Milioni d'italiani ascoltano Radio Montecarlo "Tanta musica (parole poche) per non pensare,, di Francesco Fornari

Milioni d'italiani ascoltano Radio Montecarlo "Tanta musica (parole poche) per non pensare,, Sono tredici ore di trasmissione che fanno concorrenza alla Rai Milioni d'italiani ascoltano Radio Montecarlo "Tanta musica (parole poche) per non pensare,, Il successo del programma ha provocato da noi anche malcontento: "Molta valuta finisce oltre frontiera, per la pubblicità: dovrebbe restare in Italia" - Gli industriali s'affidano all'emittente perché avrebbe più ascoltatori della Rai (Dal nostro inviato i sciale) Montecarlo, 10 gex.naio. Tredici ore di trasmissioni al giorno: 25 «pazzi» scatenati che si destreggiano tra cataste di long-playing, chilometri di nastri registrati, canine di trasmissione, microfoni, giradischi, macchine per gli effetti sonori. Questo il repariu italiano di Radio Montecarlo: la più temibile concorrente rivierasca della Rai. I suoi programmi sono ascoltati in Liguria, Toscana, Sardegna, Sicilia, Lazio, Campania, parte del Piemonte. D'estate, tempo di vacanze, il numero degli ascoltatori si aggira sui 13 milioni. Normalmente, sono oltre sette milioni gli italiani, giovani e vecchi, uomini e donne, che seguono ogni giorno le trasmissioni irradiate dall'antenna monegasca. Creata nel '66 da Noel Cutisson, che ne è tuttora l'animatore e il direttore, in otto anni questa trasmissione ha raccolto unanimi consensi. Dalle due ore iniziali si è passati alle attuali tredici, ma i progetti sono più ambiziosi. Si parla di un potenziamento degli impianti. Fra non molto (la voce circola insistente nei corridoi, anche se le fonti ufficiali preferiscono non pronunciarsi), Torino e Roma, due città che non possono ancora ricevere i programmi di Radio Montecarlo (a Torino le trasmissioni finora possono essere captate soltanto in alcune zone collinari, a Roma si fermano allTilur) dovrebbero essere collegate con l'emittente d£l piccolo principato. Non tutti in Italia sono soddisfatti di questo stato di cose. Alla Rai, che in tutti questi anni è rimasta a guardare senza prendere provvedimenti, si rimprovera da molte parti di aver perso un numero eccessivo di ascoltatori a favore di Radio Montecarlo. In parecchi ambienti sanremesi il malcontento è molto diffuso: in quella città, infatti, esiste una stazione radio completamente attrezzata, la vecchia Radio Sanremo, che operava all'inizio della seconda guerra mondiale, che secondo persone molto autorevoli della città avrebbe potuto essere utilizzata per tra- smettere un programma in diretta concorrenza con la trasmittente monegasca. «Non è soltanto una questione di prestigio — sostengono i più accesi critici —, ma di quattrini. Tutto il denaro che le ditte pagano a Radio Montecarlo per la pubblicità potrebbe restare in Italia. Invece, ogni giorno, forti quantitativi di valuta pregiata finiscono oltre frontiera». Radio Montecarlo, infatti, si mantiene con la pubblicità. Non esistono canoni di abbonamento, che d'altronde sarebbero inesigibili poiché la maggior parte degli ascoltatori (quasi la totalità) vive in una nazione straniera; gli unici introiti sono quelli dei budget pubblicitari. Un'altra conferma del successo di questa trasmissione è data proprio dal crescente aumento della pubblicità: molti industriali italiani considerano questa emittente una delle migliori forme di propaganda dei loro prodotti perché raggiunge, nell'arco della giornata, un numero di ascoltatori che sarebbe addirittura superiore a quello servito dalla Rai. Quale il segreto del successo di questa trasmissione? Dice Pier Luigi Moracca, responsabile del settore stampa e propaganda: «La formula nuova: giovane e semplice. E, soprattutto, la musica. Tanta musica durante tutte le tredici ore». Le parole sono ridotte al minimo, la stessa pubblicità è limitata a poche, rapide battute. Nessun