A Ginevra si continua a trattare il disimpegno sul Canale di Suez

A Ginevra si continua a trattare il disimpegno sul Canale di Suez Ieri sera nuovo incontro degli ufficiali d'Israele ed Egitto A Ginevra si continua a trattare il disimpegno sul Canale di Suez Gli israeliani accetterebbero di ritirarsi trenta chilometri a Est del Canale - A condizione, tuttavia, che l'esercito avversario nel Sinai venga parzialmente disarmato ( Nostro servizio particolare) Ginevra, 2 gennaio. Con una seduta segreta che si è protratta fino a tarda ora della notte sono ripresi oggi a Ginevra, nel. quadro della Conferenza sul Medio Oriente, i colloqui tra gli esperti militari israeliani ed egiziani sulla questione del disimpegno degli eserciti nella zona del Canale di Suez. E' generale opinione che i negoziati, che la scorsa settimana avevano registrato una serie di notevoli progressi sui diversi problemi di principio, siano condizionati dai risultati delle elezioni politiche in Israele, nel senso che alla delegazione ebraica, guidata dal generale Mordekai Gur, è stato impartito l'ordine di agire con estrema cautela nell'attesa che venga formato il nuovo governo di Gerusalemme. Comunque sia, le due parti hanno continuato ad esaminare attentamente tutti i punti riguardanti la separazione delle forze in campo, concentrando oggi il loro interesse suila questione del ritiro delle truppe israeliane sulla sponda orientale del Canale di Suez. Stando ad informazioni ufficiose, il generale Taha-el-magdub, capo della delegazione egiziana, avrebbe nuovamente insistito sulla necessità di un ritiro degli israeliani a trenta chilometri ad Est del Canale. La delegazione israeliana sarebbe più o meno d'accordo, a condizione, tuttavia, che l'esercito egiziano nel Sinai venga parzialmente disarmato affinché assuma il carattere di una forza di polizia. Il fatto che il generale Dayan, ministro della Difesa israeliano, abbia deciso di recarsi venerdì prossimo a Washington per conferire con Kissinger sulla questione del disimpegno sul fronte del Canale di Suez, è valutato dagli osservatori di Ginevra come un altro sintomo dell'attuale incertezza dei militari ebraici. Per ora sembra nondimeno esclusa un'interruzione del dialogo ginevrino al livello degli esperti militari: salvo cambiamenti dell'ultima ora, è prevista per dopodomani un'altra riunione segreta sui diversi aspetti della separazione delle forze in campo. Un certo nervosismo ha caratterizzato l'odierna ripresa dei colloqui ginevrini, non foss'altro perché l'inizio della riunione — la terza della serie — è stata rinviata a varie riprese. Tali ritardi sono stati attribuiti ad inaspettate difficoltà in seno alla delegazione israeliana in quanto al suo arrivo a Ginevra le sarebbe pervenuto, con un messaggio cifrato, l'ordine di assumere un atteggiamento meno conciliante sulla questione del ritiro dei soldati ebraici sulla sponda orientale del Canale. Per ricoordinare il proprio programma di lavoro, il generale Gur avrebbe chiesto al finlandese Siilasvuo, che nella sua qualità di comandante dei «caschi blu» nel Medio Oriente presiede gli attuali negoziati ginevrini, un rinvio di poche ore dell'inizio dei lavori. Il portavoce delle Nazioni Unite si è tuttavia limitato a spiegare che il ritardo era dovuto essenzialmente a «motivi tecnici». Una mezz'ora dopo la fine della seduta, durata esattamente due ore e 47 minuti, è stato diramato il seguente comunicato: « Con una tappa importante è terminata la odierna discussione tra gli esperti militari. Infatti le due parti hanno proseguito lo scambio di vedute sui rispettivi punti di vista ». I capi delle due delegazioni si sono rifiutati di rivelare ulteriori particolari, suscitando comunque l'impressione di essere soddisfatti dell'andamento dei lavori di oggi. Luigi Fascetti

Persone citate: Dayan, Kissinger, Luigi Fascetti, Mordekai Gur