Nuovo ruolo del pc atteso in Portogallo

Nuovo ruolo del pc atteso in Portogallo Dopo la vittoria dei moderati Nuovo ruolo del pc atteso in Portogallo (Dal nostro inviato speciale) Lisbona, 30 novembre. Il dibattito politico sull'indirizzo programmatico del nuovo corso «moderato» portoghese è in pieno svolgimento. Aspra o attenuata, secondo le parti in causa, la dialettica ruota con sfumature diverse attorno a un tema principale, il ruolo che il partito comunista dovrebbe svolgere nell'ambito della ristrutturazione che seguirà la chiarificazione militare ormai consolidata. E' una fase di ricerca strettamente collegata con gli eventi del 25 novembre: nel bene e nel male, il pcp resta la chiave di volta di qualsiasi soluzione, un dato di fatto sottolineato da tutte le componenti interessate a dare un seguito logico al sovvertimento provocato dal golpe estremista di Tancos. Su questo punto tutti sono d'accordo, dal presidente Costa Gomes, autoproclamatosi paladino della «legge e ordine», alla maggioranza delle forze armate, soddisfatte di essere riuscite ad eliminare le frange oltranziste, dai socialisti, che vedono premiato il discorso pluralista iniziato all'indomani della «rivoluzione dei garofani» di diciannove mesi fa, ai socialdemocratici, che rinserrano i ranghi nel timore di infiltrazioni dietro le quali potrebbe nascondersi la destra conservatrice. Ed è anche un'esigenza avvertita dai comunisti, che si chiedono se non sia giunto il momento di ammorbidire il massimalismo finora seguito, per sostituirlo con posizioni più adattabili alla situazione portoghese in modo da evitare il pericolo dell'emarginazione. «Il partito comunista deve scegliere: o accetta le regole del gioco democratico oppure deve confinarsi nell'opposizione». La frase, filtrata dal vertice militare tenuto questa notte a palazzo Belem, è significativa poiché riassume il pensiero condiviso dai Melo Antunes, Vasco Lourenco, dallo stesso Costa Gomes. Eliminati i personaggi ingombranti che si agitavano sulla scena militare (Otelo de Carvalho, Carlos Fabiao, Rosa Coutinho), ripreso il controllo delle forze armate, frazionate dagli eccessi della radicalizzazione politica, il Consiglio della rivoluzione in pratica lancia ima ciambella di salvataggio al pc invitandolo a prendere posizione, con o contro la volontà preponderante espressa dalla nazione. Da parte dei militari non c'è acrimonia. Lo si era visto chiaramente nella disputa sollevata dalla pubblicazione di un documento della federazione comunista di Oporto che sollecitava una dimostrazione a favore dei soldati progressisti coinvolta nel tentativo insurrezionale. Lo Stato Maggiore delle tre armi aveva replicato a botta calda, limitandosi ad una tirata d'orecchi del pc: il suo comportamento sarebbe «ambiguo e incomprensibile» perché essendo a Lisbona il partito, «uno dei responsabili della piattaforma politica dell'attuale governo», non potrebbe e non dovrebbe esprimersi contro se stesso nelle altre parti del Paese. D'altronde il ministro degli Esteri, Melo Antunes, era stato chiaro con l'accenno, evidentemente sgradito ai socialisti di Mario Soares, sull'indispensabilità della partecipazione comunista al ministero De Azevedo. Per Alvaro Cunhal è scoccata virtualmente l'ora delle grandi decisioni. Il compito non è facile. Oggi, militari e civili sollecitano il taglio del cordone ombelicale con Mosca, non più una doppia faccia del pcp, ma un suo contributo costruttivo alla realizzazione della democrazia socialista, senza prevaricazioni, senza forzature. Piero de Garzarolli

Luoghi citati: Lisbona, Mosca, Oporto, Portogallo