La tappa più lunga: Sydney - Rio de Janeiro Un'aspra lotta contro i gelidi venti del Sud di Doi Malingri

La tappa più lunga: Sydney - Rio de Janeiro Un'aspra lotta contro i gelidi venti del Sud Il giro del mondo in barca a vela La tappa più lunga: Sydney - Rio de Janeiro Un'aspra lotta contro i gelidi venti del Sud L'imbarcazione dovrà percorrere 16 mila chilometri, passando anche per il 50° parallelo (Nostro servizio particolare) Da bordo dello Cserb, 4 gennaio. Siamo ripartiti da Sydney in cinque, cioè con il minimo di membri dell'equipaggio concessi dal regolamento del Giro del mondo a vela. Ora a bordo sono mia moglie Carla, Carlo Mauri, Alessandro Lojacono e Michele Meda. Vi è più spazio nella barca che naviga verso SudEst carica di viveri e di nafta. Oltre ad aver riempito i serbatoi abbiamo anche cento litri di carburante sistemato nelle apposite taniche in previsione dei freddi che dovremo affrontare verso Capo Horn. Per ora il tempo è fin troppo bello sebbene siamo già notevolment3 a Sud. La nostra posizione è 41.00 Sud 162.00 Est. Fa quasi caldo: quindici gradi. Purtroppo manca il vento, cosicché tutti i concorrenti sono raggruppati in un tratto di mare ristretto. Ci godiamo questi giorni di tranquillità pensando alle difficoltà che ci aspettano nel¬ . e a . o o o n o a d o i i e ¬ la tappa più lunga e dura del Giro del mando: prima di giungere a Rio de Janeiro dovremo infatti percorrere 16 mila chilometri, passando oltre al 50" parallelo al limite della zona dei ghiacci. In compenso mentre in Italia molti avranno festeggiato Capodanno tra la neve, noi abbiamo bevuto champagne e mangiato ostriche, che ci eravamo appositamente portati, prendendo un sole tiepido. Nell'ultimo giorno del '73 le radio di bordo sono entrate in funzione per portare auguri tra i vari concorrenti e notizie della regata. La disavventura del Pen Duick, che ha nuovamente rotto l'albero di maestra, ci ha colpiti. Tabarly non merita davvero tanta sfortuna. Anche su un'altra barca francese, il Grand Louis, si è lamentato un incidente grazie al cielo non grave. Un membro dell'equipaggio, nipote di Viant — se abbiamo bene capito il nome dato che in quel momento le comunicazioni erano disturbate — si è rotto un l a l a i o o 3 e i , . o u l o o t l o n braccio. Sul Grand Louis si trova un medico, il quale ha provveduto all'ingessatura. Lo infortunato potrà proseguire il viaggio; se tutto va bene arriverà a Rio tra circa due mesi completamente guarito. Neppure il Tauranga è stato dimenticato dalla sorte avversa: un neozelandese imbarcato a Sydney soffre di ernia del disco. Dovrà essere lasciato in Nuova Zelanda, dove appunto Pascoli si sta dirigendo. Buone notizie dalla altre barche. Su tutte vi è molto entusiasmo e molta tensione. Noi inganniamo il tempo ascoltanto Carlo Mauri che ci parla delle sue imprese nell'Antartide, curando le vele — abbiamo spaccato un fiocco genoa ma lo stiamo aggiustando — e alternandoci con turni regolari al timone. La cuccetta rimasta libera per l'assenza del sesto uomo è quella occupata da Alberto Passi nella prima tappa: ora serve da deposito viveri, dato che si trova proprio sul passaggio verso la cambusa sistemata a poppa. Alessandro Lojacono si distingue sempre, oltreché per la bravura di marinaio per le doti di cuoco. Stamane ci ha combinato un'ottima polenta. Mia moglie Carla fa i turni come gli altri, senza sottrarsi agli impegni più severi. A sei giorni dalla partenza, naturalmente, è presto per avere un'idea precisa sull'andamento della competizione: secondo notizie scambiate via radio il gruppo dei primi comprende Second Life, Grand Louis, Kriter, Adventure — il quale secondo le comunicazioni da Portsmouth sarebbe primo in tempo compensato — e poi Guia, Cserb e Tauranga in uno spazio ristretto. Seguono British Soldier ed Otago. Come abbiamo detto, per ora, siamo in piatta e non si prevedono cambiamenti di posizione. La lotta si aprirà tra poco quando i gelidi venti del Sud soffieranno con tutta la loro violenza. Doi Malingri

Luoghi citati: Antartide, Italia, Nuova Zelanda, Rio, Rio De Janeiro, Sydney