Le radiospie nei telefoni pubblici "storia d'amore e di tradimenti„ di Francesco Fornari

Le radiospie nei telefoni pubblici "storia d'amore e di tradimenti„ Escluse le intercettazioni contro gli orafi di Valenza Le radiospie nei telefoni pubblici "storia d'amore e di tradimenti„ Le "olive" erano state trovate in quattro cabine della città dell'oro - Gli inquirenti negano sia opera di una banda di rapinatori - Le apparecchiature sono di costruzione artigianale e poco funzionanti (Dal nostro inviato speciale) Valenza Po, 16 gennaio. Ci sono tutti gli elementi per un buon romanzo giallo: le casseforti dei laboratori di oreficeria colme di diamanti, oro, argento; le guardie del corpo degli orafi che stazionano notte e giorno accanto alle porte blindate degli uffici; i caffè frequentati da individui sospetti che trascorrono le ore seduti ai tavoli bevendo whisky e sfogliando i giornali, apparentemente senza far nulla ma con orecchie ed occhi ben aperti. E adesso le «microspie» inserite nei quattro telefoni pubblici della città. L'episodio è variamente commentato: ci sono coloro che pensano di trovarsi di fronte ad una agguerrita organizzazione banditesca che si avvale dei più moderni ritrovati della elettronica per preparare i colpi; chi è propenso a credere che si tratti di esperimenti fatti da qualche radio-amatore in vena di stranezze; chi è convinto che le «microspie» siano opera di un «guardone telefonico», qualcuno che si diverte ad ascoltare conversazioni altrui ed infine chi afferma che all'origine di tutta questa storia non ci sia altro che una questione «di corna»: un marito tradito alla ricerca delle prove dell'infedeltà coniugale. L'esistenza delle «olive» inserite negli apparecchi telefonici è stata scoperta dai tecnici della Sip durante alcuni controlli ordinati dai carabinieri in seguito al ripetersi delle aggressioni ai danni degli orafi della città e dei loro rappresentanti. Era stato deciso di controllare anche i loro telefoni: la perfetta cono¬ scenza dimostrata dai banditi degli itinerari seguiti dalle loro vittime, aveva fatto sospettare che qualche telefono potesse essere «contagiato». I telefoni degli orafi valenzani non hanno rivelato nessuna manomissione. Al contrario, invece, le «microspie» sono state trovate nelle cabine pubbliche. Chi può avere avuto interesse ad installare dei sistemi di intercettazione su quegli apparecchi? Per il capitano Gambacorti, dei carabinieri di Alessandria, sarebbe da escludere la responsabilità di una organizzazione banditesca. Il ragionamento è semplice: gli orafi hanno i loro telefoni, soltanto in casi particolari può accadere che per i propri affari si servano delle cabine pubbliche. Assurdo, dunque, metterle sotto controllo. Dice Giampiero Ferraris, vicepresidente dell'associazione orafa: «Non credo che i miei colleghi preferiscano usare telefoni pubblici per trattare le loro questioni. Non ne vedo la necessità». La stessa risposta è data da altri rappresentanti della categoria: tutti sono concordi nell'affermare che quelle intercettazioni non erano state progettate per carpire informazioni attinenti alla loro attività. «Spionaggio industriale? Ma non facciamo ridere! Qui le cose si sanno senza ricorrere a queste tecniche complicate. Le nostre azioni sono esaminate al microscopio: nei bar ci sono tante persone che non fanno nulla, passano il loro tempo a guardare ed ascoltare. Ogni tanto spariscono e, caso strano, sovente queste partenze improvvise coincidono con qualche rapina ai danni di un collega o di un nostro rappresentante». Chi ha messo allora le «olive» nelle cabine dei telefoni di Valenza? E' opinione molto diffusa che siano stati dei radio-amatori. «In città ce n'è un gran numero e danno molto fastidio con ì loro apparecchi che disturbano le trasmissioni televisive». Secondo gli inquirenti le «microspie» rivelano una fattura molto artigianale. «Addirittura elementare. Oltre tutto, non dovevano funzionare neppure troppo bene, provocavano disturbi durante le comunicazioni telefoniche ed erano state applicate in maniera poco ortodossa». Sono in molti a pensare che le «olive» siano state messe da un marito tradito. «E' una Viatergate all'italiana: storia d'amore e tradimenti», dicono i più scettici. Forse hanno ragione. Francesco Fornari

Persone citate: Gambacorti, Giampiero Ferraris

Luoghi citati: Alessandria, Valenza