Una famiglia sull'aia ha visto l'aereo e i passeggeri bruciare di Renato Rizzo
Una famiglia sull'aia ha visto l'aereo e i passeggeri bruciare Le testimonianze sulla sciagura presso Caselle Una famiglia sull'aia ha visto l'aereo e i passeggeri bruciare "Sentivamo le grida, ma non potevamo fare nulla", raccontano i testimoni - Il telefono per chiamare i soccorsi era interrotto - Due ombre sono uscite dalla carlinga: un uomo e una donna «D'improvviso si è sentito un sibilo, un fischio tagliente come di sirena. Poi l'aria si è incendiata, una luce violenta e rossastra, uno scoppio tremendo. Volavano ancora frammenti d'alluminio quando siamo usciti di casa». «Questo il racconto dei primi testimoni, Vincenzo e Margherita Maccario, di 42 e 31 anni, strada Venaria 33. Il « Fokker Friendship » ha terminato la sua tragica corsa a 5 metri dalla loro cascina, schiantandosi sull'aia contro un fienile in cemento. Un rogo immenso, fiamme alte 6 metri che si levavano rombando, le grida agghiaccianti di 42 persone che morivano nella fusoliera incandescente dell'aereo. «Ci siamo fermati impietriti sotto la. pioggia. Lì, a pochi metri da casa. Il fieno e la legna bruciavano con l'aeroplano; tutta quella gente imprigionata urlava aiuto. E noi 11 con le mani in mano senza poter far niente. Non abbiamo pensato neppure che il calore poteva far esplodere ii deposito di gasolio interra-1 to accanto alla casa». j Dalla cucina escono i due figli dei Maccario, Laura di 11 anni e Rossille di 6, corrono accanto ai genitori, non si rendono subito conto di che cosa sia accaduto. Anche Pietro Picat-Re, 70 anni, e la moglie Ida vanno sull'aia: «Quando ho sentito quel rombo ho creduto che fo.«—- un terremoto — dice l'uomo — poi ho visto l'aereo in fiamme e ho tentato di avvertire Caselle: il telefono era isolato». Sono le 13,40, nel prato attorno al «Fokker» caduto arrivano altre persone: gli abitanti della cascina AccossatoPerino che il fragore dell'incidente ha sorpreso mentre festeggiavano attorno al tavolo il compleanno della proprietaria, Maria, 35 anni: «I cani si sono messi ad abbaiare nel cortile, le mucche dalla stalla muggivano impazzite. Siamo corsi sotto il portico: l'aereo bruciava come una torcia malgrado la pioggia. E c'era fumo, un odore dolciastro nell'aria». Qualche secondo. Il «Fokker» ha nuovi sussulti, come un animale ferito. Altri scoppi sordi. Dal suo ventre squarciato escono lingue di fuoco. Ancora urla. La gente è ferma a pochi metri, si domanda che cosa può fare. Poi nella caligine densa ecco apparire due ombre: un uomo ed una donna con i vestiti a brandelli. Vagano inebetiti atte rno al relitto: Eliana Rug giù in Cotza, 37 anni, e Enrico lsoni, 35 anni, via Sospello. La donna si è imbarcata a Cagliari con il marito Efisio e i quattro figli, anche Isoni ha cominciato il viaggio in Sar degna. Racconta Stefano Bellacic- i a co, 30 anni, strada Torino 32 a Caselle: «Quando sono apparsi tra le fiamme, la gente ha avuto un brivido. La donna aveva la testa fra le mani, piangeva e gridava: "I miei figli, i miei figli, aiutatemi"». Barcolla, inciampa, è piena di sangue. Bellacicco la raggiunge con due amici, Aldo Aimo, via Venaria 82, e Pietro Feroglia, via Fabbriche 3. L'avvolgono in un cappotto mentre le esce sangue dalla bocca e la pelle si squama per le ustioni. Occhi vitrei, capelli strinati. Grida ancora quando Ut sistemano sul sedile posteriore di una «1100» e l'accompagnano all'ospedale di Ciriè. Il marito e tre figli saranno trovati più tardi carbonizzati nella carlinga fusa. Il quarto, Piero, 19 anni, si è salvato. Enrico Isoni non è grave, lo portano di peso in una casa, gli danno da bere un bicchiere di grappa. Nello choc invoca il nome dei familiari che viaggiavano con lui: la moglie Rosy ed il fratello Luigi. I vigili del fuoco ed ì carabinieri li recupereranno dopo due ore di lavoro, incastrati tra le lamiere. Tra i documenti delle donna, assieme alle immagini di due bambini e di una bimba rimasti sconosciuti, anche una fotografia con dedica del marito: «Pensami sempre con tanto amore, è la cosa che più desidero al mondo». La tragedia sembra non concludersi mai. Ora l'aria è lacerata dal sibilo delle sirene, vigili del fuoco, carabinieri, polizia. Il «Fokker» dell'I tavia è ancora in fiamme, reclinato su un fianco: il troncone dell'ala rotta, puntata verso il cielo grigio, contìnua a fumare. Le grida all'interno non sono cessare del tutto ma diventano sempre più fievoli. Qualcuno nota: «Quell'aereo non era normale. In fase di atterraggio il motore aveva un rumore strano, stridente. Forse era già In avaria». Intanto si fruga con pietà fra ì bagagli sparsi: scatole di panettoni, brandelli di carta colorata. Era gente che tornavo al lavoro dopo le feste trascorse in famiglia: nel fango del prato i vigili del fuoco hanno raccolto anche una bambola di celluloide. Pompieri e volenterosi lavorano nella speranza di trovare ancora qualche passeggero in vita; se non bastano le accette e le leve si ricorre agli attrezzi agricoli dei cascinali. Piove sempre più forte mentre scende la sera. I riflettori inquadrano il relitto ancora fumante frugando nella foschia. Solo lo stridio delle seghe elettriche e ì colpi d'ascia rompono il silenzio. Polizia e carabinieri allontanano la gente che si è assiepata attorno al «Fokker» sventrato. Qualcuno dice d'aver visto persone che rovistavano tra i bagagli bruciati alla ricerca di qualcosa da rubare. Si estraggono gli ultimi cadaveri: i 38 poveri corpi carbonizzati vengono distesi l'uno accanto all'altro sull'erba bagnata del prato. Renato Rizzo (Mie pagine 4 e 5: altri servizi e fotografie).
Persone citate: Aldo Aimo, Bellacicco, Cotza, Eliana Rug, Enrico Isoni, Isoni, Maccario, Margherita Maccario, Pietro Picat
Luoghi citati: Cagliari
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