"Francesca da Rimini,, da questa sera al Regio
"Francesca da Rimini,, da questa sera al Regio L'opera di Zandonai, 60 anni dopo "Francesca da Rimini,, da questa sera al Regio Direttore Vernizzi, protagonista la Kabaivanska « Francesca da Rimini » di Zandonai torna stasera al Regio, nel sessantesimo anniversario della prima mondiale, avvenuta proprio a Torino il 19 febbraio 1914. L'opera, composta sul libretto di Tito Ricordi, ispirato alla tragedia di Gabriele D'Annunzio, sarà diretta da Fulvio Vernizzi, con la regia di Franco Guandalini. Protagonisti il soprano Rata- Kabaivanska (Francesca) e Blas Martinez, finalista al concorso televisivo «voci per tre grandi» (Paolo), con Aldo Protti (Giovanni lo sciancato) e Franco Ricciardi (Maltestino). Il coro è istruito dal maestro Tullio Boni, l'impianto scenico e i figurini sono di Lorenzo Ghiglia, direttore tecnico e dell'allestimento scenico Aulo Bresaola. L'opera è stata presentata dal musicologo fiorentino Cesare Orselli, in una conferenza al Piccolo Regio per il ciclo di incontri organizzati dall'ente lirico. L'oratore ha inquadrato dapprima il clima culturale ed il gusto in cui maturò il teatro di D'Annunzio che nell'opera lirica non aveva quasi mai scoccato la scintilla del capolavoro, tranne forse che per il debussiano Martyre. La natura della poesia dannunziana « musicalissima, ma non musicabilissima» aveva sinora impedito che la musica, vittoriosa di quell'ingombrante « canto » letterario, godesse della libertà necessaria per edificare se stessa. Questo si realizzò finalmente con Francesca che Zandonai musicò nel periodo più felice della sua stagione creativa. Partendo dal libretto dannunziano, abilmente sfrondato e depurato degli eccessi decadenti ad opera di Tito Ricordi, Zandonai colse, secondo Orselli, la dimensione precisa di un ambiente e di un gusto di stampo preraffaellita. La sua musica colta, nutrita di notevole maestria sinfonica, contribuì ad isolare l'autore dalla cerchia provinciale e rozza del più sbracato verismo per iscriverlo in una sfera di valori artistici più nobili, sdegnosa di effetti truculenti ed improntata ad una mezzatinta espressiva inconfondibilmente personale, Malinconia, tenerezza, intimo senso del peccato avvolgono il personaggio di Francesca, dettano l'arco delle melodie e determinano la tavolozza dei timbri: ne esce secondo Orselli un dramma nuovo rispetto al suo modello poetico e tale da costituire l'esatto corrispondente musicale della pittura e della moda preraffaellita, p. g. Dopo 3 mesi d'interruzione
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