Pellegrinaggio laico per il referendum

Pellegrinaggio laico per il referendum ABORTO Al Teatro Alfieri: affollato comizio radicale In corso Savona: coordinamento consultori Pellegrinaggio laico per il referendum « Siamo qui anche per invitare gli iscritti del pei a difendere la propria qualità comunista contro l'ottuso compromesso che il partito conduce. Siamo qui per invitare le donne a restituire simbolicamente le proprie tessere, per dichiarare pubblicamente dissenso, per dimostrare di non credere che il partito sia una chiesa tetra ». Così è approdato ieri mattina a Torino, davanti all'affollata platea dell'Alfieri, il «pellegrinaggio laico» di Marco Palmella per l'aborto. Ispirato — com'era prevedibile — fra i tanti altri temi meno roventi, a un attacco violento contro quella che definisce la « politica verticistica » del pei. Gli era a fianco l'on. Loris Fortuna, il socialista « del dissenso » che nello schieramento laico, contrario al compromesso sulla legge per l'interruzione della maternità, è forse l'espressione più « barricadera » e controversa e che, nel sarcastico intervento di ieri, non ha certo attenuato i toni di una polemica lacerante ormai non solo il « fronte » delle sinistre ma la stessa compattezza del suo partito. La manifestazione s'era iniziata piuttosto straccamente (complice anche l'ora insolita e la mattinata piovosa) alle nove, nella cornice arruffata delle manifestazioni radicali. Nell'atrio, gli attivisti di « Stella rossa » raccoglievano firme contro i licenziamenti, le ragazze « marxiste-leniniste » distribuivano volantini sulla « libertà d'aborto » fallo slogan « la lotta di liberazione delle donne è un princi pio rivoluzionario»), a fianco delle esponenti della Commissione femminile socialista che diffondevano il loro documento « contro l'art. 2 », approvato in commissione referente alla Camera, Poi, a poco a poco, l'atmosfera si è fatta più vivace, il pubblico sempre più numeroso (alla fine erano presenti circa 2 mila persone) e — assente Adele Faccio che si è improvvisamente ammalata — sono cominciati gli interventi. Per prima ha parlato Adelaide Rocca, della segreteria radicale: « Crediamo che le 800 mila firme raccolte per il referendum non chiedessero una legge come questa, non volessero che la donna sia costretta a delegare scelte che le appartengono all'ambigua figura del medico-poliziotto ». Poi è stata la volta dì Bruno Segre che ha letto l'ordine del giorno preparato dal gruppo socialista per il prossimo consiglio comunale in cui si « conferma che la nuova legge dovrà essere basata su tre principi fondamentali: libertà di decisione della donna, gratuità della prestazione sanitaria e assistenza ospedaliera » e in cui « si fanno voti » perché « se questi principi non verranno accolti, la soluzione del grave problema dell'aborto passi attraverso la convocazione del referendum ». E infine è stata la volta di Fortuna, che con un linguaggio vivace e quasi ilare ha rifatto la cronistoria della battaglia sull'aborto: dal lontano febbraio '73 quando il progetto di legge socialista fu presentato « nella silenziosa omertà di una stampa imbavagliata », agli arresti di Spadaccia, della Faccio « che hanno finalmente risvegliato il dormitorio pubblico parlamentare ». Fino alle sei proposte di legge « presentate affrettatamente da tutti, persino dalla de » e alla raccolta di firme per il referendum. « Dopo tante battaglie non possiamo consentire — ha concluso — cfte passi ora il primo atto del compromesso dc-peì. E promettiamo per le discussioni che verranno lunghi, molto lunghi interventi ». Come dire ostruzionismo parlamentare. La manifestazione s'è conclusa con l'intervento di Pannella, che con il solito « humor » e insolita pacatezza ha polemizzato con tutti. Dall'on. Magnani Noya e l'on. Signorile colpevoli di « aggregarsi con i fatti » alla politica comunista, all'on. Altissimo che « non sa liberarsi dalle incertezze », ad Alessio « eh'è stato anche segretario radicale e nessuno se lo ricorda ». Tutti incapaci di « tutelare dai rischi autoritari del pei che sono i rischi della borghesia giacobina ». E ha esposto il « programma » radical-socialista: « O una nuova legge, o il referendum. O le elezioni anticipate ». e. bert. 5 ^ Adelaide Rocca, durante l'intervento al dibattito radicale di ieri all'Alfieri

Persone citate: Adelaide Rocca, Adele Faccio, Bruno Segre, Loris Fortuna, Magnani Noya, Pannella, Spadaccia

Luoghi citati: Torino