Spagnuolo aveva accusato la polizia ? Ora smentisce, il giornalista conferma di Fabrizio Carbone

Spagnuolo aveva accusato la polizia ? Ora smentisce, il giornalista conferma Spagnuolo aveva accusato la polizia ? Ora smentisce, il giornalista conferma La clamorosa polemica nella quale è coinvolto il procuratore generale di Roma - Il "caso Mangano" e le bobine (Nostro servizio particolare) Roma, 16 gennaio. Siamo in pieno scandalo e il Palazzo di giustizia appare scosso dalle fondamenta: la «ballata delle bobine», le accuse dei mafiosi Ferrara e Coppola, le difese di Angelo Mangano, le «sparate» di Franco Greco sono finite sul tavolo del procuratore generale, Carmelo Spagnuolo. Accusato una prima volta su due fronti aveva risposto seccamente con una doppia denuncia; ora è di nuovo in difficoltà. La «bomba», disinnescata, è l'intervista pubblicata dal settimanale II Mondo, concessa da Spagnuolo a Massimo Caprara, giornalista, già segretario di Togliatti, già parlamentare comunista, poi dissidente de II manifesto. In quest'intervista, smentita da un comunicato arrivato alle agenzie di stampa all'una di ieri notte, le accuse più clamorose che Caprara attribuì, sce al magistrato sono cinque: bisogna far pulizia nella polizia; la corruzione c'è fin dai tempi di Tambroni; vogliono legarmi le mani; il mio telefono è controllato; il questore Mangano ha forti protezioni. La smentita di Spagnuolo si basa su cinque punti: 1) non ho concesso nessuna intervista; 2) a seguito di richiesta dell'onorevole Caprara .pervenutami il 9 gennaio tramite la segreteria del mio ufficio mi sono incontrato con lo stesso allo scopo dichiarato di fornirgli elementi illustrativi sulle disfunzioni della giustizia nel distretto di Roma; 3) questo è stato l'argomento del colloquio; tutte le dichiarazioni che mi sono state attribuite riflettono ipotesi formulate dallo stesso articolista, da me non condivise; 4) per tali motivi chiederò al direttore responsabile de II Mondo di procedere alla doverosa rettìfica; 5) colgo l'occasione per riaffermare che personalmente e nello svolgimento della mia funzione ho sempre manifestato il massimo apprezzamento per la quotidiana opera svolta dalla polizia e la più incondizionata ammirazione e stima per l'a mico prefetto Angelo Vicari, che per oltre un decennio ne ha retto le sorti e tenuto alto il prestigio. Stamane si è avuta, immediata, la risposta di Massimo Caprara e del direttore de II Mondo, Renato Ghiotto. Caprara conferma il contenuto dell'intervista. Ghiotto lo difende affermando che i particolari da lui riferiti nell'articolo sono tali e tanti da non poter essere frutto di fantasia. «Se il procuratore generale — prosegue — sente ora il bisogno di ritrattare guanto ha detto avrà i suoi buoni motivi per farlo, ma fra questi motivi non credo che possa addurre quello della sorpresa davanti ad un fantastico travisamento della realtà». Come stiano in realtà le cose non lo sappiamo. Questa l'impressione dopo che tutti i giornalisti presenti oggi al tribunale erano stati ricevuti da Spagnuolo, per un colloquio durato tre quarti d'ora. Il procuratore generale ha esordito dicendo che questo è il più brutto episodio della sua vita. Spagnuolo si è trincerato dietro il riserbo di chi, parte in causa in una vicenda dagli aspetti colossali e sconcertanti, non vuole far sapere all'altra parte (Caprara) come intende difendersi. Il procuratore generale sostiene la tesi che Caprara gli ha fatto una serie di domande e non ha tenuto conto delle risposte. «Non sapevo — ha detto Spagnuolo — che fosse un giornalista; l'ho ricevuto come ex parlamentare che conoscevo dal tempo in cui era segretario di Togliatti». Spagnuolo ha precisato che invierà a II Mondo la smentita così com'è stata diffusa dalle agenzie, chiedendone la pubblicazione. Gli è stato fatto osservare che, in passato, per presunte ((rivelazioni» dì minore gravità ci furono immediate querele e denunce. «Come mai in questo caso lei chiede solo una "doverosa rettifica"?». Il procuratore generale non ha voluto dire quali, delle cose scritte da Caprara, erano frutto di invenzione, di inesattezza; quali erano gli argomenti toccati. «Posso dire solo che dell'ex capo della polizia. Angelo Vi¬ cari, abbiamo parlato in riferimento ai tempi in cui eravamo al ginnasio». L'insistenza dei giornalisti non smuove il procuratore generale che si limita a poche battute. «Chi c'è dietro agli attacchi contro di lei?» è la domanda. «Se lo sapessi — risponde Spagnuolo — da "buon mafioso" saprei che fare». E' evidente la battuta. Poi senza dire nulla di preciso, ma per chiarire qualcosa Spagnuolo fa un esempio: «Lei è stato visto ieri sera nella piazza X. A questa contestazione risponde: no, ero in via Y, per piazza X ci sono solo passato». Il rammarico di Spagnuolo è evidente. E' la prima volta, da quando presiede la magistratura che appare in difficoltà. Finché — questa è l'opinione del procuratore generale — le accuse, infondate, mi venivano rivolte dall'interno del tribunale, sapevo come comportarmi e cosa fare. «Ora mi hanno coinvolto sul piano politico — dice — e io non m'interesso di politica» Fabrizio Carbone

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