Torino, un punto e molta rabbia

Torino, un punto e molta rabbia All'Olimpico contro la Roma la squadra di Radice poteva anche vincere Torino, un punto e molta rabbia I granata hanno dominato buona parte della gara - Quando sembrava avessero la vittoria in pugno è arrivato il pareggio in seguito a una punizione inventata da Agnolin - Graziani e Negrisolo gli autori dei due gol - Un po' in ombra Pulici, spesso sovrastato da Batistoni (Dal nostro Inviato speciale) Roma, 30 novembre. Un punto e molta rabbia per il Torino all'Olimpico. Del resto il calcio offre sempre compensazioni e cosi la Roma, clamorosamente beffata lo scorso anno quando meritava di vincere e invece colpiva i pali (e Sala finiva per batterla In contropiede), questa volta ha raccolto un punto immeritato non sul piano dell'impegno agonistico, ma su quello del gioco. Sono stati infatti i granata a muoversi meglio in campo, a dimostrare più sicurezza e duttilità negli schemi, a creare il maggior numero di azioni da gol, senza per altro riuscire a concretizzare nel risultato la loro superiorità. Per almeno due terzi della gara ha •comandato- il Torino con la forza crescente del suo centrocampo, ma si è dovuto attendere il 23' minuto della ripresa per vedere Graziani — atteso ritorno al gol — battere il bravissimo Conti. Pareva che la vittoria fosse sicura, ma la Roma ha avuto una reazione rabbiosa, Agnolin ha inventato una delle sue numerose punizioni dal limite e sullo sviluppo del calcio da fermo Negrisolo, con la complicità involontaria di Sala, che ha ricevuto palla e scarpa dell'avversario in viso, deviava la prima di quel tanto da ingannare Castellini. Non si può parlare di autogol netto, ma di certo il por¬ tiere è stato almeno «ostacolato» dal compagno. Cosi e maturato il risultato che non ha soddisfatto il Torino, soprattutto Il trainer Radice («Con noi II mister è molto esigente' ha mormorato Castellini uscendo a capo chino dallo stanzone), che si macera nel vedere tanto gioco non sfruttato in pieno. Ma svanite le recriminazioni dell'immediato dopo-partita, i granata converranno che questo è un prezzo che si deve pagare se si vuole davvero arri vare alla grande squadra, concetto che racchiude sicurezza di gioco e astuzia, capacità di realizzazione e realismo. Segnato il gol, il Torino ha insistito sfiorando di un soffio il raddoppio: questo deve essere lo spirito, anche se nel frangente forse è costato il pareggio glallorosso. Chi critica I granata per questo, sbaglia di grosso. Una considerazione va fatta: la caratteristica offensiva della squadra — centrocampisti pronti a entrare in area avversaria, terzini che si offrono sulle fasce laterali, gli stessi Mozzini e Caporale più disinvolti — porta come logico pericolo quello di qualche sbavatura difensiva. Ma è un pericolo che va corso, e che non verrà più notato quando I gol attivi lo compenseranno. Oggi, come in altre occasioni, le punte hanno faticate molto. Graziani ha segnato un gol, ne ha fallito un altro per la bravura di Conti, ma nel primo tempo non è riuscito a collaborare decentemente a uno scambio efficace; Pullci ha sbagliato quattro tocchi del tutto « normali » nel primi otto minuti di gioco, ed è poi scomparso dalla partita, sovrastato da Peccenlnl che sarà un duro ma non è un orco. Non è la prima volta, del resto, che Pulici in una gara esterna non rende come In casa, dove l'arbitro finisce inevitabilmente per controllare un po' meglio I difensori ospiti. La scarsa incisività delle ounte è stata surrogata a turno dagli affondo dei centrocampisti, di Pecci in particolare, ma solo una volta nel primo tempo si è visto un buon gioco di « re- ciproca assistenza » fra i due bombers (centro di Pullci dal fondo per Graziani, deviazione di testa, gran parata di Conti) I quali per il resto della gara non sono riusciti a collaborare. La Roma ha cercato di rompere la superiorità di gioco del Torino con un accentuato agonismo mai sfociato però (se si esclude una entratacela