Spinosi primo eroe del calcio meccanico

Spinosi primo eroe del calcio meccanico Spinosi primo eroe del calcio meccanico II gesto del terzino bianconero (che ha ceduto il posto a Gentile) sottolinea la "superspecializzazione" del nostro football Nei commenti a Juventus-Inter è stato sottolineato ed elogiato il gesto di Spinosi. Il terzino, visto che in seguito al cambio Mariani-Moro avrebbe dovuto marcare un centrocampista e non più una « punta », ha chiesto lui stesso a Vycpalek di essere sostituito con Gentile, ritenendo il compagno più adatto a contrastare il nuovo avversario. Crediamo sia la prima volta che accade un fatto del genere, solitamente un giocatore chiede il cambio solo se ha ricevuto una botta, se ha accusato uno stiramento. Se, insomma, avverte di non poter più dare per intero il . suo contributo. Il calcio moderno ha portato anche a questo, allo snaturamento delle doti caratteristiche dell'uomo - atleta: non c'è dubbio che il terzino bianconero è stato un perfetto giocatore-Ingranaggio nel meccanismo-squadra, ma è altrettanto sicuro che ha compiuto un gesto inedito per uno sportivo. La reazione comune — sino a ieri, almeno — era di altro tipo: « Bene, ho bloccato Mariani ed allora Herrera lo toglie, adesso gli distruggo Moro ». MENTALITÀ' - Spinosi invece pensa: « Luì adesso mi porta a spasso per il campo, io In questa situazione posso trovarmi In difficoltà, meglio che Moro lo affronti Gentile, un mediano ». Giusto, e speriamo che il terzino non consideri una critica questo rilievo. L'episodio di domenica allo stadio Comunale offre soltanto lo spunto per ritornare sul profondo mutamento subito dal calcio in Italia, dove la mal abbastanza deprecata specializzazione nei vari ruoli ha creato del mezzi giocatori che — magari — riescono persino ad arrivare alla maglia azzurra soltanto perché sanno svolgere un determinato compito In dieci metri di terreno. RAGAZZI - Il condizionamento psicologico ai ruoli ed alle situazioni comincia dalle squadre ragazzi, dove invece occorrerebbe lasciare il massimo sfogo all'Inventiva del giocatore, per poterne studiare al meglio le possibilità. In Inghilterra, ci sono tecnici che si dedicano al settore « ragazzi » capaci di Impiegare un mieta in ruoli diversi di partita in partita, per affinarne le doti individuali ed II senso tattico. In Italia a sedici anni si può già essere un « libero » perfetto, con le conseguenze facilmente riscontrabili ogni domenica sui campi dei professionisti e dei • semiprò ». INTOCCABILI - Il passaggio di un giovane dalle formazioni minori alla • rosa » della prima squadra equivale a farlo entrare nel gruppetto degli intoccabili: verrà magari sfruttato a fondo (vedi Landinl da Herrera alla Roma) sul piano atletico, ma non gli verrà più insegnato nulla che gli possa servire ad accrescere il bagaglio personale. Quando Glagnoni al Torino pensò di offrire a Pullcl l'opportunità di una preparazione specifica particolare, sia il tecnico sia II giocatore furono considerati con sarcasmo. La frase • Pullcl torna a scuola » fu pronunciata con tono divertito dagli addetti ai lavori, mentre si sarebbe dovuto guardare all'esperimento con rispetto. Magari, per restare a Torino, Glagnoni avesse fatto un ripasso di altro tipo a Sala, per convincerlo che II suo gioco tutto dribbling e contrasti avrebbe finito per costringerlo a tropDO dispendiosi sforzi fisici, mentre l'avversarlo può anche essere evitato con la triangolazione, il dialogo con i compagni. BOOMERANG - Un gol segnato da fuori area e diventato, nel nostro calcio, prima materia da moviola, poi da album dei ricordi. E' vero che i marcamenti più assidui, la maggior preparazione atletica dei portieri, la rapidità stessa del gioco, rendono difficile il « tiro dal limite », ma tuttavia allenatori e giocatori poco fanno per migliorare in un tipo di « gesto calcistico » così importante. Si dice, con ragione, che gli inglesi calciano meglio di « shoot » anche perché usano palloni di altro tipo. Bene, proviamoli, se tiro violento vuol dire gol possibile, e se il gol serve a ravvivare i sempre più modesti spettacoli domenicali. I nostri giocatori sanno a malapena calciare con forza con palla ferma. Domenica a San Siro abbiamo visto un sinistro già superiore alla media come quello di Chiarugi mandare alle stelle un invitante pallone toccatogli rasoterra da Blgon, alle soglie dell'area granata. La mancanza di tiro è un « boomerang » che si ritorce a danno del giocatore stesso e della squadra. NAZIONALE - La collana di affermazioni del Club Italia, miglior rappresentativa europea per unanime voto dei tecnici stranieri e favorita per i mondiali, sembra smentire con la prova dei fatti queste considerazioni pessimistiche, ma la Nazionale raggruppa i migliori, fonde II cervello di Rivera con l'astuzia di Capello, il sinistro di Riva con la grinta di Burgnich, Il colpo di reni di Zot'f con le invenzioni funamboliche di Causio, raccoglie insomma la crema da sedici squadre di serie A. Il panorama visto dall'alto, in generale, è meno affascinante, I commenti del lunedi raramente esaltano quanto ha offerto una partita, si è costretti a puntare soprattutto sui risultati. Squadre come macchine, giocatori come ingranaggi. Spinosi ha dato l'esemplo. Nell'applaudlrlo per la capacità di far violenza sulla sua Indole onde anticipare addirittura le esigenze di squadra, rivolgiamo l'ultimo nostalgico pensiero a chi crollava sul campo, prima di mollare un avversario. E non è necessario andare ai vercellesi con la rete fermacapelli, basta pensare a ieri. Oggi, il nostro calcio è cosi. Bruno Perucca Luciano Spinosi

Luoghi citati: Inghilterra, Italia, Torino