Il jet di linea Cagliari-Torino precipita a Caselle: 38 morti di Clemente Granata

Il jet di linea Cagliari-Torino precipita a Caselle: 38 morti Alle 13,30 sull'aeroporto avvolto dalla foschia Il jet di linea Cagliari-Torino precipita a Caselle: 38 morti Soltanto 4 sopravvissuti di cui due in condizioni disperate - L'aereo, dopo aver urtato con l'ala un capannone industriale, ha strisciato in fiamme su un prato ed è finito contro una cascina dove è esploso - L'inchiesta: scarsa visibilità, errore del pilota, un guasto a bord- ? - Le vittime erano in maggioranza lavoratori che rientravano a Torino dopo le vacanze Morte a Caselle. Un «Fokker F. 28 » dell'ltavia, dopo aver urtato con l'ala un capannone industriale, si è schiantato contro il fienile di una cascina a tre chilometri circa dalla pista d'atterraggio. Trentotto persone hanno perso la vita, quattro i sopravvissuti, ma due di essi sono in condizioni disperate. E' la più grave sciagura aerea avvenuta nel cielo di Torino dopo il disastro di Superga del 4 maggio 1949, quando scomparve la squadra granata. Ma la tragedia avrebbe potuto avere proporzioni maggiori perché il « Fokker » è esploso vicino a case abitate da una trentina di persone. E' accaduto tutto in una ventina di secondi, poco dopo le 13,30 di ieri. Un rumore assordante, poi un boato ed una « palla di fuoco », come l'hanno definita i primi testimoni, che correva a velocità folle su un prato, un nuovo schianto, i rottami che volavano dappertutto, le fiamme alte oltre quindici metri. E le urla strazianti dei sopravvissuti che invocavano aiuto. Un'inchiesta è già in corso. Gli interrogativi cui dovrà rispondere sono parecchi. Il «Fokker» passa per uno degli aerei più sicuri. Com'è potuto accadere un disastro di simili proporzioni? Scarsa visibilità, errore del pilota nella fase d'atterraggio, improvviso guasto delle apparecchiature di bordo? L'indagine è condotta dai tecnici dell'ltavia, ai quali si affiancheranno poi i membri di una commissione ministeriale. Il «Fokker F. 28 I-Tide», volo di linea IH 897 era partito da Cagliari poco dopo le 10,30. Ha fatte scalo a Bologna e di 11 verso le 12,40 si è diretto a Torino. Nel primo pomeriggio aveva per meta Ginevra. Si tratta di un volo quotidiano. Abitualmente l'atterraggio all'aeroporto di Caselle avviene alle 13,10. Ma il « Fokker » aveva accumulato nel precedente scalo qualche minuto di ritardo, altro se n'era aggiunto durante il trasferimento a Torino. Lo comandava Domenico Romeo, un ufficiale di 42 anni, originario di Aci Sant'Antonio in provincia di Catania. Secondo pilota, Giulio Montanari, assistente tecnico Giampaolo Sciarra di 28 anni che sarà tra i quattro sopravvissuti, assistente di volo Bruno Chiti. I passeggeri erano 38. Una ventina erano saliti a Cagliari, cinque a Bologna, gli altri venivano da Catania, Crotone, Palermo e Roma. Se ne possiede per ora solo un elenco provvisorio e frammentario. I viaggiatori di questo «Fokker» erano in maggioranza, per quanto è dato sapere, .lavoratori che rientravano nella nostra città dopo aver trascorso le vacanze natalizie nei paesi d'origine. Un periodo di serenità che era durato più del solito. Ieri era giornata di pioggia, malinconica, proprio come il giorno in cui è morto il Grande Torino. E c'era anche una foschia che si allungava su tutta la pianura padana. Nelle campagne attorno a Caselle, come preciseranno poi i tecnici dell'aereoporto, essa si aggirava sui 400-600 metri. E' un dato che bisogna tenere presente perché servirà ai fini dell'inchiesta e per l'accertamento di eventuali responsabilità. Per ITtavia, a quanto è dato sapere, i limiti di sicurezza per l'atterraggio sono di 800 metri orizzontali e di 300 verticali. Verso le 13,25 il « Fokker » che ha una capienza di 65 passeggeri e quindi viaggiava con poco più di metà carico, è comparso nel cielo di Torino. Il comandante Romeo si è messo in contatto con la torre di controllo