Le buone fate azzurre che proteggono il Coni

Le buone fate azzurre che proteggono il Coni Le buone fate azzurre che proteggono il Coni Divise e burro in cambio di pubblicità ■ Il costo delle "spedizioni" Delle livlse degli atleti azzurri e degli accompagnatori ufficiali per I Giochi invernali di Innsbruck si è già parlato, sono state sottolineate la morbidezza del tessuti e la linea degli abiti (si parla ovviamente del 'guardarobada viaggio e da cerimonia, l'equipaggiamento sportivo è altra cosa e chiama al lavoro le ditte del pool) studiati in modo che dalla combinazione di quattro capi si possano mettere insieme più completi dal taglio elegante e sportivo. Sin troppi, questi abiti, veniva spontaneo pensare due settimane fa a Milano durante la presentazione ufficiale della -linea azzurra- creata dalla Monti per le Olimpiadi, quando si vede — specialmente per lo sci — come alla fin fine I campioni si trovino più a loro agio con indosso pantaloni elasticizzati, tute, maglioni, giacche a vento anche nei momenti di relax. Soldi sprecati quindi? Magari abiti sprecati, ma non soldi. Il Coni ribadisce Infatti quanto già annunciato in sede di bilancio preventivo, ovvero che tutto l'abbigliamento e persino I quintali di vettovaglie che ogni squadra porta con sé assieme all'immancabile cuoco non costano nulla, sono semplicemente ottenuti In cambio di pubblicità, e neppure pubblicità troppo Invadente. Prendiamo Il caso della Industria di abbigliamento Monti (società a partecipazioni statali per altro, con tutte le considerazioni che seguono) che ha già vestito la folta pattuglia che prese parte ai Giochi del Mediterraneo, ora fornisce le divise ulficlali per Innsbruck (120 persone, ci ha precisato il presidente della Fisi Omero Vaghi) e provvedere anche alla più consistente comitiva che partirà per Montreal. Tutto il complesso di forniture ha come unica contropartita, così ci ha assicurato II dott. Vittorioso del Coni, la concessione dell'uso del marchio -linea azzurra » per una serie di capi in normale commercio, nonché la pubblicità che compare in calce alle schedine del Totocalcio. Meno esigente ancora la Camera del commercio e dell'agricoltura di Parma che non da ora provvede con pasta, salumi, burro, vini e altri generi alimentari ad assicurare alle nostre -spedizioni- all'estero cibi di casa, senza sfruttare pubblicitariamente con troppa insistenza la situazione. Fa da punto di contatto fra Coni e gli industriali emiliani Vittorio Adorni, il non dimenticato asso j ^el ciclismo, che ricorda ancora molto bene l'Importanza di -sfumature- che sembrano tali a noi osservatori, ma che possono pesare sul rendimento di un atleta costi etto a restare per un periodo abbastanza lungo lontano dalle abitudini di tutti I giorni. Altre ditte completano II campo dngli 'aiuti- agli atleti azzurri. Al Coni si stima che dovendo pagare ogni cosa, il costo delle tre spedizioni (Giochi del Mediterraneo, Innsbruck e Montreal) avrebbe superato II miliardo. «Senza contare — ci ha detto il dott. Vittorioso - che indossando e consumando prodotti nazionali i nostri atleti fanno buona pubblicità all'estero alle nostre ditte. Particolare non trascurabile ». Sotto questo profilo, è attesa già con particolare interesse la presentazione delle divise per Montreal. Sia in Messico che a Monaco le atlete azzurre In particolare non fecero di certo buona propaganda alla moda Italiana, perdendo nettamente il confronto non ' solo con le francesi ma persino ' con le inglesi, che pure hanno ' ne//a Regina Elisabetta un esemplo negativo (a detta di tutte le statìstiche Internazionali). A Montreal cambìerà tutto. Lo ha preteso lo stesso presidente del Coni, buon osservatore non solo dì vicende strettamente polltlco-spcrtlve. Se le nostre atlete, salvo eccezioni, non sono da concorso di bellezza, almeno le aiutino I vestiti. b. p.

Persone citate: Elisabetta, Omero Vaghi, Vittorio Adorni, Vittorioso Del Coni

Luoghi citati: Innsbruck, Messico, Milano, Monaco, Montreal, Parma