Sono stati sgozzati per vendetta da un rapinatore rimasto deluso?

Sono stati sgozzati per vendetta da un rapinatore rimasto deluso? Napoli - L'assassinio di un ex marittimo, di sua moglie e sua figlia Sono stati sgozzati per vendetta da un rapinatore rimasto deluso? La tragedia in un lussuoso alloggio - L'omicida ha portato via l'auto della famiglia e un cane - Un uomo si costituisce : "Li ho uccisi io", ma era un mitomane - Interrogato il fidanzato della ragazza : ritenuto estraneo si ostuc : o (Dal nostro corrispondente) Napoli, 9 novembre. La squadra mobile napoletana indaga sul triplice omicidio scoperto sabato sera in un appartamento di via Caravaggio. Tre persone sono state trovate sgozzate e orrendamente sfigurate. Due salme erano nella vasca da bagno: quelle del capofamiglia, Domenico Santangelo, di 54 anni, ex capitano di lungo corso, e della sua seconda moglie, l'ostetrica cinquantenne Gemma Cenname; un altro cadavere, quello di Angela, 20 anni, figlia del Santangelo e impiegata all'Inam da qualche mese, è stato rinvenuto nel letto, avvolto in un lenzuolo. L'assassino (o gli assassini?) è uscito dalla porta principale dell'appartamento, che ha due ingressi; ha chiuso dall'esterno con il mazzo di chiavi di Domenico Santangelo, è andato nel parco, è salito sulla «Fulvia» rossa della vittima, portandosi via anche un piccolo setter dei padroni di casa. Il massacro potrebbe essere opera di rapinatori entrati in casa convinti di non trovare nessuno, oppure di un folle. Non viene però esclusa la pista che potrebbe portare ad un triplice assassinio per vendetta. Domenico Santangelo era rimasto vedovo due anni fa. La prima moglie, Eleonora, morì improvvisamente, per un'iniezione sbagliata. Nel novembre dello scorso anno il Santangelo ha sposato Gemma Cenname, una donna ancora piacente, che fino a 49 anni è vissuta sola, in un appartamento al Vomero, in via Mario Fiore. Le indagini, condotte dal sostituto procuratore dottor Italo Ormanni, sono affidate al capo della Squadra mobile dottor Emanuele Lobefalo. j I j I Sono stati sentiti i condomini di via Caravaggio, il fidanzato della ragazza, Nicola Scerai, 24 anni, rappresentante di libri, amici e parenti delle vittime. Nessuno è stato fermato. Stamane alle 12 gl'inquirenti hanno creduto di essere vicinissimi alla soluzione del «giallo»: un uomo si è avvicinato ad una «pantera» della polizia, proprio vicino alla casa dov'è avvenuta la tragedia. Ha detto all'agente che era all'apparecchio radio: «Sono io l'assassino... li ho uccisi io». E' stato portato in questura. E' l'ingegnere napoletano j Giovanni Azzariti, padre di I due figli, che abita con la moj glie Maria in via Manzoni 161, a circa due chilometri dall'abitazione dei Santangelo. InI terrogato dal magistrato, è caduto in numerose contraddizioni. Gl'inquirenti hanno capito ben presto di trovarsi di fronte ad un mitomane. Due ore dopo il fermo dell'uomo, è arrivata in questura sua moglie, che ha chiarito ogni cosa. In serata l'Azzariti è stato rilasciato, ma deve tenersi a disposizione degli inquirenti. Le tre salme sono state sottoposte ad un primo esame: il dottor Canfora, medico legale, ha accertato che i tre sono stati sgozzati e ha confermato che la morte risalirebbe alla notte tra giovedì 30 e venerdì 31 ottobre. La macabra scoperta dei tre corpi sgozzati è stata fatta alle 20,30 di sabato sera. La polizia è intervenuta in seguito alla richiesta di un nipote dell'ostetrica, l'avv. Mario Zarrelli, che, dopo aver invano telefonato nei giorni scorsi, sabato pomeriggio si era recato in via Caravaggio, ma nessuno gli aveva aperto. Sono prima giunti i vigili del fuoco che, per introdursi nell'appartamento, hanno infranto i vetri di un finestrone, dopo aver tentato di buttare giù la porta a spallate. Da un balcone i vigili hanno visto enormi tracce di sangue. Si è allora capito che ci si trovava di fronte ad una allucinante tragedia, ed è stata chiamata la polizia. «Era brava gente — dicono i vicini —, non hanno mai dato alcun fastidio. Lavoravano tutti e tre. La ragazza usciva alle 7 del mattino, portava il cane in strada e poi andava al lavoro con la sua A112 ». I Santangelo non ricevevano che pochi parenti e il fidanzato della figlia, Nicola Scerai, 24 anni, venditore di libri per conto di un editore napoletano. Il giovane è stato fermato nella notte tra sabato e domenica. E' stato rilasciato all'alba, perché gli inquirenti lo hanno ritenuto estraneo ai fatti. « Non vedevo Angela da circa dieci giorni — ha detto il giovane. — Le ho telefonato giovedì scorso alle 8 di sera. Era a letto perché influenzata. Le ho detto che sarei andato a trovarla a casa il giorno dopo ». Venerdì sera, alle ore 19,30, lo Scerai ha suonato alla porta dei Santangelo, senza ricevere risposta. « Sono andato via — ha detto il giovane, quarto di nove figli di un pensionato dell'Atan —. Ho creduto che Angela fosse andata fuori con i genitori, perché non ho visto nel parco la Fulvia rossa del padre ». Nell'alloggio sotto a quello dei Santangelo abitano due famiglie: quella di Beatrice Putti, figlia del custode dello stabile, la quale nella notte tra il 30 e il 31 ottobre ha udito due tonfi sordi provenire dal piano di sopra; e quella di Caterina Simonelli, un'impiegata della Nato, che invece ha sentito un unico lancinante grido. Nessuno, però, ha dato eccessivo peso alla cosa, anche se questo sembra molto strano, perché nel palazzo — a quanto hanno raccontato i testimoni — vivevano tutte famiglie tranquille, e un grido e un tonfo avrebbero dovuto insospettire chiunque. Nulla di strano neppure per il fatto che i tre non si vedevano più in giro da un po' di tempo. a. 1. Napoli. I tre assassinati: Domenico Santangelo, la figlia Angela e la moglie (Tel.)

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