Gros medaglie Thoeni (lo sci italiano è il più forte) di Giorgio Viglino

Gros medaglie Thoeni (lo sci italiano è il più forte) Gros medaglie Thoeni (lo sci italiano è il più forte) L'Olimpiade ritorna ad Innsbruck dopo dodici anni. E' sede rimediala, dopo che Denver, verificala la propria situazione finanziaria simile a quella di New York, aveva rinunciato all'organizzazione, ma è sicuramente sede valida percheIo sci in Austria è religione senza crisi di vocazioni. 1 treni speciali che soltanto una settimana la hanno scaricato trentamila persone a Schladming, la lolla che si assiepa ogni anno attorno al tracciato classico dell'Hahnenkamm di Kilzbiihel. sono verifiche parziali di guanto accadrà nell'occasione olimpica. Ad Innsbruck ci sarà l'invasione: la struttura militaresca dell'organizzazione e la rigida mentalità tirolese dovrebbero essere deterrente sufficiente per mantenere il controllo della situazione, salvo che l'apporto italiano non sia troppo grande e determinante. Trentacinque chilometri dai confine, un collegamento autostradale un po' caro ma integrale con tutta l'Italia del Nord, fanno di Innsbruck la meta di molti, magari pronti ad alloggiare al di qua del confine, a Bressanone o Vipiteno, e diventare i pendolari del campionismo. Chi li ferma gli italiani, se le gare saranno vincenti? Qualifica olimpica Per vin tre, slalom o discese, bisogna però poter partecipare, e con la formula attuale ci sono non pochi problemi. Il dilettantismo puro è finito, lo sappiamo, ma permane quello « grigio » frenato da un moralismo perlomeno strano che giudica il denaro pulito fino ad un certo numero di milioni, contaminante se supera d'una lira d limite previsto. Accanto a questa valutazione puramente numerica rimangono le limitazioni di sempre, il divieto alla pubblicità diretta, a sottoscrivere contratti professionistici, a prestarsi personalmente per iniziative non sportive. Gli azzurri hanno tutti qualche problema, poiché è bene ricordare che il polverone sollevato dal caso Anzi-Besson è sospeso in aria e verrà riproposto, indipendentemente dalle iniziative degli interessati, in occasione della riunione del Ciò che precederà i giochi. E se guai dovessero venire, rammentiamo anche che la colpa è di chi ha violato un diritto, e non di chi, come i due ragazzi, ha cercato soltanto di difendersi. Del resto, soltanto nella palude stagnante dello sport italiano un caso simile può insabbiarsi e non uscire allo scoperto per quello che è realmente, non soltanto problema sportivo, ma scandalo che coinvolge le strutture, i gruppi militari, gli accertamenti fiscali. Il caso Thoeni Tutti gli azzurri con qualche paura, Gustavo Thoeni con molte, o forse con nessuna soltanto perché nasconde la testa nella sabbia. Si dice che il contratto professionistico per l'attività futura sia già stato stipulato, e non è esatto. Lui ha confermato la propria fedeltà alla Spalding per gli anni a venire, e lo ha fatto in previsione della disintegrazione del Pool che avverrà a giochi conclusi. Comunque il contratto è contratto e soprattutto con queste macchine da fotocopie ormai imperversanti, c'è sempre uno di troppo in possesso del documento compromettente. Poi c'è la pubblicità che la Casa italiana (con capitale statunitense) ha fatto in modo spregiudicato. « Si chiamava Gustavo... », dice il testo che reclamizza gli sci in Italia, ben identificando il campione. In Svizzera e Germania sì è meno raffinati, invece: una bella fotografia di Gustavo nella discesa quasi vincente dello scorso anno a Kitzbiihel, e sotto la scritta Caber a contrabbandare, grazie alle appartenenze di gruppo, anche gli scarponi come campioni, mentre sono in realtà di altra marca. Sarei curioso di sapere cosa si è fatto in America, ma di questo