Referendum sul divorzio

Referendum sul divorzio Referendum sul divorzio (Segue dalla 1" pagina) uno sforzo da parte cattolica di abbandonare il piano inclinato che porta allo scontro potrebbe ancora essere fatto, alla luce del sole e nel rispetto delle reciproche fedi; pronti, se alla dura prova si dovrà arrivare, a gettare in essa tutto il peso della nostra forza organizzata, della nostra tradizione, del nostro prestigio ». Arfè ammonisce che il psi non pagherebbe alcun prezzo del referendum, mentre « un prezzo alto lo pagherebbe il mondo cattolico isolandosi, e in pessima compagnia (cioè coi neofascisti, n.d.r.) dentro lo "storico steccato", immemore dei trepidanti moniti di Alcide De Gasperi ». Fortuna (psi), uno dei due «padri» della legge vigente, afferma che, dopo la risposta di Fanfani, il referendum si farà e, quindi, i laici devono prepararsi dopo «aver perso troppo tempo». Propone un comitato nazionale per il divorzio presieduto da esponenti come Nenni, Saragat, Reale, Branca, Malagodi, Terracini «che porti avanti la battaglia», e un «patto tra gentiluomini» del comitato divorzista e del comitato antidivorzio «per disciplinare la propaganda alla Rai-Tv». Per i repubblicani Reale dice che la linea Fanfani è analoga a quella assunta da Forlani nel 1971 e che «ci consigliò di non associarci alla proposta Carettoni per modificare la legge»; Marniti! pensa che i partiti laici non possano presentare alcuna proposta senza un «esplicito accordo preventivo con la de», perché oggi in Parlamento c'è una maggioranza antidivorzista; Malagodi, notando che per cambiare l'attuale regime di divorzio, Stato o Chiesa dovrebbero rinunciare a parte della propria sovranità, conclude che «un tema effettivo è oggi quello di organizzarsi per una campagna da condurre con fermezza e civiltà insieme» a favore del divorzio. Orlandi scrive su Umanità che Fanfani ha il merito di aver rotto «la strategia del silenzio» esprimendo «un sofferto, ma convinto "non possumus" che sarà in contraddizione con gli affidamenti più o meno sotterranei di cui si è avuta notizia, ma che non lo è con la tradizione della de e la logica di un partito d'ispirazione cattolica». Per il segretario socialdemocratico «la prospettiva del referendum non è affatto catastrofica», a condizione che «l'esigenza essenziale è il mantenimento della democrazia e che il governo resti estraneo aliti competizione ». Lamberto Fumo