E' venuto da Roma ad uccidere la sua ragazza che si prostituiva

E' venuto da Roma ad uccidere la sua ragazza che si prostituiva Il delitto di un giovane sardo ieri ad Alessandria E' venuto da Roma ad uccidere la sua ragazza che si prostituiva La vittima aveva 23 anni, di origine sarda, ed era ospite di due compaesane in Piemonte - L'assassino ventisettenne si è arreso alla polizia ed ha confessato - Afferma di essere stato provocato e minacciato (Dal nostro corrispondente) Alessandria, 8 gennaio. Un giovane sardo abitante a Roma, giunto alcuni giorni fa ad Alessandria per incontrarsi con la sua ragazza, l'ha uccisa nella prima serata di oggi dopo avere scoperto che la donna si prostituiva. Le ha sparato tre colpi di rivoltella, al termine di una discussione, mentre già si apprestava a far ritorno a Roma. Afferma di essere stato provocato; sostiene che la ragazza l'aveva minacciato, impugnando prima un paio di forbici, poi la stessa rivoltella dell'assassino; il colpo non era in canna, quindi non ha potuto sparare. Subito dopo il delitto, il giovane ha chiesto ad un'amica della sua ragazza di chiamare la polizia. Si è lasciato arrestare degli uomini della « Mobile », guidati dal dott. Feola e dal dott. Maddalena. Interrogato dal sostituto procuratore della Repubblica, dott. Parola, ha confessato. La vittima si chiamava Luciana Scano, aveva 23 anni; nata a Sant'Antioco (Cagliari), aveva abitato fino all'ottobre scorso a Roma, in via Braccio da Mentane 30. Da circa due mesi era ospite ad Alessandria, in via Legnano 33, di due sorelle sue compaesane, Paola e Rosalba Selis, di 20 e 23 anni, dalla vita piuttosto movimentata. L'assassino, Ennio Carta, è nativo di Fordongianus (Cagliari), ha 27 anni; rappresentante di commercio, abita a Roma in Circonvallazione Casilina 8. Si erano conosciuti nella capitale, dove la ragazza faceva la bambinaia, circa tre anni fa; dalla loro roncaepmvsatgniladnIm relazione è nata una bimba, oggi di due anni, ospite dei nonni materni, a Sant'Antioco. In Sardegna a fare visita alla figlia Ennio e Luciana si erano recati prima di Natale; poi l'uomo era tornato a Roma. La giovane, invece, aveva raggiunto le amiche di Alessandria, dove già aveva soggiornato qualche tempo in autunno. Ad Alessandria, Ennio Carta era giunto la sera del 5 gennaio, vigilia dell'Epifania. « Sono subito andato a casa Selis per incontrare Luciana», ha raccontato, presente il difensore, aw. Boccassi, al dott. Parola, « sono stato accolto né bene né male. Ho avuto il dubbio che la mia ragazza conducesse una vita irregolare ». Ha parlato con l'amica dei suoi dubbi; voleva sapere come stessero le cose. «Lascia perdere — avrebbe risposto la Scano —. Ne parliamo poi. Fermati ad Alessandria, viviamo insieme ». Domenica e lunedì, malgrado qualche piccola discussione, sono stati sempre insieme. I rapporti sembravano normali. « Ieri sera — continua ancora l'assassino — affrontai decisamente l'argomento: volevo che mi dicesse qual era la sua attività, chiaro e tondo. Mi rispose che "era costretta a far la vita per guadagnare i soldi che le servivano a mantenersi". Lo dubitavo, ma la confessione mi turbò. Ebbi una crisi di nervi e decisi di tornare a Roma. Andai infatti alla stazione, ma poi cambiai idea ». Si recò al cinema. Verso la mezzanotte era nuovamente nella casa delle Selis, dove poco dopo rientrava anche la Scano. « Parlammo ancora della sua vita — dice l'assassino —. Usavo un tono sfottente, per farle credere che non mi importava più di nulla. Però soffrivo ». L'uomo ha trascorso la notte nell'alloggio di via Legnano. Insieme, i due sono andati verso le 14 di oggi a pranzo. Poi la ragazza si è recata dalla pettinatrice. «Ero combattuto fra l'idea di tornare a Roma e l'ossessione di vedere come sì comportasse Luciana. L'ho attesa dalla pettinatrice. Insieme siamo tornati a casa ». Qui hanno riproso a discutere. Lui parlava, faceva continuamente domande; lei, invece di rispondere, si mordicchiava le unghie. « Eravamo seduti sul sofà — così prosegue il suo racconto l'omicida —. Poiché insistevo, lei mi rispose malamente. Poi, alzatisi di scatto, afferrò un paio di forbici e si avvicinò. Sul tavolino della televisione c'era la mia rivoltella: una calibro 7,65, die, — dice — avevo acquistato un mese fa. a Roma, da alcuni zingari ». « Escludo di aver mai avuto intenzione dì uccidere Luciana », precisa rispondendo a un intervento del difensore, avv. Boccassi. La ragazza comunque, nel corso della discussione, oltre alle forbici avrebbe anche impugnato la rivoltella. « Puntò l'arma contro di me e premette il grilletto — sostiene Carta —. La pallottola non era in canna e non successe nulla. Allora la invitai a deporre la rivoltella, e obbedì. Le ho chiesto se mi a. ebbe ammazzato veramente. Mi ha risposto di sì. Decisi di andarmene. Misi la pistola in tasca dopo averle fatto vedere come si carica e preparai la borsa per partire». Prima di uscire — almeno così sostiene — Ennio Carta chiese alla ragazza quando le avrebbe telefonato. «Mai — avrebbe risposto Luciana —; vai al diavolo! Ti farò anche portare le corna ». La frase avrebbe sconvolto il giovane. «Non capii piìt nulla — dice —, entrassi la rivoltela, quindi sparai tre colpi da una distanza di due-tre metri. Eravamo in piedi, uno dinanzi all'altra ». Ratgiunta alla mano sinistra, alla spalla destra e a un fianco Luciana Scano crollò a terra. «Luciana, cosa ho fatto!», gridò il Carta. Ma ormai la ragazza era morta. Poco dopo rientrò in casa Paola Selis, vide l'amica a terra e disse che bisognava chiamare un'ambulanza. «E' inutile — furono le uniche parole del Carta —, è morta. Piuttosto, telefona alla polizia ». Pochi attimi dopo, Ennio Carta si lascia arrestare dagli uomini della « Mobile ». Nei suoi confronti, il dottor Parola ha spiccato ordine di cattura per omicidio volontario. Franco Marchiare