C'era una volta il bob Ghiaccio con l'oriunda di Cristiano Chiavegato

C'era una volta il bob Ghiaccio con l'oriunda C'era una volta il bob Ghiaccio con l'oriunda I Giochi invernali non sono soltanto sci. Una parte importante nello show olimpico l'hanno pure il bob, lo slittino, il pattinaggio e l'hockey. Fino a qualche anno fa con le sole eccezioni di Zeno Colò e Giuliana Chenal Minuzzo, l'Interesse per le quadriennali spedizioni italiane era concentrato soprattuto sulle piste ghiacciate dove veicoli traballanti e sconquassati si buttavano in picchiata con piloti a nome Nino Bibbia, Lamberto Dalla Costa, Sergio Zardini, Eugenio Monti ai quali si sono aggiunti successivamente gli specialisti dello slittino di chiara origine altoatesina come Walter Ausserdorfer, Sigfrid Malr, Paul Hildgartner, Walter Plaikner ed Erika Lechner. Una bella tradizione, non c'è che dire, completata da tutta una serie di successi e piazzamenti nei campionati mondiali ed europei che fecero conoscere il « rnsso volante » di Cortina, cioè Eugenio Monti, anche a chi non si interessava di sport, un personaggio che pure le massaie sapevano riconoscere sulle pagine dei rotocalchi. Ora la situazione è mutata: il bob ha trovato nuovi campioni nelle due Germanie ed in Svizzera (e soprattutto nuovi sistemi di selezione ed allenamento), lo slittino tanti chili (e muscoli) nella DDR, mentre hockey e pattinaggio, relegati ad un ruolo di secondo plano in campo nazionale non trovano sbocchi per emergere in quello internazionale. Parenti poveri Queste discipline si trovano ad essere un po' i « parenti poveri ■ dello sci. Mentre per Thoeni e compagni si costruiscono ponti d'oro, bob e slittino, sport senza sbocco commerciale e turistico, non riescono a prendere quota. Per l'hockey e il pattinaggio, travagliati dalla mancanza di impianti, appoggiati ad una piccola federazione (la FISG o Federazione Italiana Sport del Ghiaccio) che non ha peso in seno al Coni, ci sono molti problemi sul tappeto. GII atleti rischiano e sono impegnati come gli altri. Di conseguenza c'è malumore, manca quell'incentivo che fa muovere il mondo degli slalomisti e del discesisti. Nel bob non mancano neppure le polemiche. La Direzione Agonistica il 5 dicembre scorso ha comunicato i nomi dei 14 atleti che saranno iscritti a Innsbruck. Eccoli: piloti Giorgio Alverà, Nevio De Zordo e Aldo Dandrea; frenatori ed interni Franco Perruquet, Piero Vegnuti, Leo Bianquln, Ezio Fiori, Uno Benoni, Roberto Porzia, Adriano Bee, Francesco Butteri. Donato De Zordo, Mario Armano e Stefano Reggio. Inutile dire che le designazioni hanno suscitato «chiacchiere» in particolare sul nome di De Zordo che viene ripescato solo nelle grandi occasioni. De Zordo è ancora forte, ma così facendo non ci sarà mal banco di prova per i giovani. Una contestazione costruttiva viene anche da parte di alcuni dirigenti di grossi club, come dal presidente del Cristallo, . Iberto Righini. -Non possiamo condivìdere — dice. Righini — / sistemi della federazione. Metodi dì allenamento, di scelta dei piloti sono inadeguati. Non parliamo poi de¬ gli equipaggi'. Parole che possono j essere convalidate dagli esempi: in Romania il "vecchio» Panturu è stato affiancato da tre uomini d'equipaggio, tutti provenienti dalla Razionale d'atletica. La Francia ha messo il velocista Sarteur (10"2 sui 100) a disposizione del suo miglior pilota e così via. Su una pista poco tecnica come quella di Igls le qualità atletiche varranno di più dell'abilità del pilota. Per entrare in zona medaglia sarà molto difficile. lo slittino Discorso più o meno analogo per lo slittino. L'ambiente è ancora sotto choc per la tragica fine di Louis Craffonara, ventenne azzurro, morto all'ospedale di Salisburgo dopo un drammatico incidente occorsogli in allenamento sulla pista del Koenigsee, il 9 dicembre scorso. Gli italiani sono bravi con lo slittino, ma sono ragazzi normali sui 70-75 chili che si trovano a dover lottare con i "giganti» della Germania Est tutti sui 100 chili. La pista è la stessa del bob, poco tecnica, piuttosto facile dove conta soprattutto il peso. Il direttore agonistico Malpassi ha designato dieci atleti. Sono Karl Brunner. Joseph Mairhofer, Paul Hildgartner. Walter Plaikner (i due compagni olimpionici a Sapporo), Cari Feichter, Hernst Hastinger, Peter Gschnitzer, Gottfried Frener. Sara Felder e Marie Louise Rainer. C'è qualche speranza di arrivare ad una medaglia ma non bisogna dirlo per scaramanzia. L'hockey — si sa — non va a Innsbruck. La squadra italiana, in fase di ricostruzione e ristrutturazione parteciperà ai campionati mondiali del gruppo C, in primavera. I giochi erano un traguardo proibitivo per una nazionale che è l'espressione di un campionato senza troppo interesse, limitato a poche zone, con squadre continuamente in crisi. Si deve puntare quindi per il ghiaccio al pattinaggio artistico. La Federazione ha da qualche tempo trovato un suo «Flasconaro» in una ragazza oriunda, di origine italiana, nata in Canada. Si tratta di Susi Driano, una diciassettenne bravina che però nel suo paese adottivo non poteva emergere a livello olimpico. la velocità E' stata interpellata e si è subito dimostrata ben lieta di vestire i colori azzurri. La sua specialità erano gli esercizi liberi, mentre non era troppo in gamba in quelli obbligatori. E' stata mandata da Carletto Fassi, campione degli Anni '50, ora allenatore a Denver negli Usa. Le ultime notizie dicono che è migliorata e che potrebbe piazzarsi nei primi cinque-sei posti. Sarebbe già un successo per raccogliere l'eredità di Rita Trapanese. La coppia Matilde Ciccia Lamberto Cesarani dovrebbe ottenere un posto fra I primi dieci nelle gare a coppie. Per la velocità infine si punta sull'«anziano» Bruno Toniolli, brigadiere delle Fiamme Oro. I tecnici dopo alcuni buoni risultati ottenuti in recenti gare dicono che ci stiamo avvicinando ai sovietici, agli olandesi ed ai norvegesi. Speriamo che sia vero. Cristiano Chiavegato