passo è chiaro che non ci saranno state remore maggiori proprio per il mercato più interessante. « Sono tutti cattivi », dice Cotelli ironicamente. ma è l'unico probabilmente a rendersi esattamente conto dei rischi che corre il numero uno e cerca l'antidoto prima che sia troppo tardi. Forse l'ha trovato nelle prestazioni dichiaratamente pubblicitarie di Franz Klammer, indossatore d'eccezione per la Casa di mode Dolomite-Ender, divo in un film girato apposta per la televisione tedesca. Di quattrini ne guadagna tanti anche lui, ma non trovate una sola pubblicità della Fisher o della Marker che lo ritragga. Ha questo unico punto debole e colpendo duro si potrebbe ottenere qualcosa, non la sua squalifica, per carità, ma il ricatto puro e semplice: te lo lasciamo in gara se rimane anche Thoeni. L'Austria sciistica, ancora bruciata dal ricordo della squalifica di Karl Schranz a Sapporo, non sopporterebbe l'eliminazione di Klammer, salterebbe l'Olimpiade. Nel gioco degl'i equilibri fra sport, organizzazione, competitività commerciale, speculazione turistica, Thoeni potrebbe pesare esattamente quanto Klammer. Soltanto Franz può essere contrappeso sufficiente, non certo lo Stenmark coinvolto nel medesimo gioco per gli scarponi (« Si chiamava Ingemar, parlava solo svedese...), o la Fabienne Serrat dei formaggi di Savoia. Medaglie maschili Le gare maschili hanno campo d'azione piuttosto ampio con i favoriti aumentali di numero proprio per l'impegno strenuo di ciascuno nella annata olimpica. La discesa ha scoperto i canadesi e, se Read non sa sciare, bravi sono Invili e Murray. Contro di loro trema anche Klammer regolarmente battuto (due volte su tre) dall'europeo Plank, mentre Russi e Roux, svizzeri superstiti dalla decimazione, hanno speranze soltanto con condizioni di neve particolari. Nel gigante gli azzurri replicano a Hinterseer e Stenmark, con Thoeni e Gros, appoggiati da Bieler per ora e presto, si spera, da Amplatz, o Senoner, o De Chiesa. Il gioco per le medaglie . può comprendere gli svizzeri (Pargaetzì, Hemmi, Good) soltanto in caso di neve fresca. Nello slalom non dovrebbe esserci ragione per cambiare il poker più forte del mondo Thoeni-Gros-Radici-De Chiesa, che deve vedersela con Hinterseer, Stenmark e Neureuther. Le ragazze Fra >e ragazze, l'uscita di scena di Anne Marie Proell, uscita in cui nessuno credeva, ha creato un certo disorientamento. C'è voluto tutto il mese di dicembre per riprendere contalio con la realtà del momento, soprattutto in discesa dove la prevista superiorità delle svizzere Zurbriggen e Nadìg non è affatto verificata; ci sono le tedesche Evi Mittermaicr e Irene Epple, c'è soprattutto Brigitte Totschnigg, nuova carta vincente che sostituisce la Proell anche presso la slessa fabbrica di sci, l'Atomic. Negli slalom non c'è più la confusione dello scorso anno. Basta un pendio diverso, una neve un po' più diffìcile, un tracciato inconsueto per liquidare tutte dal secondo posto in giù. In testa però rimane nettamente distanziata Lise Marie Morerod. E' cor. lei che dovrà vedersela Claudia Giordani, l'azzurra in crescita continua, che ora non aspira soltanto più a una medaglia olimpica, ma la vuole giustamente d'oro. Questo è il quadro olimpico a poco più di un mese dall'inizio dei Giochi, un mese che sarà dedicato alla Coppa del Mondo, per nulla declassata dalla concorrenza. Anzi, mai come quest'anno c'è gente ben determinata a portare via agli azzurri questo trofeo che detengono ininterrottamente da cinque anni. C'è tutto gennaio, poi dopo Olimpiadi e campionati nazionali, il round finale in Stati Uniti e Canada. In tre mesi c'è gloria per tutti, poi alla fine si verifica che a vincere sono sempre i soliti. I più bravi. Molto spesso sono italiani. Giorgio Viglino