Scudetto? È possibile se andiamo avanti così di Maurizio Caravella

Scudetto? È possibile se andiamo avanti così Lo dice Pulici, forse lo pensano tutti Scudetto? È possibile se andiamo avanti così Loda gli avversari e loderai te stesso (specie se hai vinto). Planelli dice: « Una grossa Inter. Veramente grossa: non dimenticatelo ». E alza Il dito indice In segno di ammonimento. Dato che qualcuno, però, potrebbe dimenticarsene lo stesso. Radice aggiunge: • Mi aspettavo un'Inter forte, sul campo lo è stata ancora di più >. Benìssimo: ma allora questo Torino, che si porta via i due punti con pieno merito e che non ha nessun motivo per ringraziare l'arbitro (anzi, qualche tifoso dice: « Indicateci la sua macchina, che ci pensiamo noi >), è giù uno squadrone? A questo punto Radice diventa più cauto e va avanti, come dì consueto, con I piedi di piombo. Se è euforico — e dovrebbe esserlo — si controlla bene. Niente dichiarazioni reboanti, non è nel suo stile. Chi vuol sentire parlare di scudetto passi un'altra volta. « Dopo questa vittoria — dice, calmissimo — il Torino non deve certo sentirsi la squadra del giorno. E. soprattutto, non deve addormentarsi. E' un successo importante, questo si, anche dal punto di vista psicologico. Graziani aveva ricevuto critiche un po' troppo severe, sapevo che sarebbe migliorato e oggi ha disputato la sua miglior partita stagionale: meritava un pizzico di fortuna in più, forse. Anche la difesa era stata criticata, aveva commesso Gualche ingenuità: contro l'Inter invece è anato tutto bene, il Torino si è espresso ai suol livelli migliori. Mi chiedete perché ho confermato Gorin? Perché mi splaceva lasciarlo fuori, meritava che.gli dessi l'opportunità di riprendersi. Il gol lo caricherà ancora di più ». // fatto è che Radice è abituato a rendere pubbliche la metà delle cose che pensa, forse anche meno (e non è certo un cattivo sistema, visto che ai tifosi granata non piacciono gli allenatori che promettono tanto e mantengono poco). Però quando, ad esemplo, il collega Boscione lo invita a parlare alla radio, Radice esa¬ gera un po' nel « non dire », perché spiega che inserirsi nella lotta per lo scudetto non rientra nei programmi del Torino. Una bella doccia fredda, per I tifosi che hanno la radiolina Incollata all'orecchio. Niente paura, però: è soltanto una questione di Interpretazione. Chiediamo a Radice di spiegarci quella frase e lui, abilissimo negli slalom dialettici, se la cava con un dribbling perfetto: * SI, nel nostri programmi non c'è lo scudetto, 10 ripeto. Però, se la squadra avrà continuità di rendimento, ad un certo punto potremmo anche trovarci 11, a lottare con le prime. E allora vorrà dire che ci saremo anche noi ». Lapalissiano. In sostanza I programmi si fanno per essere cambiati, se c è la possibilità di cambiarli. C'è però anche chi, anziché dedicarsi al dribbling, preferisce puntare dritto a rete, In tutti i sensi. C'è Pulici, Insomma, ciclone In campo e — a volte — anche fuori, visto che dice esattamente ciò che pensa, senza aggirare l'ostacolo. E Pulici pensa questo: « Adesso la continuità di rendimento c'è, la squadra non va più avanti ad alti e bassi. E allora, perché non dirlo Se continuiamo cosi, nel discorso scudetto ci slamo anche noi ». Ecco, per lui la parola scudetto non è tabù: e dato che II Torino vive sui suoi gol, è un parere che conta. Quando si metterà a segnare anche Graziani (e prima o poi dovrà pur succedere) dove arriverà questo Torino? I tifosi se lo chiedono, ma per ora soltanto Pulici risponde. Però si ha I Impressione che la mentalità vincente si sia ormai impadronita di tutta la squadra. Claudio Sala dice: « Per diventare uno squadrone ci mancava la costanza, viaggiavamo ad alti e bassi. Adesso, grazie a Radice, entriamo in campo e soppiamo esattamente ciò che dobbiamo e possiamo fare ». Graziani aggiunge: « Mi manca solo il gol, per il resto sono tornato me stesso. Il gol è importante, dite voi. Ma io dico che è più importante vincere ». Certo: molto più importante, se si gioca per la squadra e non per se stessi. Gorin, che Ieri ha segnato II suo primo gol in serie A, dice che, dopo tante critiche, gli pare di essere uscito da un incubo, e non stentiamo a credergli. Lombardo ammette di aver toccato con la mano il pallone che ha causato 11 rigore, ma assicura che è stato Boninsegna a spingerlo e che lui non ne ha colpa. Niente accuse all'arbitro, comunque: non conviene dopo una sconfitta, figuriamoci dopo una vittoria. Mozzini ha un forte dolore al ginocchio sinistro (distorsione?), Claudio Sala si è fatto male ad una caviglia In uno scontro, fortuito, con Zaccarelli. Due piccoli problemi per Radice, che però ora si gusta In pace la vittoria. Oggi sarà a Bardonecchla, dove spera che nessuno gli chieda se questo Torino può vincere lo scudetto. Maurizio Caravella Oriali alle prese con Z accarelli

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