mesi di incontri con Girotti (presidente Eni), con Cefis (presidente Montedison) e col Governatore della Banca d'Italia. Tutti costoro vennero ascoltati da un Comitato d'indagine della Camera, che dovrebbe a giorni redigere un suo parere sul problema chimico italiano. Nel corso delle varie audizioni parlamentari la delibera del Cipe venne definita da Giolitti, allora deputato d'opposizione e ora ministro del Bilancio, come «una scommessa che può essere vinta solo applicando una forte volontà politica di programmazione, che il governo Andreotti non ha». Difatti, come stasera afferma la precisazione del ministero delle Partecipazioni statali, i compiti delle due imprese non sono stati ancora distribuiti secondo lo schema allora indicato dal Cipe. Quanto a Carli egli aveva detto che la decisione sul «sindacato di controllo» sarebbe stata positiva se fosse anche entrata in vigore la nuova legge sulle società per azioni, che dovrà eliminare gli incroci tra azioni delle varie società e rendere possibili controlli «alla luce del sole» sulla conduzione aziendale delle varie società per azioni. Anche questa legge ancora non esiste, il ministro del Tesoro La Malfa ne sta preparando uno schema. Alla luce di tutte queste indicazioni appare abbastanza evidente che il ministro Gullotti con la sua precisazione di stasera non ha inteso tanto «smentire» la sua propension a porre nelle mani del ministero le azioni pubbliche della Montedison, quanto a smentire altri «piani» che il settimanale gli ha attribuito. In particolare a quello ai far trasmettere alla Montedison il settore chimico (Anic) e quello farmaceutico posseduti dall'Eni. L'articolo parla anche della propensione di Gullotti a una ristrutturazione dell'Eni in tre settori, all'incirca sul modello dell'Iri. Giulio Mazzocchi

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