Le otto vedettes del Regio Anni 80 di Giorgio Gualerzi
Le otto vedettes del Regio Anni 80 La selezione dei concorsi Le otto vedettes del Regio Anni 80 Non è davvero il caso di andare in giro per l'Italia, e tanto meno all'estero, alla scoperta dei nuovi talenti destinati a risolvere la solita crisi legata alla «successione generazionale» che nel teatro lirico esiste da sempre. Era sufficiente, mettendo da parte vetusti preconcetti di natura pseudo-culturale, accogliere l'invito che il Teatro Regio ha rivolto dal 14 al 30 ottobre e che il pubblico torinese, accorso in folla, ha mostrato di gradire moltissimo. Si trattava cioè di ascoltare, durante quattro concerti (diretti con passione e competenza da Fulvio Vernizzi), otto cantanti scelti fra i migliori espressi dai più importanti concorsi di canto svoltisi quest'anno in Italia. Quando, per esempio, dal soprano italo-americano Leila Cuberli si ascoltano pagine come «Tutte le torture» dal Ratto dal serraglio, la preghiera di Pamira daW'Assedio di Corinto e la prima aria di Giulietta dai belliniani Caputeti e Montecchi, ci si può già fare un'idea più che sufficiente delle notevoli qualità che la Cuberli possiede: timbro gradevole, gamma estesa, senso del chiaroscuro (anche se deve guardarsi dall'eccedere nei «piani»), predisposizione al canto legato e di agilità, e in più una bella figura che non le sarà certamente d'impaccio nel proseguimento di una carriera che si preannuncia fin d'ora assai brillante. Gusto, musicalità, intelligenza stilistica, sono anche le doti peculiari del baritono torinese Alessandro Corbelli, ventitreenne bravo allievo di Valdengo, cui non è difficile pronosticare un avvenire ricco di soddisfazioni se, oltre a perfezionare il registro acuto, saprà scegliere bene il repertorio e lasciare che il tempo lavori per lui. Non meno lieta, in considerazione della crisi che affligge la categoria, è la sorpresa rappresentata dal barese Luigi De Corato, altro baritono finalmente estraneo alla «scuola del muggito». Se invece dovessimo assegnare il primo posto per la voce più importante, saremmo in dubbio fra il tenore trevigiano Vincenzo Bello e il soprano romeno Gabriela Cegolea, entrambi però alla ricerca di un ubi consistimi tecnico che consenta loro di valorizzare al massimo, lui la non comune robustezza dei mezzi di stampo vagamente corelliano, e lei le calde vibrazioni di una voce intensamente suggestiva. Il soprano giapponese Emiko Maruyama (in fondo l'elemento più equilibrato nella sua piuttosto anonima correttezza), il gradevole tenore messicano Ramiro Yordi e la nostra promettente Laura Eoli completavano la schiera dei partecipanti a questa iniziativa del Teatro Regio la quale, a nostro avviso, non solo va incoraggiata ma anzi ampliata e potenziata: a patto s'intende che la proposta di lavoro offerta ai giovani non si esaurisca con il singolo concerto ma sia invece finalizzata in una seria prospettiva di utilizzazione secondo le capacità di ciascuno. Giorgio Gualerzi
Persone citate: Alessandro Corbelli, Cuberli, Fulvio Vernizzi, Gabriela Cegolea, Leila Cuberli, Luigi De Corato, Maruyama, Montecchi, Vincenzo Bello
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