La scelta della macchina per i giorni dell'austerità

La scelta della macchina per i giorni dell'austerità CRONACHE DELL'AUTOMOBILE La scelta della macchina per i giorni dell'austerità Un bene prezioso da usare con attenzione - Come dovrebbe essere la vettura ideale - Una provvidenziale tradizione italiana: V "utilitaria" Il mercato dell'automobile è tuttora in fase di « stanca »: anche in passato i mesi da novembre a marzo sono sempre stati i meno favorevoli per le vendite di vetture nuove, ma per semplici motivi stagionali; adesso si è aggiunta la crisi del petrolio con le conseguenti restrizioni dei consumi e l'alto prezzo del carburante. Inoltre il freno forzoso nell'uso dell'automobile ha avuto un possente supporto psicologico nell'intervenuta prudenza di fronte all'investimento di denaro per l'acquisto di una nuova vettura, fatto senza precedenti negli ultimi vent'anni, da quando cioè gl'italiani hanno cominciato a « scoprire » l'automobilismo di massa. Adesso si è in attesa che la situazione carburanti si chiarisca in qualche modo, e già si intravede un aggiustamento, che comporterà ancora sacrifici, problemi e scelte da parte di chi si serve della macchina, ma che comunque dovrebbe portare a uno sblocco dell'attuale fase di stallo. Rimarrà però una remora fondamentale, la questione del prezzo della benzina, che determinerà un ulteriore incremento dei costi di gestione dell'automobile. In queste condizioni, circolare su strada, per lavoro o per svago o per necessità, comporta non solo un impegno economico, ma anche il dilemma di scegliere giorno per giorno la destinazione più opportuna dell'automezzo; deve indurre un po' tutti a considerare l'automobile come un bene prezioso, da trattare con riguardo. E da guidare con un'attenzione nuova. E' difficile, ma dobbiamo cominciare a convincerci che è finita l'epoca dei consumi spensierati, e in particolare che la macchina non è più un simbolo esteriore di benessere, ma finalmente uno e : a i i ne i l o e ne r ti a o ue i e anle oa e a enli oo à, eil o ù ea otioo e mi e ù eo eia i ni o en ida ti ri ni ahe o o nle oto aun la ta tpie. strumento essenziale di vita, non è possibile rinunciarvi, però la si dovrà riconsiderare attraverso un'ottica diversa, aderente alle nuove realtà dei tempi. Certo l'ideale sarebbe poter disporre di una vettura concepita per l'austerità, cioè meccanicamente semplice, con finiture spartane (quindi di basso prezzo), con minimi costi di manutenzione, di consumo estremamente parco, e capace di trasportare quattro o cinque persone a velocità ragionevole, e senza rinunciare a un minimo di confort. In altri termini, un mezzo che si richiami al concetto autentico di veicolo come sistema individuale di spostamento. Ma decenni di progresso tecnico e di sviluppo economico della società hanno in un certo senso allontanato dall'idea originaria — né poteva essere diversamente — fornendo però una contropartita di eccezionale importanza. Anzi, proprio grazie all'enorme evoluzione tecnologica e delle conoscenze in materia costruttiva, esistono oggi automobili che a questo ideale si avvicinano in modo sensibile. Viene in mente una considerazione di natura storica. Le condizioni obiettive di arretratezza economica dell'Italia hanno sempre influenzato la produzione automobilistica nazionale, così come le stesse imposizioni fiscali. Per questo la nostra industria si è specializzata in motori di cilindrata contenuta — ma molto brillanti; e la vettura « utilitaria » è tipicamente italiana, o quanto meno è nata da noi prima che altrove. Ripensiamo a quello che ha fatto la Fiat in questo campo: dalla 509 degli Anni Venti alla successiva Balilla (entrambre con motore da un litro), dalla Topolino costruita a cavallo dell'ultima guerra alla 600, fino ai modelli utilitari oggi più attuali che mai: 500, 126, 127, 128. Ci consideravamo i parenti poveri; adesso può essere una fortuna. Non è che i modelli di maggior cilindrata disponibile sul mercato italiano siano diventati superflui o superati. Per fortuna siamo liberi di indirizzarci verso quello che ci serye, e nel ventaglio di vetture offerte dall'industria esistono possibilità di valutazione tali da consentire la scelta più ampia e meditata. L'auto ideale che vorremmo, oggi non esiste in assoluto, anche perché finora sono mancati i presupposti per concepirla. Eppure esistono modelli che vi si avvicinano, appunto le citate « utilitarie », tutte rispondenti alle odierne esigenze di austerità, sia pure su livelli differenti e con personalità proprie. Prendiamo i costi di esercizio alla voce consumi. La 500 e la 126 sono in grado, con un minimo di attenzione nella guida, di percorrere anche più di venti chilometri con un litro di benzina (supponendo di marciare su strada pianeggiante a due terzi della velocità massima); con un carico di quattro persone, questo significa un rapporto percorrenza - consumo - persona bassissimo anche con il carburante a 200 lire il litro: 10 lire di spesa globale per chilometro, 2 lire e 50 a persona. L'una e l'altra vettura, inoltre, pagano meno di tutte nel bollo, nell'assicurazione, in autostrada, nelle riparazioni; e possono fare a meno del garage: il motore raf¬ freddato ad aria non teme il gelo delle notti invernali. Un gradino più dn su è la 127 (con la « cugina » Autobianchi A 112), che può trasportare cinque persone consumando mediamente un litro per poco meno di 15 chilometri; a pieno carico, la spesa in benzina prò capite è di pochissimo superiore a quella della 126. Inoltre, su percorsi tortuosi la brillantezza del motore e la trazione anteriore permettono buone medie senza necessità di frequenti cambi di marcia, ancora a vantaggio del risparmio di carburante Di poco dissimili sono le prestazioni di consumo della 128, che della gamma utilitaria Fiat è la più comoda e ampia, ma che conserva la fisionomia di macchina per famiglie dove il bilancio auto non deve essere eccessivo. Non sono molti gli esempi altrettanto convincenti di utilitarie in senso stretto, di automobili per l'austerità. Ferruccio Bernabò

Persone citate: Ferruccio Bernabò

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