Il dollaro in ripresa sconvolge il mercato

Il dollaro in ripresa sconvolge il mercato Settimana agitata per i cambi Il dollaro in ripresa sconvolge il mercato La prima reazione si è avuta in Giappone con la svalutazione "de facto" dello yen del 7 % (da 280 a 300 yen per dollaro) - La risposta europea al rialzo della moneta americana (Nostro servizio particolare) Milano, 11 gennaio. Per l'ampiezza delle fluttuazioni, per l'Intensità ed il nervosismo degli scambi, per i rapidi capovolgimenti di tendenza, la settimana appena trascorsa è stata per i cambi valutari una delle più agitate degli ultimi tempi. Gli operatori riferiscono ebe neppure nel luglio scorso, quando il dollaro toccò i livelli minimi di tutta la sua storia, sotto l'incalzare dello scandalo Watergate, e neppure nei giorni che precedettero la seconda svalutazione del dollaro, in febbraio, si ebbero ùnpennate così improvvise e fluttuazioni altrimenti marcate del dollaro e delle divise antagoniste. La ripresa del dollaro maturava ormai da tempo, preannunciata dai dati favorevoli della bilancia commerciale americana ed accentuata dagli aumenti dei prezzi del petrolio, che hanno sottolineato l'indipendenza dell'economia statunitense dall'approvvigionamento energetico all'estero ed hanno invece dimostrato la fragilità in questo campo delle economie europee e giapponese. Una volta esauritisi i fattori tecnici di fine anno, che avevano creato anomale situazioni sui mercati finanziari europei, la spinta al rialzo del dollaro ha investito inizialmente il Giappone e questa settimana si è estesa anche ai mercati europei. E' stato proprio il mancato Intervento della Banca del Giappone a sostegno dello yen nella giornata di lunedì a determinare l'ondata di acquisti di dollari che ha ridimensionato, nelle spazio di un giorno, il valore delle divise europee. Dopo che lo yen si era svalutato « de facto » del sette per cento, passando da 280 a 300 yen per dollaro, anche il marco e tutte le divise che gravitano nella sua area sono stati soggetti a forti pressioni. La Bundesbank non è intervenuta ufficialmente che per modestissimi importi nella giornata di lunedì, per cui gli operatori hanno spinto al massimo gli acquisti di dollari proprio per poter valutare fino a che punto la Banca federale intendesse lasciare deprezzare il marco prima di gettare il peso delle proprie enormi riserve sui mercati. A partire da martedì, gli interventi della Bundesbank e delle altre banche centrali, probabilmente concertati nel corso della riunione dei Governatori a Basilea, hanno arrestato il movimento ascensionale del dollaro e la divisa ha iniziato a perdere terreno, prima in forma decisa, poi con minore rilievo. Secondo gli esperti, la Bundesbank avrebbe venduto oltre un miliardo di dollari, la maggior parte dei quali nelle transazioni non ufficiali, poiché al fixing gli importi non hanno superato complessivamente 160 milioni di dollari. Dopo i primi interventi che hanno arrestato il rialzo del dollaro, il franco francese, più debole delle altre divise per le preoccupazioni sollevate dall'aumento dei prezzi del petrolio, si è immediatamente collocato al limite inferiore della fascia fluttuante, ed il marco a quello superiore. La risposta europea al rialzo del dollaro si è successivamente affinata: oltre agli interventi delle banche centrali, la Bundesbank ha annunciato venerdì una serie di provvedimenti per accrescere la liquidità sul mercato interno, compensando in tal modo i capitali defluiti, cosicché gli interventi potranno riprendere in caso di nuovi sussulti senza compromettere la liquidità del mercato tedesco e senza sollecitare eccessivamente il «serpente ». Nonostante le perdite su¬ bite per quattro sedute consecutive, il dollaro ha comunque chiuso la settimana in rialzo nei confronti della lira, del franco francese, franco svizzero, fiorino, sterlina e yen. Soltanto rispetto al marco il dollaro ha perso terreno, ritornando sulle misure della settimana precedente. (Radioeor )

Luoghi citati: Basilea, Giappone, Milano