In vent'anni Specchio dei tempi ha distribuito oltre sei miliardi

In vent'anni Specchio dei tempi ha distribuito oltre sei miliardi Una libera tribuna aperta a tutti i lettori In vent'anni Specchio dei tempi ha distribuito oltre sei miliardi Per la precisione: lire 6.155.572.756 - E' nato il 17 dicembre 1955 - Sempre primo nelle grandi come nelle piccole battaglie di idee - Ha dato vita a una delle opere di solidarietà più conosciute in Italia Specchio del tempi ha festeggiato I vent'anni con II « Notale dei bimbi ». Forse non c'era una manifestazione più adatta per dare risalto al compleanno di una rubrica che è nata per II popolo ed è aperta a tutti I problemi del lettori. Libera tribuna, tra le più famose d'Italia, ha ricevuto finora 820 mila lettere e ne ha pubblicate circa 30 mila. Non esiste confronto di Idee, battaglia per il progresso, argomento di dibattito, che non abbia trovato tempestiva accoglienza sulle sue colonne. Ma accanto alle grandi polemiche civili Specchio dei tempi ha saputo accendere giorno per giorno la fiamma della solidarietà: unj parola di conforto ai sofferenti, un sorriso sul volto del bambini, un aiuto a chi è colpito dalla sventura. Piccoli episodi quotidiani ignorati e trascinanti sottoscrizioni popolari in casi di calamità. Non c'è bisogno di tante parole; tutto quello che Specchio dei tempi ha fatto, è opera generosa del suoi lettori. Oggi presentiamo il bilancio della solidarietà: lire 6.155.572.756 raccolte e distribuite in vent'anni, di cui lire 651.332.023 nel 1975. In segno di omaggio alle migliaia di persone che ci seguono, pubblichiamo le prime due lettere che segnarono la nascita della rubrica il 17 dicembre '55. Il titolo era: un pensionato e un padrone di casa. Sono un documento e una prova dell'attualità dei temi su cui ruota la vita degli uomini. (Da La Stampa del 17 dicembre 1955). Abbiamo ricevuto da lettori le seguenti lettere: « Sono mutilato della gamba destra dall'età di 7 anni. Incominciai a lavorare da sarto quando avevo 12 anni a dieci centesimi al giorno e lavorai fino all'età di 44 anni, epoca in cui non ce la feci più per debolezza di vista ed altre malattie. Allora mi diedero la pensione: 65 lire o 90 centesimi al mese. Ne pagavo 46 d'affitto e avevo a carico mia madre settantenne. « Nel 1952 rivalutarono le pensioni di invalidità portandole a cinquemila lire al mese con le quali io devo mangiare, pagare l'affitto, il gas, la luce, Il portierato, ecc. L'altro giorno ho saputo che è stata modificata la legge del conguaglio e credevo che fosse una buona notizia. Purtroppo no, almeno per me e per la mia categoria. C'è un'altra cosa da dire: una volta ci pagavano ogni mese, adesso ogni due, in anticipo. In dicembre si riscuotono le 10 mila lire per Il bimestre gennaio-febbraio e altre cinque per la tredicesima. Con questi soldi devo andare al 15 di febbraio ed è già un sollievo: ho 5 mila lire più del consueto. A volte penso che I ciechi sono molto disgraziati perché non possono lavorare e non vedono niente, ma almeno loro prendono 12-14 mila lire al mese. « E' una triste terribile situazione la nostra. Ouando medito sulle sventure mie e di tanta altra gente come me, penso che noi siamo le foglie secche e inutili che rimangono aggrappate all'albero della società. Allora dico: se slamo le foglie secche portateci in piazza e fate un bel falò. Almeno non avremo il problema di tltrare avanti con una pensione di 150 lire al giorno >. Firmato: Michele Chlola - Sono un padrone di casa, ma può essere interessante vedere come lo sono diventato e come mi trovo. Nel 1926 ero operaio, ammogliato e con una bimba di pochi anni. Sognavo di avere una casetta mia. Allora feci con molto coraggio un grosso debito e mi feci costruire una casetta di cinque camere con giardino, in borgo S. Pietro a Moncalieri. Lavorai indefessamente con volontà tenace, senza godermi nemmeno un poco la vita, per pagare il mio debito e ci riuscii. • Adesso sono invalido del lavoro, da sei anni, e percepisco una pensione di 9950 lire al mese. A questa somma aggiungo le tremila lire al mese che percepisco per l'affitto della mia casa e riesco a tirare avanti. Ma qualche tempo fa mi ha chiamato l'Ufficio Distrettuale delle Imposte Dirette di Moncalieri e mi ha fatto firmare il verbale per il pagamento degli arretrati di lire 7800 relative al fitto annuo di lire 36.000 che ho percepito nel 1952. L'imposta corrisponde a quasi un mese di pensione. Come farò a pagarla? Dovrò sta- re un mese senza mangiare? lo, dunque, sono un padrone di casa che si è sacrificato tutta la vita al fine di avere due mattoni per andarci a stare da vecchio o per averne un giovamento finanziario. Non dico altro ». Firmato: Eugenio Alessi 10.000; Famiglia Botta 10.000; Maurizio e Marco 10.000; N. N. 10.000; Famiglia Cagnin 10.000; N. N. per gli anziani 10.000; Adrlana e Aldo 10.000; N. N. 10.000; Antonella e Marco 5000; Per i defunti di Ostellino Anna 5000; Losno Rina ved. Losno zia Anna e famiglia 5000; In suffragio dei genitori Annaratone 5000; In onore di Don Bosco e Papa Giovanni 5000; In memoria di Papa Giovanni, Annaratone 5009; In memoria dell'ing. Messori per una persona anziana e sola 5000; In memoria di Sineo Anna, G. B. 5000; N. N. 50C0; N. N. 5000; N. N. per gli anziani 5000; N. N. 5000; In onore di Papa Giovanni e ringraziamento, R. T. 5000; Abbonato B. V. 5000; N. N. per gli anziani bisognosi 5000; Luisa GIÙ in memoria dei suoi cari 5000; N. N. per gli anziani 5000; In memoria d6i miei cari morti 3000; Marco e Laura 3000; N. N. 2500; Pierina, ricordando la mamma 2000; Come da promessa a Papa Giovanni e S. Antonio R. B. 2000; N. N. 15000. (continua)

Luoghi citati: Italia, Moncalieri