di Boni) nella cattiveria. I granata hanno accettato la battaglia con identico spirito, cercando a loro volta di salvare qualcosa del gioco: sono stati gli unioi ad avere davvero l'intenzione di costruire qualcosa ma nel botta e risposta agonistico hanno sofferto spesso di decisioni per 10 meno troppo disinvolte del direttore di gara. Con il portiere Conti, i migliori della Roma sono stati Pellegrini e Peccenini, mentre Prati ha assaggiato anche lui 11 miglior Mozzini, e De Sisti non ce l'ha fatta da solo (Cordova fuori per un risentimento muscolare e per una crisi morale) a illuminare un centrocampo di lavoratori forti, ma grezzi. La partita all'avvio ha offerto un bisticcio tattico divertente. La disposizione difensiva decisa da Liedholm con Peccenini e Batistoni sulle punte granata, Negrisolo a marcare Claudio Sala, Morini contro Zaccarelli. Boni nella zona di Patrizio Sala. De Sisti a guardare a distanza Pecci (ecco perché il centrocampista ha potuto sganciarsi più di Sala) ha lasciato Rocca senza avversari di ruolo, per cui Kawasaki si è guardato un po' intorno poi è andato a cercare spazio per le sue scorribande sulla sinistra finendo nelle grinfie di Salvadori che l'ha bloccato con efficacia. Le marcature sono poi variate nella rioiesa, ma all'inizio Rocca era davvero spaesato. Del resto la Roma si era presentata con Boni all'ala, piena di difensori e centrocampisti. Si è messa da sola nelle condizioni di non sfruttare al meglio Rocca, per altro un po' provato dalle fatiche in Nazionale e in Coppa. Giocando contro vento, il Torino ha Iniziato con una certa prudenza, aprendosi però bene In contrai tacco già all'8', con un bel lancio di Zaccarelli sul quale Graziagli no ottenuto un calcio d'angolo. Una punizione dal limite — la prima di tante, non tutte giustificate — in permesso a Prati di impegnare Castellini, poi i granata hanno piesj in pugno la gara, pur senza riuscire a passare. Al 22' Zaccarelli è scivolato malamente, controllando un magnifico passaggio smarcante di Sala e l'occasione è sfumata; alla mezz'ora un lungo duello spalla a spalla Pellegrinl-Santln si è concluso con i due a terra davanti a Castellini. Proteste dei giallorossi, ma il rigore non ci stava. I granata hanno reagito con una botta alta di Pecci, con l'affondo di Pulici sulla sinistra, centro e testa di Graziani che si vedeva deviare la palla ben « schiacciata » da Conti. Chiudeva il tempo una botta bassa di Zaccarelli, parata a terra. Il Torino partiva di slancio nella ripresa (forse negli spogliatoi erano giunte notizie dal comunale...), la Roma pareva in difficoltà, Conti volava a deviare un diagonale di Patrizio Sala, poi al 18' la prima scena madre della gara. Graziani palleggiava, poi trovava il corridoio giusto per lanciare Pecci che si liberava bene, rientrava evitando Conti in uscita, ma veniva bloccato dal portiere (era rigore?) e toccava debolmente in porta dando modo a Peccenini di liberare alla meglio. Insistevano i granata e andavano in vantaggio al 23': affondo rabbioso e potente di Sala, staffilata respinta da Conti, rimpallo su un difensore, pronto inserimento di Graziani e botta vincente sotto la traversa o quindi in rete. Passava un minuto e partiva Zaccarelli su tocco ancora di Graziani, ma sulla botta radente del centrocampista Pulici arrivava un attimo In ritardo a deviare nella porta vuota. La Roma, graziata, pareggiava al 27'. Cadeva dal cielo, non si può dire altro, una punizione per presunto fallo su Negrisolo, calciava Prati sulla barriera, ricacciava in area granata De Sisti e Negrisolo toccava in rete: la palla carambolava sulla faccia di Sala e ingannava Castellini. Ancora due attacchi giallorossi, poi 11 Torino tornava a comandare II gioco, ma ormai era tardi. Restava la rabbia per l'occasione perduta. Bruno Perucca Roma. Graziani osserva la palla che s'infila in rete: è il provvisorio 1-0 per il Torino (Telefoto a Stampa Sera)

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