Ritornavano al lavoro dopo le feste al paese Lo schianto a Caselle, le fiamme e la morte

Ritornavano al lavoro dopo le feste al paese Lo schianto a Caselle, le fiamme e la morte Torino è in lutto per il Fokker precipitato a un chilometro dall'aeroporto: 38 morti Ritornavano al lavoro dopo le feste al paese Lo schianto a Caselle, le fiamme e la morte Alle 14 l'ululo di decine e decine di sirene ha messo in allarme la città - Da ogni quartiere partivano le ambulanze verso la frazione Salga L'aereo ha urtato contro il tetto di un capannone e si è rovesciato, strisciando sul terreno per 700 metri - Soltanto 4 superstiti, due sono gravi Torino ha vissuto ieri una delle sue giornate più drammatiche. Un aereo di linea con 42 persone a bordo, in maggioranza lavoratori sardi che rientravano a Torino dopo le ferie natalizie, s'è schiantato al suolo nei pressi di Caselle. Impressionante il bilancio, 33 morti, e solo quattro superstiti. Tra le vittime, bambini, coniugi, intere famiglie. La città è in lutto. Quella di ieri è la più grave sciagura aerea che abbia colpito Torino dopo Superga nel 1949. Per tutto il pomeriggio c'è stato un incessante e stridente ululare delle sirene di autoambulanze e vigili del fuoco. La gente, attonita e sgomenta, ha continuato a telefonare al giornale chiedendo notizie. Per molte famiglie che attendevano i loro cari a Caselle l'ansia è diventata un po' alla volta angoscia, incubo. Per esse il Capodanno s'è trasformato in tragedia. La prima chiamata al centralino dei pompieri è giunta alle 13,43. Proveniva dagli abitanti delle cascine nella zona del disastro, in strada Venaria. Immediatamente dalla caserma di corso Regina Margherita uomini e mezzi hanno cominciato ad affluire verso Caselle, sotto la pioggia battente. L'ispettore dei vigili, ing. Gabrieli, ha fornito un quadro degli interventi: « Abbiamo utilizzato una ventina di automezzi, tra pompe, barelle, autobotti. Inoltre dato il carattere dell'intervento, alcune macchine speciali dotate di attrezzature da taglio per lamiere. Gli uomini impiegati sono stati una ottantina, la maggior parte da Torino, in aggiunta ai componenti il primo distaccamento ceroportuale di Caselle ». Giunti sul luogo del disastro dopo una decina di minuti, i vigili del fuoco hanno incominciato ad inondare i tronconi dell'aereo con abbondanti getii di schiuma antincendio. Ben presto il terreno circostante, già gonfio di pioggia, si è trasformato in una palude vischiosa di fango misto a schiuma, rendendo più difficile l'opera, di soccorso. Alle 19, al termine delle operazioni di recupero, le squadre sono tornate in caserma. Sul posto sono rimasti gli uomini d^l battaglione mobile dei carabinieri e della polizia per la guardia al relitte e per favorire lo scorrimento del traffico. Imponente è stato anche lo spiegamento di forze dei vigili urbani e dei centri di pronto soccorso. Appena giunta notizia della sciagura dal comando di corso XI Febbraio sono partite alla volta di Caselle cinque autoradio e quattro pattuglie di motociclisti agli ordini del comandante Galletta. Sette ambulanze sono state inviate dalla Croce Rossa, con i medici del servizio Inam, sei dalla Croce Verde, altrettante dal Pronto Soccorso municipale. Gli automezzi hanno puntato sull'ospedale di Clrié, dove in un primo momento erano stati ricoverati due dei sopravvissuti, Eliana e Pietro Cotza. Soccorsi da abitanti della zona e sottoposti alle prime cure dai medici del pronto soccorso, 1 feriti sono stati poi portati a tutta velocità al Centro Traumatologico di Torino, dove si e provveduto a difficili interventi chirurgici. Per altri due, scampati in un primo momento alla sciagura, la corsa affannosa verso la città, forse verso la salvezza, si è rivelata inutile. Quando i due automezzi sono arrivati al pronto soccorso del Maria Vittoria, per Domenico Romeo, 41 anni, il comandante dell'aereo e per un altro passeggero, finora non identificato, ormai non c'era più niente da fare. Il medico non poteva che constatarne la morte. All'Astanteria Martini un'ambulanza porta il tecnico di volo, Giampaolo Sciarra, 27 anni, abitante