Parla De Martino

Parla De Martino Parla De Martino Roma, 30 dicembre. Salvo ripensamenti o sorprese, i socialisti apriranno la crisi di governo subito dopo l'Epifania. E' una notizia improvvisa ma tutt'altro che imprevista, dopo il rinvio del viaggio di De Martino negli Stati Uniti e nel culmine della polemica tra le forze della maggioranza per il piano economico. L'annuncio — sia pure non formale ed esplicito — della crisi è giunto verso le 18, qualche ora dopo una distensiva, anche se assai ferma, conferenza-stampa del governo sui provvedimenti a medio termine. Al cauto ottimismo di La Malfa, Donat-Cattin e Andreotti sull'andamento del prossimo dibattito parlamentare sui decreti («siamo apertissimi a recepire emendamenti e controproposte») ha fatto da contrasto un po' brutale un lungo articolo di De Martino che apparirà sull'Avanti! di domani. In pratica, il segretario del psi chiede l'apertura della crisi anche se afferma d'essere assolutamente contrario alle elezioni anticipate. Dopo aver letto l'articolo «lanciato» dalle agenzie, abbiamo chiamato a! telefono De Martino nella sua casa vicino Napoli. «Prendiamo atto di una realtà — ci ha detto tra l'altro —: il 7 gennaio ci sarà una riunione della nostra direzione. Era stata convocata per questioni che riguardano il congresso. Ora le cose sono completamente cambiate». Il leader del psi ha confermato che il suo partito cercherà in ogni modo di evitare le elezioni anticipate. Sarà molto interessante vedere come. Non è un mistero pei nessuno, tra l'altro, che anche nel psi molti leaders sono favorevoli a uno scioglimento anticipato delle Camere. I motivi che hanno spinto De Martino alla decisione — anche se, è bene ricordarlo, da qui al 7 gennaio c'è ancora tempo — sono spiegati nell'articolo dell'Avariti!. Secondo De Martino, la situazione politica, dopo il 15 giugno, è diventata ancora più «incerta e confusa, sebbene il voto popolare avesse dato una chiara indicazione della quale il psi si fece subito interprete chiedendo una coraggiosa svolta di indirizzi di governo e una qualche forma di associazione dei comunisti nella maggioranza». Per il futuro governo, De Martino punta soprattutto su due circostanze: un adeguamento della de alle richieste del psi in materia economica e un appoggio, sia pure esterno, «magari non negoziato» (le parole tra virgolette sono sue) del partito comunista. Spetterà ora alla de e al pei, decisamente contrari alla crisi come del resto sindacati e imprenditori, replicare come e quando credono. Anche De Martino, alla direzione del psi dell'I 1 dicembre scorso, affermò d'essere contrario alla crisi: «Questo governo e questa de sinora non ci soddisfano, ma non è giunto il momento di una crisi. Ne riparleremo a primavera dopo i congressi psi, de e psdi». Di certo, non soltanto le motivazioni ufficiali, illustrate daH'«AuantJ/)) di domani, hanno spinto il segretario del psi a cambiare idea in meno di 20 giorni. Non v'è dubbio che nella decisione del leader, proprio in vista del Congresso, abbiano prevalso anche esigenze interne. Rischiava d'essere scavalcato a sinistra da Mancini? Oppure addirittura da Nenni, Giolitti e Craxi, da sempre favorevoli a farla finita con una situazione a loro giudizio insostenibile? E' troppo presto per dare una risposta precisa a queste domande, risposta che forse non sapremo mai. Stiamo ai fatti e torniamo 3.W «Avanti!». Dal 15 giugno — scrive De Martino — nonoLuca Giurato (Continua a pagina 2 in quinta colonna)

Luoghi citati: Napoli, Roma, Stati Uniti