Tentano un 'estorsione all 'ingegner Baglietto

Tentano un 'estorsione all 'ingegner Baglietto Tre giovani arrestati a Varazze Tentano un 'estorsione all 'ingegner Baglietto Avevano chiesto 2 milioni al titolare dei famosi cantieri navali - "Se tieni a tua figlia devi consegnarceli" - Catturati dopo una telefonata Varazze, 9 novembre. Tre giovani sono stati arrestati nelle prime ore del mattino per un tentativo di estorsione all'ingegner Pietro Baglietto, 52 anni, via Santa Caterina 40, di Varazze, uno dei proprietari dell'omonimo cantiere navale, uno dei più prestigiosi d'Europa. Sono Franco Bonechi, 27 anni, nato a Castelnuovo Garfagnana; Santi Bardi e Giovanni Giusto, entrambi di 19 anni, nati a Genova-Sestri. Tutti e tre risiedono da tempo a Varazze, rispettivamente in via Brais 2, via Bianca 20 e via Piave 106. E' il terzo tentativo di estorsione compiuto a Varazze in pochi mesi. Il primo è avvenuto ai danni di un commerciante di elettrodomestici, il secondo nei confronti di una signora del luogo. Ambedue non sono stati condotti a termine per il timore di essere scoperti. I presunti autori di quest'ultimo invece hanno agito con determinazione anche se non è mancata l'ingenuità. Per tre giorni hanno messo l'angoscia nella famiglia dell'industriale (moglie e due figli) con vaghe minacce nei confronti della figlia sedicenne. «Abbiamo bisogno di soldi. Se tieni a tua figlia devi consegnarceli». Questa la prima telefonata ricevuta dall'ingegnere Baglietto, alle 21 e 15 di giovedì scorso. Poche ore più tardi, una nuova telefonata, dello stesso tono e con un'aggiunta finale: «Prepara i soldi, ti diremo dove dovrai lasciarli. Non avvisare i carabinieri». L'industriale, al mattino successivo ha invece denunciato il fatto ai carabinieri di Varazze che, al comando del maresciallo Contu, hanno iniziato la sorveglianza e contemporaneamente hanno ot¬ tenuto dal magistrato l'autorizzazione a mettere sotto controllo il telefono della famiglia Baglietto. Puntuale come un incubo l'indomani è arrivata una nuova telefonata. Dopo un lungo negoziato è stato concordato l'ammontare della somma: due milioni di lire che l'imprenditore avrebbe dovuto depositare poco lontano dal cantiere navale di sua proprietà che si affaccia sulla via Aurelia. E' scattato subito il dispositivo predisposto dal capitano Fenu, comandante della compagnia dei carabinieri di Savona. Mentre l'ingegner Baglietto depositava nel luogo convenuto il danaro, i carabinieri del maresciallo Contu e del nucleo investigativo e della squadra di polizia giudiziaria di Savona circondavano la zona. Sulla città imperversava un violento temporale con scrosci d'acqua e raffiche di vento. Poco dopo, un'altra telefonata: «Porta il danaro a Celle — intimavano al Baglietto — non ci fidiamo. Aspetteremo là». Il nuovo ed imprevisto spostamento veniva discretamente seguito dagli uomini del capitano Fenu che coordinava l'operazione. Dei malviventi però nessuna traccia. Ieri sera, con puntualità esasperante (alle 21 e 15), un'altra telefonata: «Hai fatto il furbo. Te la faremo pagare». Questa volta la comunicazione, anziché da una cabina pubblica come le altre volte, proveniva dal bar «Marilena» di via Piave, non molto lontano dall'abitazione di Giovanni Giusto. Un rapido controllo da parte dei carabinieri su chi era entrato nella cabina del locale portava i primi sospetti sui tre poi arrestati. I carabinieri si sono messi subito alla loro ricerca. Li hanno rintracciati mentre stavano rientrando a casa, in compagnia di alcue ragazze, con le quali avevano passato la serata in un locale notturno. Invitati in caserma, davanti alle precise contestazioni degli inquirenti e soprattutto ascoltando la registrazione delle loro voci, hanno finito per confessare. Si era fatta quasi l'alba. Franco Bonechi, Giovanni Giusto e Santi Bardi (quest'ultimo aveva presentato pochi giorni fa domanda di assunzione presso i cantieri Baglietto come ragioniere) sono stati condotti nel carcere di Savona. b. b. Tre giovani di sinistra aggrediti da neofascisti Genova, 9 novembre. (p. IJTie giovani militanti in un movimento dell'estrema sinistra sono stati aggrediti, oggi pomeriggio, nel centro di Recco, da una ventina di giovani neofascisti; sei aggressori sono stati fermati dai carabinieri, che ne stanno ora vagliando la posizione. L'aggressione ha avuto un prologo in mattinata, allorché i giovani neofascisti si sono radunati a Megli, una frazione di Recco, in collina, per assistere ad una messa in suffragio del neofascista ucciso nei giorni scorsi nel quartiere Prenestino, a Roma. Nel pomeriggio, gli estremisti sono scesi nella cittadina e, dopo aver girovagato per qualche tempo, hanno avvistato tre giovani di estrema sinistra li hanno circondati e picchiati.