a Roma in via Conti Rossini 113. Vaneggia, non ricorda, straziato dal dolore delle fratture e delle lesioni interne, dall'incubo di quei lunghissimi minuti in cui è rimasto rinchiuso nella prigione di lamiere roventi. Lo sottopongono a un delicato intervento chirurgico, viene ricoverato con prognosi riservata. Quando, poco prima delle 19, esce dalla sala operatoria ancora in preda all'anestesia, si guarda intorno smarrito: «Che razza di ospedale è questo?» chiede. Poi scuote la testa, si copre il volto con il lenzuolo della barella: «Andate via, lasciatemi stare». Al Martini giunge poco dopo Enrico Isoni. 35 anni, via Sospello 5. E' il meno grave del sopravvissuti alla tragedia: contusioni, qualche escoriazione, choc. Guarirà in 15 giorni. Era seduto nella parte anteriore del Fokker. Ricorda l'urto secco contro il cantiere, poi l'aereo che si piega inesorabilmente da un lato, Io schianto. E poi? «Nulla — risponde — solo fumo, tanto fumo». In quel fumo è morta la moglie di Enrico Isoni, Rosy, 36 anni, ed 11 fratello di lui. Luigi: insieme tornavano da Cagliari, dove avevano passato le feste in famiglia. Da semplice muratore Isoni, di origine sarda, è riuscito a di ventare capo cantiere. Nel '71 ha cambiato casa,-l'anno scorso la moglie aspettava un figlio. Sembrava che incominciasse una vita migliore. Poi la donna ha avuto un'operazione, la gravidanza si è interrotta. Nessuno per ore ha trovato il coraggio di dirgli che era rimasto solo. Ha capito da sé e piangendo ha detto: «C'era tanto fumo, e lei non è qui». In un sacchetto di cellophane trovato sul tragico prato di Caselle, Insieme con la carta d'identità della donna ci sono tre fotografie: due bambini, una bambina, ed una foto di lei. Dietro, una dedica del marito: «Pensami sempre con tanto amore, è la cosa che più desidero al mondo». Dall'ospedale di Clrlè giungono al Cto Eliana Cotza, 36 anni, ed il figlio, Piero, 19 anni. Ellana Cotza l'hanno vista uscire dal relitto infuocato gridando: «I miei figli, cercate i miei figli». Perché di figli ne aveva altri tre: Rosalba, 15 anni, commessa in un negozio di maglieria; Sandro, 14 anni, studente di seconda media; Tiziana, 11 anni, studentessa di prima media. Erano tutti con lei sull'aereo, e c'era anche il marito. Elisio, 49 anni, camionista. I Cotza tornava no da Cagliari, dove erano andati a trovare la madre. Erano partiti, lo ricordano 1 vicini di casa di via Po 9, qualche giorno prima di Natale; ma generalmente non tornavano prima dell'Epifania. Piero Cotza è gravissimo: ha ustioni di terzo grado agli arti, fratture, lesioni interne, trauma cranico. Fatica a respirare, prò nuncla parole mozze, affannose, ricordi dei tragici minuti che ha appena vissuti: «Il fuoco», «la cascina». Il ragazzo ha lavorato sino a due mesi fa al bar Interno della Rai, poi è stato assunto al bar La Coppa, di via Cernala 5. Anche la madre è grave: ustioni agli arti, un piede completamente bruciato. Al dottor Bonsignore della polizia ripete all'infinito la stessa domanda: «Dove sono i miei figli? E mio marito?». La rassicurano, ma lei non crede, insiste, supplica piangendo. Le avvicinano la barella con Piero: «Vede che uno è qui? Gli altri sono alle Molinette». Eliana Cotza scuote la testa, singhiozza. Al prefetto, dottor Salerno, venuto a portarle gli auguri del Presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio, ripete la domanda con un tono di pre¬ ghiera e di complicità allo stesso tempo: «Mio marito, 1 miei figli?». E non convinta della risposta si chiude in un ostinato mutismo, rifiuta di parlare con chiunque non le dica la verità. Una ve¬ rità atroce per questa donna e questo ragazzo sospesi fra la vita e la morte: che il marito, il padre, i figli, i fratelli sono rimasti carbonizzati sul prato di Caselle, con altre 34 persone. Dopo aver urtato contro il tetto di un edificio, il "Fokker" ha concluso la sua tragica corsa contro un capannone. Vigili del fuoco, polizia e carabinieri hanno lavorato freneticamente nella speranza di trovare altri superstiti. Migliaia le persone accorse

Luoghi citati: Cagliari, Roma, Salerno, Torino