Delicate trattative a Roma con i ministri del petrolio

Delicate trattative a Roma con i ministri del petrolio Gli arabi ricevuti da Rumor e Moro Delicate trattative a Roma con i ministri del petrolio Moro ha parlato di conversazioni "abbastanza soddisfacenti" - Rispetto a giovedì, sono emersi alcuni dissensi - Abdelsalam ha chiesto una più netta posizione italiana rispetto al problema palestinese (Nostro servizio particolare) Roma, 11 gennaio. La visita dei due emissari dei paesi arabi produttori di petrolio, Zaki Yamani e Belai Abdelsalam, è proseguita oggi con altri tre incontri a livello di governo. Quaranta minuti al dicastero dell'Industria col ministro De Mita, un'ora di colloqui col ministro Moro (cui ha fatto seguito una colazione). Infine, in serata, l'incontro col presidente del Consiglio Rumor. Come già ieri, i comunicati dei nostri ministeri parlano di conversazioni improntate a cordialità, e le dichiarazioni dei due «inviati» arabi al termine d'ogni incontro sono apparse cortesi. Rispetto a ieri, tuttavia, sono emerse manifestazioni di dissenso tra le parti. « Avremmo preferito », ha detto l'algerino Abdelsalam dopo la visita a De Mita, « una più netta posizione italiana rispetto al problema palestinese». Mentre lo sceicco Yamani, pur accennando all'esistenza di « grandi possibilità di cooperazione economica e industriale », ha fatto una dichiarazione più dura: « Vegliamo che l'Italia prenda una ferma posizione sulla risoluzione dell'Onu 242». Non c'è dubbio che si esprima cosi una riserva araba sull'atteggiamento italiano rispetto ai problemi del Medio Oriente. Di queste divergenze c'è un riflesso anche nella dichiarazione fatta dall'onorevole Moro, il quale ha parlato di conversazioni « abbastanza soddisfacenti»: formula che nel linguaggio diplomatico non esprime certo deciso ottimismo, bensì cautela. Il sorridente sceicco Yamani (abito di Cardin, come al solito) e il più austero signor Abdelsalam hanno dunque affrontato temi propriamente politici. Più che come rappresentanti del «piccolo cartello» (il gruppo dei Paesi arabi dell'Opaec), essi hanno inteso quindi presentarsi come emissari del « fronte arabo », e cercare di distinguere — ciò che dev'essere costato loro qualche sforzo — quale sia « esattamente » la posizione italiana rispetto al conflitto araboisraeliano. Questa posizione è notoriamente piuttosto vaga, ciò che la diplomazia araba ci aveva rimproverato per anni. Dire, come abbiamo sempre detto, che eravamo per la risoluzione dell'Onu 242, significava poco. Per quale delle duo versioni di quel celebre documento eravamo? Per la versione inglese (ritiro « da territori occupati»), o per quella francese (ritiro « dai territori occupati », e cioè rinuncia israeliana a tutte le conquiste territoriali del '67)? E' quanto i ministri di Ryad e Algeri hanno cercato (Continua a pagina 2 in terza colonna)

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