mentre sorvolava Poirino, a circa 60-70 mila piedi di altezza. Nuovo contatto ad Altessano. Il pi¬ lnhAzsldslaLidlstgv lota ha chiesto l'autorizzazione a scendere. « A bordo — ha detto — è tutto regolare ». A questo punto le comunicazioni si sono interrotte. A Caselle, dopo 15 secondi di silenzio, è scattato l'allarme. La tragica sequenza finale dell'apparecchio impazzito è stata ricostruita attraverso le testimonianze di alcuni abitanti della zona. Damiano Lupo di 38 anni che abita in frazione Gallo Piccolo a due passi da Caselle, ha visto la sagoma dell'aereo profilarsi all'improvviso all'orizzonte. Di solito in quella zona gli apparecchi si 'rovano a 100-150 metri, questo invece volava a bassissima quota, a non più di 15 metri. Tutto, come si è detto, è avvenuto in modo fulmìneo. Il « Fokker » ha urtato contro la cima di un pioppo, ha avuto un sobbalzo, poi è finito contro lo spigolo sinistro di un capannone in costruzione. Una ala si è spezzata, un serbatoio è esploso. « E' stato come un terremoto », hanno detto i testimoni. Poi la palla infuocata ha toccato il suolo. L'aereo si è capovolto, ha strisciato per 800-900 metri lasciando dietro di sé terra bruciata. Infine lo schianto più tremendo contro il fienile della cascina Picat. Il carrello è rimasto imprigionato nelle strutture in metallo che sorreggono il tetto, il velivolo si è spezzato in due tronconi. Altre fiamme. Sono accorsi i primi soccorritori. Oltre al geom. Vincenzo Maccario di 42 anni, proprietario del cascinale, Stefano Bellaccicco di 30 anni, Aldo Aimo e Piero Peregria. Hanno sentito le urla di una donna. L'hanno vista uscire semisvestita dai rottami. E' una delle 4 persone scampate. Si chiama Eliana Cotza, 36 anni, abita a Torino in via Po 9. Con lei si è salvato il figlio, Piero di 19 anni, ma altri tre figli ed il marito sono rimasti carbonizzati. I due feriti sono in gravi condizioni al Centro traumatologico. Meno preoccupanti due altri soprawis- , a a e a ! suti, Enrico Isoni di 35 anni, via Sospello 5 e l'assistente tecnico Giampaolo Sciarra. Mentre si iniziava l'opera di composizione delle salme sono giunti il prefetto dott. Salerno, il vicequestore dott. Rosi, il comandante della Legione carabinieri col. Ferrari, poi il sostituto procuratore della Repubblica dott. Savio. Perché è accaduto? Si tenta di dare una prima risposta, mentre si cerca la « scatola nera » che è sepolta tra i rottami. Il dott. Castagnèris, direttore-capo della circolazione aeroportuale per il Piemonte e la Valle d'Aosta, afferma: « Può esserci un numero " n ", cioè infinito di cause ». Inquietanti interrogativi incominciano a sorgere in serata sui limiti di visibilità. Essa era di 400-600 metri, secondo la stessa ammissione del dott. Castagnèris. Inferiore ai limiti di sicurezza dell'ltavia, che è di 800 metri orizzontali. Secondo interrogativo: perché si è permesso l'atterraggio in simili condizioni, quando a Caselle non funziona da quattro mesi il radar di precisione? Esso è imo strumento delicatissimo che fornisce al pilota, istante per istante, le indicazioni necessarie all'atterraggio ed al limite può permetterlo anche a visibilità zero. Nell'aeroporto torinese invece è in azione solo il radar di ricerca che è meno sicuro. La denuncia di questo stato di cose viene dal segretario provinciale della Uil-Gente dell'aria, Riero Agliotti. Se essa è fondata, perché non si è provveduto a procedere in tempo alle necessarie riparazioni? Sulle cause immediate della sciagura si fanno comunque parecchie ipotesi. Nella tarda serata sembra prendere consistenza quella di un «improvvisa perdita» di potenza dell'aereo, che ha costretto il «Fokker» ad abbassarsi oltre i limiti di sicurezza. Ma tutti gli interrogativi potranno essere risolti solo al termine di una laboriosa inchiesta. Clemente Granata ! Squadre di soccorso intorno ai resti dell'aereo precipitato nei pressi dell'aeroporto di Caselle (Foto Moisio)