Contrabbando quasi legale magazzini e prezzi bassi

Contrabbando quasi legale magazzini e prezzi bassi Con la fine del monopolio delle sigarette Contrabbando quasi legale magazzini e prezzi bassi Il "boss" si trasforma in grossista - "Importeremo le sigarette rispettando la legge e le venderemo anche alle tabaccherie" - Rimarranno i piccoli venditori abusivi, anzi si moltiplicheranno; la nuova legge (ormai pronta) prevede solo una multa Scade dopodomani il termine ultimo concesso all'Italia dalla Comunità europea per sopprimere il monopolio dei tabacchi. L'impegno, da parte nostra, era stato sottoscritto il 25 marzo del 1957, ma avevamo subito chiesto un rinvio di dieci anni. Nel '70, visto che continuavamo ad ignorare l'impegno, la Comunità ha fissato come termine invalicabile il 31 dicembre di quest'anno, pena il deferimento alla Corte di giustizia. In extremis il Consiglio dei ministri ha varato un disegno di legge. Prima di presentarlo alle Camere, occorre sentire il parere della Corte Costituzionale sulla legittimità del monopolio. Ancora un ritardo quindi, ma qualcosa sta per cambiare. I più interessati sono i 250 mila che in Italia danno vita al mercato illegale delle sigarette. Abbiamo affrontato il problema con uno dei più grossi personaggi che lo controllano a Torino. «Almeno per qualche tempo — dice il "padrino" del tabacco — non dovrebbero esserci cambiamenti. Poi verrà la nuova legge che regolerà il settore e che molto probabilmente fisserà anche il nuovo prezzo delle sigarette. Già da tempo è stato deciso di aumentarle di SO lire al pacchetto. Noi invece manterremo i prezzi attuali, in modo da riconquistare parte del mercato perso negli ultimi due anni. La svalutazione della lira e ta crisi economica hanno provocato una notevole flessione nelle nostre vendite: quasi la metà». Con la nuova legge, la vendita delle sigarette di contrabbando non dovrebbe essere più un reato penale, ma un semplice illecito amministrativo. Niente più arresto quindi, ma multa. Molti giovani che non riescono a trovare lavoro e molti disoccupati potrebbero orientarsi verso questo tipo di attività e rivoluzionare il mercato abusivo con un'inflazione di venditori. «E' un pericolo abbastanza concreto — ammette il "padrino" — dato che nel nostro ambiente chiunque ha denaro sufficiente per comprare mille sigarette può mettersi a rivenderle per strada. Noi ci consideriamo dei grossisti e le vendiamo a tutti, senta discriminazioni. Ovviamente il guadagno di questa gente, che oggi è sul livello di un operaio specializzato, scenderà a quello di un manovale. E allora qualcuno tra i "vecchi" potrebbe cambiare attività, magari mettersi a rubare. «Dal canto nostro è probabile che ristruttureremo completamente l'impostazione commerciale. Oggi il trasporto di un pacchetto di sigarette di contrabbando ci costa 40 lire. Con l'importazione legale la spesa sarà di una o due lire. Inoltre non ci saranno più carichi sequestrati, automezzi confiscati e cosi via. Tutto sommato potrà convenirci versare un deposito fiduciario ai produttori svizzeri e aprire un regolare magazzino in Italia. Ci sarebbe da pagare l'Iva, ma lei sa come vanno queste cose. In tal modo potremo vendere le sigarette non solo ai nostri attuali clienti, ma anche alle tabaccherie». Come in tutte le ristrutturazioni, anche in questa del mercato «nero» del tabacco alcuni finirebbero col trovarsi senza lavoro: quelli che fanno passare alle sigarette la frontiera. «E' gente abituata a vivere bene — dice il nostro interlocutore — e cercherà altre fonti di guadagno facile e pericoloso. In un periodo di crisi come questo, non avranno molta scelta. In ogni caso non credo, come hanno scritto certi giornali, che si daran no al traffico della droga. Avrebbero potuto farlo già prima. Le occasioni non mancano di certo. La droga fa guadagnare moltissimo ma comporta troppi rischi, e poi è una cosa sporca». Tra i venditori di Porta Palazzo c'è un forte ottimismo. E la domanda più frequente è questa: «E' vero che ci sarà l'amnistìa?». Pietro Mellace, 33 anni, carpentiere, con moglie e quattro figli a carico, dice: «Se mi strappano i verbali, torno a fare il carpentiere. Anche se c'è la crisi credo che con un po' di pazienza riuscirò a trovare lavoro. Ho cominciato a vendere sigarette perché con lo stipendio, non ce la facevo a mantenere la famiglia. Ora però rischio di finire in galera e voglio smettere». Un altro contrabbandiere, che è stato diffidato dal frequentare Porta Palazzo, ha una sola preoccupazione: «La Finanza continuerà a sequestrarci le sigarette? Se tutto resta come prima cambio lavoro». Un ragazzo di diciotto anni, Cosimo Vuccisano, vende sigarette solo occasionalmente: «Questo lavoro non mi piace. Sostituisco mio padre che è ammalato. Io faccio il ferraiolo. Guadagno molto meno, ma non ho preoccupa¬ M zioni. Mio padre invece è invalido e deve arrangiarsi». Più impreparato di tutti è il Monopolio. In questi anni ha favorito la vendita delle sigarette straniere perché le tasse su di esse sono più alte. Ha trascurato invece la fabbrica¬ zione delle MS che ne avreb-1 bero potuto ostacolare la dif- fusione. L'assurdo è che in ! Italia si coltiva il tabacco che ! le ditte multinazionali acqui- j stano e rivendono poi al Mo-1 nopolio per confezionare le | sigarette su licenza america-! na. Sarebbe stato molto più semplice acquistare il tabac co direttamente dai produtto ri e adoperarlo per confezio rmre sigarette nazionali con le caratteristiche di quelle stra niere- Cosimo Mancini Nonostante la vigilanza della G. F. le sigarette di contrabbando circolano a milioni

Persone citate: Cosimo Mancini, Cosimo Vuccisano, Pietro Mellace

Luoghi citati: Italia, Torino