L'anonima strozzini sceglieva le sue vittime fra piccoli industriali, albergatori, artigiani

L'anonima strozzini sceglieva le sue vittime fra piccoli industriali, albergatori, artigiani L'inchiesta della magistratura di Bologna sulla vicenda L'anonima strozzini sceglieva le sue vittime fra piccoli industriali, albergatori, artigiani Dopo l'arresto di sette persone, gli avvisi di reato per altre quindici, si prevedono nuovi sviluppi - La "società" esigeva tassi altissimi - Per ottenere un milione bisognava firmare cambiali per dieci - Nella rete anche operatori turistici dell'Adriatico (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 14 gennaio. Sono in molti ad aver perso il sonno in questi giorni, a Bologna. Le indagini che magistratura e polizia vanno conducendo da un anno sull'« anonima strozzini » riservano infatti, con tutta probabilità, grosse sorprese per i prossimi giorni. Oltre all'arresto di sette persone e all'invio di « comunicazioni giudiziarie» ad altre quindici, si parla ora di nuovi probabili arresti. Dopo l'annuncio bomba di domenica dell'arresto di uno dei più noti commercianti della città, Viscardo Giuliani, di un industriale, Giorgio Gailini e di altri tre «pesci minori » finiti nella rete di una trappola che gl'inquirenti andavano preparando ormai da diversi mesi, le notizie filtrano ora con estrema parsimonia. Oltre al tradizionale riserbo che protegge le indagini c'è stavolta anche il timore di fornire informazioni alle numerose persone che si sono prestate a operazioni d'usura per un valore di alcuni miliardi, e sulla cui identità si sta ora lavorando. Si sa comunque che questa sera il magistrato che conduce l'inchiesta (il sostituto procuratore Claudio Nunziata, poco più che trentenne, barba folta, giunto a Bologna da un anno proveniente da Ivrea) s'è recato nel carcere di San Giovanni in Monte per interrogare il « numero due » fra gl'implicati in questa vicenda, il Gallini. Nei prossimi giorni dovrebbero essere ascoltati anche gli altri arrestati, Vittorio Soffritti, Antonio Mastropaolo e Angelo Granata, e solo verso la fine della settimana è previsto l'interrogatorio in prigione di Viscardo Giuliani, il cui nome, a quanto si dice, ricorreva con insistenza ogni qualvota gli inquirenti tentavano di venire a capo della girandola di cambiali e assegni sui quali si regge l'intera storia. Verso la fine della settimana poi, per evitare che la vicinanza nello stesso carcere possa « inquinare » l'attendibilità di alcune testimonianze, è previsto il trasferimento di Aldo ' Facace, intermediario d'affari e Giuseppe Franceschi, assiduo del mondo dei cavalli, entrambi arrestati per usura e truffa, sotto Natale, nel carcere di Ferrara. L'inchiesta, avviata dopo la segnalazione d'un commerciante di San Martino in Argile, presso Bologna, che aveva dichiarato d'essere stato costretto alla bancarotta perché intrappolato nell'ingranaggio degli strozzini, procede ora sulla scorta delle testimonianze che le varie « vittime » vanno rendendo. Si è appreso che diramazioni dell'«anonima usurai» sono giunte a Ferrara, in Romagna (a Rimini) coinvolgendo gl'interessi di alcuni titolari d'alberghi della Riviera fino nel Veronese. Ricorrevano ai costosissimi servigi degli strozzini piccoli industriali che difficilmente potevano ottenere crediti presso le banche ordinarie o la cui situazione era talmente disperata da poter fare affidamento solo su prestiti ad usura. Poi c'erano commercianti, professionisti, semplici cittadini il cui problema assillante era sempre lo stesso: ottenere denaro. Subito. La tecnica era semplice: una fitta rete di intermediari (perlopiù sparsi nel mon dì delle sale corse e all'ippodromo bolognese) facilitava i contatti fra chi aveva bisogno urgente di soldi e chi era disposto a fornirli, a interessi elevatissimi. Il prestito era concesso, di solito, per brevissimo tempo, a un tasso del 15-20 per cento. Poi al debitore, divenuto insolvente, venivano fatte firmare cambiali per importi enormi, con interessi fino al 180 per cento. In questo modo c'è stato chi avendo chiesto in prestito un milione s'è visto costretto (dallo stato di disperazione nel quale si trovava) a firmare una cambiale per dieci milioni. L'omertà era « saltata » circa un anno fa dopo la denuncia di un commerciante che, costretto alla bancarotta, aveva voluto spiegare le ragioni del suo stato. Poi i carabinieri effettuarono perquisizioni, sequestrarono documenti nell'armadio metallico dello studio del Giuliani: trovarono carte, a quanto sembra, compromettenti. La terza tappa delle indagini è stata l'inchiesta della Squadra Mobile bolognese che ha portato all'identificazione di una ventina di nomi sospetti, molti dei quali coincidevano con i risultati delle indagini che parallelamente la magistratura stava portando avanti. Ora il « pesce grosso » di questa storia, Viscardo Giuliani, sta sdraiato in un lettino deli'infermeria del carcere bolognese. E' stato colto da malore (pare soffra di cuore) quando alle quattro e mezzo di sabato mattina i ca¬ rabinieri, dopo aver circondato la sua lussuosa villa a San Lazzaro, una decina di chilometri dal centro di Bologna, l'hanno arrestato. Da dieci anni nel mondo dell'ippica (posside una scuderia con una quarantina di cavalli da corsa, egli stesso ha partecipato a numerose gare come « gentleman driver », un suo famoso cavallo, Agaunar, gli aveva fatto incassare oltre duecento milioni vincendo su tutti gl'ippodromi italiani) era anche proprietario di numerosi palazzi e commissionario per Bologna della Volkswagen e Porsche. Cinquantatré anni, sposato con due figli, temperamento gaudente e allegro, Viscardo Giuliani (Viscardo « tout court » per amici e conoscenti) è accusato di associazione a delinquere, truffa e usura. Stesse imputazioni per Giorgio Gallini, 49 anni, industria- le' Giorgio Battistini Viscardo Giuliani