Madre si uccide accanto ai corpo dei figlio morto a 26 anni dopo una lunga malattia di Giorgio Barberis

Madre si uccide accanto ai corpo dei figlio morto a 26 anni dopo una lunga malattia Madre si uccide accanto ai corpo dei figlio morto a 26 anni dopo una lunga malattia Farmacista, era stata licenziata due mesi fa - Viveva divisa dal marito: un'esistenza appartata e triste, dedicata al giovane che non usciva quasi più di casa - Una lettera all'avvocato: "Oggi ho trovato Roberto morto nel suo letto" Una madre si 6 uccisa dopo aver travato il figlio morto. Questa almeno la spiegazione più attendibile di una sconvolgente tragedia scoperta Ieri mattina In via Revello 47 da un avvocato, al quale la donna aveva indirizzato un ultimo messaggio. Ma se ne adombrano anche altre: doppio suicidio o un caso di eutanasia seguito da un gesto disperato. Solo l'autopsia ebe sarà eseguita questa mattina nell'Istituto di medicina legale potrà dissipare ogni dubbio. Qualunque sia il risultato, non muterà il quadro angoscioso: resta una dramma della solitudine e delia disperazione. Si chiamavano Maria Grazia Monferrlno, originarla di Nizza Monferrato, di 52 anni, e Roberto Mario Noci, di 26. Lei una donna bruna, minuta, il volto pallido segnato dalle preoccupazioni e dal dolore; lui un corpo minato dal male che si consumava di giorno In giorno. La donna si era sposata con Lorenzo Noci. Qualcuno dice che si fosse separata o avesse divorziato, con esattezza non si sa che cosa faccia e dove si trovi ora il marito. E' uno dei tanti punti oscuri di questa pietosa vicenda. I dati certi sono questi. Maria Grazia Monferrlno era laureata in farmaceutica e sino a qualche tempo fa gestiva un negozio di dietetici per bambini in via Nicola Fabrizi 6. Poi lo ha ceduto ed è stata assunta presso una farmacia di via Duchessa Jolanda, 11 cui proprietario era stato suo compagno di studi all'Università. Ma dal novembre scorso non lavorava più: pare fosse stata licenziata « per esuberanza di personale ». Preoccupazioni di ordine economico? Può darsi, ma non dovrebbero aver causato da sole la tragedia. Così almeno pensano gli Inquirenti. Madre e figlio abitavano in un elegante alloggio di via Revello 47, avevano un'auto di grossa cilindrata. Può non significare molto, ma quanto meno sono indici di un tenore di vita accettabile, anche se In passato la situazione doveva essere migliore. Come può darsi che le prospettive per il futuro fossero ormai senza speranza. Ma il vero, grande dramma era il figlio Roberto. Sul suo passaporto c'è scritto: studente. Era iscritto all'Università o si tratta di una qualifica che era rimasta sul documento e si riferiva al tempo passato? Nessuno lo sa. Roberto comunque non lavorava, non usciva quasi mai. Dice un vicino: « Se ne stava in casa giorno e notte, oppure doveva andare in clinica. Non so bene per che cosa, /orse un grave esaurimento nervoso. La madre diceva che aveva la febbre, quando parlava del figlio le sì arrossavano gli occhi ». Un altro coinquilino: « L'ho vi¬ sto una volta tre mesi ja. Stava uscendo appoggiato alla madre. Aveva barba e capelli lunghi, era pallido, magrissìmo, tremava ». Un altro ancora: « Non l'ho mai visto. Io abito di ironie al suo alloggio, sentivo soltanto, molto spesso, le note dei notturni dì Chopin o delle sonate di Beethoven al pianoforte ». La portinaia: « Ho chiesto una volta alla madre: "Ma che cos'ha suo figlio?". Non ha voluto dir- melo, ita scosso il capo. "Sta molto male", ha risposto soltanto. E anche lei' sembrava che non si reggesse in piedi. Facevano vita appartata, ricevevano po. chlssìme visite ». Sono semplici frammenti di una vita vissuta, ma significativi. Evocano l'immagine, un po' sfocata, di un ragazzo condannato tra le mura di una casa e dell'ospedale. La musica e la lettura (« Aveva tanti libri di filosofia »), unico conforto. Ma servono quando la vita si spegne a vent'anni? Immaginiamo quella donna minuta, sola, con il marito lontano. Qualche volta la sentivano dire: « Non ce la faccio più ad andare avanti ». Una vicina: « Mi faceva pena. Penso che qualche volta bevesse per affogare il dolore ». Il nucleo della tragedia sta con ogni pror biuta, qui. Altri fattori, le stesse eventuali preoccupazioni economiche, dovrebbero essere di semplice contorno. Hanno visto la donna, l'ultima volta, lunedi mattina alle 9. Stava uscendo, il viso nascosto dal bavero del cappotto. Ora sappiamo che cosa ha fatto: ha spedito l'ultima lettera all'aw. Giorgio Barberis, quella che ha permesso di scoprire la tragedia. Porta il timbro postale del 14 gennaio, appunto lunedì. E' arrivata nello studio legale ieri alle 9. Dice: <f Chiedo perdono a Dio ed agli uomini. Ieri sera Roberto aveva la febbre e bruciava tutto. Stamattina l'ho scoperto immobile nel suo letto. E' morto. La vita non ha plU significato per me ». L'avvocato ha avvertito il maresciallo del carabinieri di Pozzo Strada. I vigili del fuoco sono entrati nell'alloggio al secondo piano passando dalle finestre. Madre e figlio giacevano privi di vita. Lui con addosso un pigiama, composto nel letto con le mani giunte come se stesse per essere adagiato nella bara. Ha un piccolo segno rosso sul collo. Forse, sentendosi soffocare si era portato le mani alla gola. Lei era nella sua camera dall'altra parte del corridoio. Rannicchiata ai piedi del letto, sul quale doveva essersi adagiata perché le lenzuola erano smosse. Probabilmente, nell'ultima agonia l'istinto di sopravvivenza l'aveva spinta a chiedere aluto, ma le forze le erano mancate. Il sostituto procuratore dott. Arcidiacono ha compiuto i primi accertamenti. Adesso ci sono tanti perché. Tentiamo di abbozzare qualche risposta, in attesa dell'esito dell'Inchiesta. La donna si è avvelenata? Probabilmente si, anche se accanto al suo corpo non è stato trovato alcun tubetto. Il figlio è stato stroncato da una morte naturale? Lo testlmonlerebbe la lettera della sventurata e gli Inquirenti sono propensi a crederlo. O entrambi si sono sopressi di comune accordo o si è ucciso prima Roberto e la madre disperata lo ha imitato? O è stata lei, con 11 suo consenso, a spegnere gli ultimi guizzi di vita per risparmiargli sofferenze e angoscia, in un estremo gesto di pietà? L'autorità giudiziaria deve dissipare ogni dubbio. Quale sia 11 risultato, identica è l'Infinita compassione davanti ai due poveri corpi. La farmacista Maria Grazia Noci, con il Gglio Roberto - L'avvocato Giorgio Barberis

Persone citate: Arcidiacono, Beethoven, Chopin, Giorgio Barberis, Lorenzo Noci, Maria Grazia Monferrlno, Maria Grazia Noci, Roberto Mario

Luoghi citati: Nizza Monferrato