Loris Fortuna: "Radicali e femministe decideranno se rimarrò alla Camera,, di Loris Fortuna

Loris Fortuna: "Radicali e femministe decideranno se rimarrò alla Camera,, Roma: manifestazione per il referendum sull'aborto Loris Fortuna: "Radicali e femministe decideranno se rimarrò alla Camera,, Il parlamentare socialista, con Marco Pannella e Adele Faccio, ha lanciato duri attacchi contro pei, de, psi - Critiche anche per il settimanale "L'Espresso" • Giovedì protesta delle donne a Montecitorio Roma, 30 novembre. Più che una manifestazione in difesa del referendum per l'aborto, quella che si è svolta stamane al teatro «Adriano» di Roma è stata una violenta, furibonda requisitoria contro tutti e tutto: istituzioni, partiti, uomini politici, classe dirigente, giornali quotidiani e settimanali. Poco o niente si è salvato. Loris Fortuna, Marco Pannella, Adele Faccio, Emma Bonino e gli altri oratori socialisti, radicali, femministi non hanno certo smentito la loro fama. Anzi, l'hanno decisamente rinvigorita. Cominciamo da Loris Fortuna, tra tutti il personaggio più famoso. Padre del divorzio, primo firmatario di una legge per l'aborto, oggi più che mai al centro della polemica per la sua inesorabile contestazione all'accordo raggiunto dai partiti dell'arco costituzionale per una disciplina parlamentare sull'aborto che, se varata in tempo, renderebbe inutile il ricorso al referendum. Fortuna non ha dubbi: l'accordo è un pateracchio, la nuova legge una truffa, un «degradante tentativo di violenza del regime». Per protesta, si è dimesso dalla direzione socialista e da deputato. L'organo del suo partito e la Camera hanno respinto le dimissioni, criticando però i suoi attacchi al Parlamento. Alla direzione del psi Fortuna ita replicato oggi con critiche amare quanto implacabili: «Nel riaffermare la mia milizia attiva nel psi, devo dire chiaro ai miei compagni di partito che tutto quello che mi ha mosso e mi muove è la precisa volontà di salvare il psi da un gravissimo errore!». «Non è pericoloso — ha aggiunto tra gli ap¬ plausi dei 5000 presenti in sala — che ai primi concreti atti di compromesso storico si dia la dimostrazione di un'inefficiente e inadeguata risposta che legittimi un ruolo subalterno e sfiduciato del psi?». Alla Camera che ha detto «no» alla sua rinuncia al mandato parlamentare. Fortuna ha replicato con gesto in parte atteso, comunque del tutto inedito. Ha confermato le dimissioni, mù ha consegnato la lettera fatidica non nelle mani di Pertini, ma in quelle di Marco Pannella ed Adele Faccio, leaders del partito radicale. Saranno i suoi amici, saranno i movimenti che continuano a sostenere le sue battaglie, a decidere pubblicamente, martedì prossimo, se spedire la lettera o cestinarla. «Ho detto e ripeto — Ita spiegato Fortuna — che il problema delle mie dimissioni non deve essere personalizzato, non deve essere risolto nel chiuso di una stanza privata. Tra l'altro, è per me difficile ritornare, come se niente fosse, in una Camera che solo formalmente le ha respinte». «Io risolvo personalmente questa difficoltà — ha proseguito — in questa lettera con la data in bianco che consegno adesso ad Adele Faccio e a Pannella. In questa lettera riconfermo le mie dimissioni. Valutino i compagni. Non il "se", ma il "quando" inoltrarle lo decidano coloro che hanno con le loro lotte indotto foize rappresentate in Parlamento, paralizzate dalla paura e dalla insensibilità, a far fronte ai propri compiti e doveri. Lo decidano, di intesa con la nostra 'lega 13 maggio', il 'Cisa', il movimento di liberazione della donna, le donne socialiste e comuniste radicali e cristiane, che non vogliono più morire e uccidere per aborto clandestino. Ma al di là di questa questione rimane per noi tutti l'impegno di costruire nel Paese, e senza perdere tempo, l'alternativa al regime». L'impegno dei radicali e dei gruppi femministi, in vista dell'obbiettivo sicuramente non prossimo dell'alternativa, ha un primo immediato appuntamento. «Giovedì prossimo — ha annunciato Adele Faccio parlando dalla stessa tribuna dove, quasi un anno fa, venne pubblicamente arrestata — le donne andranno davanti al Parlamento per protestare contro le commissioni che riuniscono in seduta congiunta per iniziare il dibattito sulla legge truffa. Spero di vedervi tantissime. Se riusciremo ad avere forza trascinante, allora saremo donne davvero! E' la lotta per l'autogestione che stiamo portando avanti. E' la lotta contro l'autogestione che stanno portando avanti i vertici dei partiti». Tutti gli oratori (compresi due membri del comitato centrale socialista. Agnoletti e Rocella) non hanno risparmiato critiche non solo ai vertici dei partiti (soprattutto al psi e al pei, tacciati di ogni sorta di infamie vertieistiche e di «schizofrenie compromissorie»; ma anche a singoli personaggi. Il «j'accuse» più intransigente è stato quello di Marco Pannella: gli articoli della comunista Adriana Seroni sono «squallidi e menzogneri»; il giornale che li pubblica, «l'Unità», «illeggibile»; al pei ha rivolto ammonimenti e critiche: «Non si può vivere da sudditi nel proprio partito e poi promettere Stati liberi e socialisti!». L'attacco più duro Pannella e o . i e l'ha riservato al settimanale L'Espresso: «Quei falsi radicali dell'espresso, stanno tradendo non solo le battaglie che hanno iniziato insieme con noi, ma anche il loro mestiere». Sorte migliore, ma non troppo, hanno trovato i deputati Natta e Bufalini (pei), Signorile e Magnani Noya (psi), i repubblicani («Pronti a correre dovunuqe c'è una poltrona di potere») e la democrazia cristiana. «La de — ha detto Emma Bonino — che tra i tanti misfatti ha anche quello di 30 milioni di aborti clandestini in 30 anni di potere, come può ancora parlare! Come il pei può permettere che parli! Il referendum è traumatico per il Paese, e 30 milioni di aborti clandestini non sono traumatici?». Così, tra «pasticciate macchinazioni» (l'accordo per la legge) e « squaglia squaglia totali» (i deputati davanti alle responsabilità concrete) la gente dell'» Adriano » ha sfollato poco prima dell'una, ritrovando una grigia, uggiosa giornata autunnale. Luca Giurato

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