lungo discorso, nessuna presentazione chilometrica. Gli speakers di Radio Montecarlo, ragazzi e ragazze in prevalenza italiani, sanno che gli ascoltatori non vogliono essere travolti da un fiume di parole, ma desiderano ascoltare della musica. I comunicati sono ridotti all'essenziale, le presentazioni quasi telegrafiche. Non esistono testi, copioni. Tutto viene improvvisato in cabina di trasmissione: nasce così un programma agile, disinvolto, scapigliato. I più prestigiosi nomi della musica leggera italiana si avvicendano ai microfoni di Radio Montecarlo. Molti cantanti, che hanno in seguito ottenuto importanti successi in Italia, sono stati tenuti a battesimo qui. Massimo Ranieri, Mino Reitano, Gianni Nazzaro, Herbert Pagani, Gigliola Cinquetti, Patty Pravo: l'elenco potrebbe continuare ancora. «Partecipano volentieri ai nostri programmi, perché sanno che per loro si tratta di un'ottima pubblicità», afferma Moracca. Lo dimostrano le lettere degli ascoltatori, ne arrivano circa milleduecento al giorno, da ogni parte d'Italia, con le richieste, critiche, approvazioni, consigli. «Nel limite del possibile cerchiamo di accontentare tutti. Una delle trasmissioni che registra i più alti indici di gradimento è quella realizzata seguendo proprio le richieste degli ascoltatori. Motivi e cantanti sono scelti da loro, noi ci limitiamo a metterli in onda». Per molte case discografiche, Radio Montecarlo è un ottimo banco di prova per i nuovi cantanti e per i dischi di nuova incisione. «Se un motivo ha successo nella nostra trasmissione, significa che il pubblico italiano lo apprezza. I discografici si regolano di conseguenza: Radio Montecarlo diventa allora uno dei più importanti "test" per decidere l'impostazione delle campagne musicali». «Siamo una radio giovane, ma non infantile — precisa Moracca —, ci rivolgiamo a una massa dì persone che non ha voglia dì pensare: d'estate, la gente sulle spiagge vuole divertirsi, non essere angustiata da problemi. Le massaie che ci ascoltano al mattino, mentre preparano il pranzo o riassettano la casa, nella radio cercano una com pagnia, un motivo di distrazione. Inutile annoiarle con lunghi discorsi, rattristarle con la lettura dei comunicati. Per molte persone, la radio è l'unica evasione dalla solitudine, dalla malinconìa, dalia monotonia di giornate sempre uguali». Una delle critiche rivolte alla Rai dagli ascoltatori che scrivono a Radio Montecarlo (l'ho vista ripetuta su molte lettere) è proprio quella di non avere realizzato un programma del genere. «Con tre canali a disposizione — la protesta è di un abbonato che vive nel Lazio —, non ne è stato riservato nessuno a un programma leggero, divertente, esclusivamente musicale. La radio italiana è certe volte inascoltabile». Il giudizio, forse, è troppo severo, ma è certo che il pubblico italiano, almeno una buona parte degli ascoltatori, è insoddisfatto dei programmi irradiati dalla stazione nazionale. Quando, circa otto anni fa, Noél Cutisson ha iniziato le trasmissioni (due ore di musica), non era affatto sicuro del risultato. Dopo alcuni mesi, al termine del programma, veniva diffuso un invito agli ascoltatori perché scrivessero le loro impressioni. «Un modo per scoprire se c'era qualcuno che ci ascoltava, non avevamo altro metro». Le lettere sono arrivate numerose, il successo della trasmissione era assicurato. «Col nostro programma — dice Noél Cutisson — desideriamo stabilire un rapporto amichevole con gli ascoltatori, spezzando quel muro di solitudine che circonda chi vive in città o nelle campagne, impegnato nel lavoro, senza possibilità di comunicare». Per quelli di Radio Montecarlo, l'obiettivo principale è proprio questo: rendere l'uomo meno solo. Francesco Fornari

Persone citate: Gianni Nazzaro, Gigliola Cinquetti, Herbert Pagani, Massimo Ranieri, Mino Reitano, Noel Cutisson, Noél Cutisson, Patty Pravo, Pier Luigi Moracca