Bologna vuol tendere la mano ai vecchi per non lasciarli vivere nella solitudine di Franco Mimmi

Bologna vuol tendere la mano ai vecchi per non lasciarli vivere nella solitudine Iniziative dell'amministrazione civica per la "Terza età,, Bologna vuol tendere la mano ai vecchi per non lasciarli vivere nella solitudine Con l'inizio dell'anno sono entrate in vigore alcune disposizioni che dovrebbero aiutare gli anziani (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 5 gennaio. Il «fenomeno anziani» si dilata, si fa ogni giorno più pressante; la cosiddetta «terza età» rappresenta una parte sempre più larga della popolazione (a Bologna costituiva, all'inizio del secolo, l'uno per cento, oggi tocca il venti). E non è facile, essere vecchi: la vita intorno sembra aver accelerato il suo ritmo, seguirlo diviene faticoso. Qualcuno è più sfortunato di altri: senza affetti, o privo di mezzi, rischia di perdere la «sintonia», sente insorgere, talora, la tentazione di appartarsi, di estraniarsi, di uscire dalla vita vissuta. Si alza, tra gli anziani e la vita, come un diaframma. Il comune di Bologna lotta ormai da tempo per abbattere questo diaframma. «Per quanto riguarda gli anziani — ha detto l'assessore all'assistenza e ai servizi sociali, Ermanno Tondi — l'obiettivo che l'amministrazione comunale si pone è quello di invertire l'attuale tendenza all'emarginazione o all'auloemarginazione. Questo obiettivo dovrebbe essere realizzato attraverso la creazione di tutte le possibili premesse sociosanitarie». Non si tratta solo di buoni propositi: con lo scoccar del¬ ù e , r E a o è a , i a r — o o e i ¬ l'anno sono entrate in vigore a Bologna alcune disposizioni il cui scopo è appunto di sottrarre uomini e donne della «terza età» a quella sorta di morte civile cui la solitudine, i disagi economici, la malferma salute li condannano. Già 700 persone anziane ricevevano dal Comune sussidi che integrassero la pensione sociale fino a portarla ai minimi dell'Inps; sono divenute, dal 1" gennaio, 1700 circa. A ognuna toccherà una cifra sufficiente ad assicurare, al netto dell'affitto, il minimo vitale di 35 mila lire il mese, e nel periodo del Natale vi sarà anche la «tredicesima». Negli anni scorsi, poi, a qualche migliaio di pensionati veniva consegnato, vicino alle feste di fine d'anno, un «buono» per la legna e il carbone. Dal '74, un cambiamento anche in questo: nessun tagliando ma la somma di 7000 lire. Una piccola cifra, che rappresenta però l'intento del Comune di dare non solo un aiuto ma anche la piena disponibilità dei pur pochi mezzi che vengono messi a disposizione. In un suo libro che sta per essere pubblicato anche in Italia, Andrei Siniavski ricorda gli anni trascorsi in un Lager per avere scritto libri «calunniosi per il regime sovietico», e racconta che molti dei suoi colleghi di pri¬ gionìa pensavano al giorno della liberazione come al momento in cui poter entrare in un'osteria, ordinare una birra, pagarla e berla d'un fiato. Non è una sciocchezza, è la più semplice riaffermazione della libertà: la possibilità di mescolarsi, in un locale pubblico, ai propri simili, la possibilità di effettuare una scelta, di pagare per quella scelta, di consumare quella scelta: è la libertà. Allo stesso modo, per quanto il raffronto possa sembrare spropositato, anche l'avere in tasca qualche migliaio di lire anziché un tagliando per la legna e il carbone è un modo di riaffermare se stessi, di resistere all'emarginazione. Poi c'è, per gli anziani, il problema della casa, che non è solo un luogo in cui abitare ma spesso costruzione cui i ricordi fan da calcina, l'eredità degli affetti da intonaco. E' necessario avere la possibilità, come ha detto l'assessore Tondi, «di mantenere gli anziani nel loro ambiente e nel loro tessuto sociale, in condizioni accettabili di dignità e di libertà». Così, il risanamento del centro storico, che vuol mantenere in loco gli abitanti attuali, favorirà gli anziani, che rappresentano la più alta percentuale della popolazione residente entro la cerchia antica della città. Il consiglio comunale, inoltre, che già nel '68 decise di assegnare, esclusivamente agli anziani gli alloggi di proprietà comunale, costruiti tra il '48 e il '58, che si rendano liberi, ha ora aperto un dialogo con le cooperative edilizie per assicurarsi un certo numero di appartamenti da destinare a chi vive la «terza età». Infine, si è cercato di consentire a queste persone, spesso bisognose di cure, di vivere, anche se da sole, in piena sicurezza e tranquillità: moltiplicazione dei centri di assistenza domiciliare, vacanze terapeutiche al mare e in montagna nel periodo estivo e anche, per alcuni, nel periodo invernale, sulla Riviera ligure, allo scopo di evitare i danni che i rigori del clima bolognese possono provocare in chi è avanti negli anni. Si cerca di preservare la completa autonomia degli anziani, ma non vengono dimenticati colore i quali, per varie ragioni, hanno dovuto scegliere la via del ricovero: chi è sano potrà disporre di 15 mila lire il mese per le piccole necessità; per i malati cronici, l'assegno sarà di 5 mila lire. Altre cifre piccole che, al conto totale, danno centinaia di milioni, miliardi. Franco Mimmi

Persone citate: Ermanno Tondi, Siniavski

Luoghi citati: Bologna, Italia