Israele tratterà con i palestinesi e non con l'Olp di Giorgio Romano
Israele tratterà con i palestinesi e non con l'Olp Dichiarazioni di Rabin Israele tratterà con i palestinesi e non con l'Olp (Nostro servizio particolare) Tel Aviv, 27 dicembre. Il primo ministro Rabin ha dichiarato che Israele non negozierà con un'organizzazione terroristica come l'Olp, ma elementi palestinesi possono essere aggregati alla delegazione giordana con la quale il governo è pronto a trattare. Ha anche ricordato che, alla prima conferenza di Ginevra (dicembre 1973), sette degli undici delegati giordani erano palestinesi. Il premier ha ripetuto che non c'è posto per un terzo Stato, oltre a Israele e alla Giordania, e che l'artificiosa costituzione di questo Stato creerebbe un ulteriore elemento di tensione. Smentendo una notizia pubblicata oggi dal settimanale cairota Rose-el-Yussuf, Israele conferma che non parteciperà alle sedute del Con- siglio di Sicurezza del 12 gennaio, alle quali è stato invitato l'Olp. Precisando la posizione israeliana sui principali fronti, Rabin ha dichiarato che «a Nord, anche per giungere ad una soluzione di pace, non siamo disposti ad abbandonare le alture del Golan, sebbene non è necessario mantenere proprio tutte le posizioni attuali per raggiungere un confine sicuro e difendibile. Il nostro scopo è la pace, ma per raggiungerla occorrono stadi intermedi». Quanto al settore meridionale, Israele è disposto ad andare molto lontPno nel compromesso sul Sinai, «ma non ci accontenteremo della frontiera internazionale che esisteva tra Israele e l'Egitto, ed è necessario mantenere una congiunzione terrestre con Sharm-el-Sheik ». Per quanto riguarda l'area centrale, ha ripetuto che il governo in carica, come l'ultimo di Golda Meir, ha dichiarato la propria volontà di negoziare un accordo con la Giordania per un compromesso territoriale, ma, «se per addivenire ad un trattato di pace si dovessero fare delle rinunce territoriali in Giudea e Samaria, prima di concludere, il governo si rivolgerà al popolo attraverso un referendum». Secondo Rabin è prematuro, nello stadio attuale, tracciare delle mappe più precise: «Ogni persona intelligente in Israele, nel mondo arabo e in tutti i Paesi, deve comprendere il significato e l'importanza della volontà di pace e della necessità di confini riconosciuti e sicuri». Giorgio Romano
Persone citate: Golan, Golda Meir, Rabin, Rabin Israele
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