Paolo VI bacia i piedi al metropolita greco di Filippo Pucci

Paolo VI bacia i piedi al metropolita greco Un gesto di umiltà mai avvenuto prima Paolo VI bacia i piedi al metropolita greco E' Molitorie, inviato del patriarca di Costantinopoli - Stupore e contrastanti commenti fra gli alti prelati che affollavano la Cappella Sistina (Nostro servizio particolare) Città del Vaticano, 14 die. Paolo VI, con gesto inatteso, completamente estraneo al cerimoniale, stamane — al termine di una solenne funzione nella Cappella Sistina — ha baciato i piedi ad un metropolita della chiesa ortodossa di Costantinopoli, Melitone, inviato dal patriarca Dimitrios I. Il gesto ha fatto trattenere il respiro ai quattordici cardinali presenti, a venti arcivescovi e vescovi del mondo cattolico, alla folla di prelati della curia romana e agli invitati di altre chiese cristiane separate (il can. Smythe, rappresentante dell'arcivescovo anglicano di Canterbury e due preti della chiesa ortodossa di Mosca). Il primo a restarne sorpreso e confuso è stato lo stesso Melitone, che si trovava con una delegazione di altri tre inviati di Dimitrios I in una tribunetta accanto all'altare ove il pontefice aveva appena terminato di celebrare la Messa. Paolo VI appariva stanchissimo, quasi disfatto. Si muoveva con evidente fatica, forse per una acutizzazione dei dolori artrosici alle gambe e al tronco di cui soffre ormai da anni. Nonostante tutto, con gesto rapido e determinato, si è tolto dal capo la mitra, si è diretto verso Melitone, è caduto in ginocchio davanti a lui, gli ha abbracciato le gambe e si è chinato a baciargli i piedi. L'inviato di Dimitrios I ha tentato di impedirgli questo atto di estrema umiltà, poi quando Paolo VI si è alzato ha accennato a prosternarsi a sua volta, ma ne è stato distolto — così si sarebbero svolti i fatti secondo una ricostruzione diffusa più tardi dalla Radio Vaticana — dallo stesso pontefice. Si celebrava oggi nella Sistina il decimo anniversario deH'«accantonamento» — col quale terminò il Concilio Vaticano II — delle reciproche scomuniche che Papa Leone IV e il patriarca Michele Cerulario di Costantinopoli si erano scagliate nel 1054. Durante la messa si era pregato «per l'unità di tutti coloro che credono in Cristo Signore, per i pastori delle chiese cristiane, per gli studiosi e i teologi perché appianino i conflitti e le opposizioni tra le Chiese cristiane, per le chiese missionarie o perseguitate» e si era chiesto il perdono di Dio «per il peccato delle divisioni, delle infedeltà, delle sufficienze e delle intolleranze». Il metropolita Melitone ad un certo punto del rito si era recato all'altare per abbracciare Paolo VI «in segno di pace», poi si era data let¬ ttqVppcdcdtpdnpun tura di un messaggio del pa- I triarca di Costantinopoli nel i quale si riconosceva a Paolo VI, come papa di Roma, «il primato di rango e di onore» (non di giurisdizione). Paolo VI, quindi, aveva pronunciato un discorso per compiacersi della creazione di un comitato panortodosso per il dialogo con la Chiesa cattolica. Tutto sembrava finito quando è venuto l'imprevisto gesto del Pontefice. Se ne è poi parlato a lungo tra coloro che vi avevano assistito. I commenti, non tutti positivi, si sono susseguiti per varie ore. Alcuni ecclesiastici rilevavano in tono critico che nessun Pontefice — depositario e successore del principe degli apostoli, Pietro — era giunto a tanto; altri ribattevano che il gesto di Paolo VI potrà infondere rinnovato vigore alla causa ecumenica cristiana, che da alcuni anni sembra tornata in fase stagnante. Dopo la cerimonia nella Cappella Sistina il metropolita ortodosso Melitone si è recato nelle grotte della ba- silica vaticana per deporre fiori davanti alle tombe di Leone IX e di Giovanni XXIII. Filippo Pucci I i Papa Paolo VI

Luoghi citati: Città Del Vaticano, Costantinopoli, Mosca, Roma