La cronaca d'un aborto a Londra

La cronaca d'un aborto a Londra Testimonianza di vita vissuta sul problema del giorno La cronaca d'un aborto a Londra Ho accompagnato la mia ragazza a Londra, a fare un aborto. Per ovvi motivi vi prego di non pubblicare il mio nome: in Italia oggi infatti le leggi ed i pregiudizi sono tali che andremmo entrambi incontro a seri guai, anche con i genitori di lei. Comunque io e Sandra (non è il suo nome vero), abbiamo deciso insieme di rendere pubblica questa nostra comune esperienza. L'idea di andare all'estero non è stata casuale. Qualsiasi altra soluzione avrebbe comportato gravi rischi. Ho 26 anni, Sandra ne ha 21, stiamo insieme dal '73 e finora non ci era capitato nulla. Ogino e Knaus perù il mese scorso ci hanno traditi. Non abbiamo in mente di sposarci, né, per adesso, di convivere; un bambino non desiderato avrebbe dunque condizionato la nostra scelta. Il risultato dell'analisi di laboratorio (gravindex) ed in seguito di Predictor, non ci hanno lasciato dubbi. Così abbiamo iniziato un giro di orizzonte tra gli amici per un consiglio o indirizzo utile. Il nome di un medico, fuori Torino: bravo ma anziano, opera da solo, il prezzo si sarebbe aggirato sulle 300350 mila lire. L'indirizzo di una clinica privata, in Lombardia: medico, ostetrica, anestesista, visita preliminare, accurati controlli successivi, ma a 800 mila lire, una spesa che non avremmo mai potuto affrontare. Un ginecologo di nome chiede mezzo milione, ma pretende infinite precauzioni: divieto per le ragazze di presentarsi accompagnate, di parlare al telefono « perché è sotto controllo ed in galera ci finite voi, non io che ho influenti amicizie ». C'è chi ci propone un aborto da 100 mila lire, ma non abbiamo neppure il coraggio di suonare il campanello della porta di ingresso: il pianerottolo è sporco, la casa ancora più sudicia. Nel portone abbiamo incontrato una ragazza con il volto rigato dalle lacrime ed 10 ho fatto le due rampe di scale con le gambe tremanti per la paura. Sandra è coraggiosa, ma ho letto nei suoi occhi la voglia di scappare via. Passano i giorni e il tempo stringe: sappiamo che più sono le settimane di ritardo e maggiori i pericoli dell'intervento. Un amico ci indica 11 C.I.S.A. (Centro Italiano Sterilizzazione e Aborto), la cui sede è in via Garibaldi, presso il Partito Radicale. Adelaide Rocca, la responsabile torinese, fornisce tutte le settimane le necessarie informazioni alle ragazze interessate ai viaggi a Londra, le partenze avvengono a gruppi di 30. Ma è possibile recarsi in Inghilterra anche individualmente, mettendosi in contatto diretto con una clinica londinese. Scegliamo di partire per conto nostro utilizzando i viaggi-vacanza del Crue, aperti anche ai non universitari: il prezzo, tutto compreso, è di 75 mila lire. Partiamo il giovedì sera, alle 22,35, dalla Malpensa. In clinica riconosceremo poi alcune compagne di viaggio: ci si aprirà allora ad un rapporto confidenziale, impossibile nel volo verso Londra, quando i più recitano la parte dei turisti. All'I di notte siamo in albergo. Al mattino la sveglia è alle 7,30. Duecento metri sino alla metropolitana, un quarto d'ora seduti a guardarci, cercando di non pensare ma stringendoci fortissimo la mano, poi ancora a piedi per un paio di chilometri e si arriva alla clinica, rassicurati immediatamente dalla cordialità dei medici e delle infermiere. Sandra viene presa quasi subito, per la visita ginecologica, l'esame del sangue e l'operazione. Sono le 8,30 di venerdì e per me inizia la lunga attesa. Alle 12,30 l'interprete mi dice che è entra- la in sala operatoria. Useranno il metodo Karman, cioè per aspirazione, durerà una decina di minuti. Mi viene da piangere e non mi vergogno, ma sono contento di essere a Londra, lontano dalla clandestinità e dallo squallore. Non fumo, ma ho un anello al dito che mi sfilo ed infilo un milione di volte. Non ho rimorsi o ripensamenti. Sono convinto, ma è solo una grande paura. Alle 13,30 mi offrono un paio di sandwich ed una tazza di caffellatte. Le visite sarebbero dalle 17 alle 20, ma alle 15,30 le due segretarie parlottano un momento e mi autorizzano a salire in camera... Sandra è lì che parla in francese con la sua compagna di camera, beve tè, mangia biscotti. Mi sorride. Vanno e vengono le infermiere, molte di colore, volti sempre diversi e sereni, con vassoi carichi. Sandra avrebbe già voglia di lasciare la clinica, ma per prudenza dovrà rimanere sino al mattino dopo nella sua stanzetta. Sabato mattina, alle 7,30, è già giù da' letto e pronta a raggiungere l'albergo con le sue gambe. Tutto è finito: la spesa per l'aborto è stata di 65 sterline, circa 90 mila lire. Un terzo, un quarto di quanto sarebbe costato in Italia. C'è ancora la voglia di vivere, e il tempo per dare insieme un'occhiata a Trafalgar Square. Lettera firmata HHHR8

Persone citate: Adelaide Rocca, Knaus

Luoghi citati: Inghilterra, Italia, Lombardia, Londra, Torino