È morto Gallimard editore e protagonista della Francia del '900 di Alberto Cavallari

È morto Gallimard editore e protagonista della Francia del '900 È morto Gallimard editore e protagonista della Francia del '900 (Dal nostro corrispondente) Parigi, 27 dicembre. L'editore Gaston Gallimard è morto giovedì 25 dicembre a 94 anni. La famiglia ha comunicato la notizia a funerali avvenuti. Gaston Gallimard, la cui morte è annunciata con due giorni di ritardo dai giornali del pomeriggio, non è stato solo un grande editore. Il suo personaggio veniva dritto dalla seconda fioritura intellettuale della Terza Repubblica, e significava la sopravvivenza di una grande cultura ormai privata dei principali protagonisti. Dei grandi intellettuali apparsi nel primo Novecento, Matisse, Utrillo, Braque, Picasso, Gide, Rivière, non restavano che lui e Ohagall. Erano gli ultimi «pezzi» di una grande Francia ormai dissolta, legata alla famosa svolta del 1905, al rinnovamento culturale creato dalla rivoluzione dreyfusarda. Grande decennio Gaston Gallimard era nato a Parigi nel 1881 nel corso del primo «Rinascimento» culturale repubblicano, nella Francia dei Manet, di Renoir, di Zola, di Taine, di Gambetta. Suo nonno, un operaio venuto dalla provincia, era diventato imprenditore sotto Luigi Filippo. La ricca famiglia aveva però aumentato la propria fortuna collezionando Corot, Renoir, Van Gogh, Cézanne, e Gaston aveva vissuto la svolta del Novecento come un personaggio delle «cronigues» di Proust. Automobili, libri, quadri, vacanze a Deauville, teatri, critiche teatrali scritte per il Figaro e per il Journal amusant, formano il mondo di questo giovane borghese destinato a diventare protagonista del «grande decennio». Il suo destino si era chiamato Gide. Nel 1908 Gallimard conosce infatti Jean Schlumberger che, con un gruppo di amici iGide, Copeau, Ryters, Arnauld Montfort) si appresta a fondare la «Nouvelle Revue Francaise». Il gruppo degli amici poi si allarga, include LeonPaul Fargue, Valéry Larbaud, Marcel Proust, RogerMartin Du Gard e Gallimard partecipa nel 1909 all'uscita della rivista che ruota intorno al «cervello rigoroso di Gide». Basta leggere i diari di Gide dal 1909 al 1912 per ritrovare il clima intellettuale che forma Gallimard. La giovane rivista, discussa e stampata in rue d'Assas, s'impone per le sue scelte esatte, per la sua purezza letteraria, per il suo famoso «senso della pagina». Quando ci si chiede da dove venga la famosa continuità della Francia, che superò la crisi della grande guerra e si trovò negli Anni Venti con il suo splendore culturale intatto, si deve seguire il percorso di questa sigla celebre, N.R.F., che fu di Gide e Gallimard. Nel 1911, infatti, tre uomini del gruppo che gestisce la rivista, Gide, Gallimard e Schlumberger decidono di fondare ima casa editrice versando ciascuno seimila franchi. Nasce così la società «Nouvelle Revue Francaise - Librerie Gallinard». al celebre numero 31 di rue Jacob. Escono i primi volumi («Isabelle» di Gide, «L'Otage» di Paul Claudel, «La mère et l'enfant» di Charles - Louis Philippe ). Nascono i famosi libri bianchi filettati di rosso e di nero, dove accanto a Gide appare Alain, accanto ad Alain l'ultimo Péguy, qualche settimana dopo la sua morte in guerra. Si registra naturalmente qualche errore clamoroso: come il rifiuto di « Chez Swann » di Proust, lasciato all'editore Grasset, ma la colpa (che pare sia di Gide e di Schlumberger) viene riparata nel 1916 da Gallimard che ricompra i diritti da Grasset. Quando la guerra finisce, accanto ai libri di Larousse, di Flammarion, la Francia ha un corpo editoriale in cui si è travasata la grande nuova cultura del primo decennio, e spetta alla sigla N.R.F.-Gallimard fare quella gigantesca impresa di volgarizzazione che seguirà. Nel 1919, infatti, Gallimard, Gide, Schlumberger decidono di trasformare l'impresa amichevole in una vera e propria società anonima, organizzata commercialmente. Per trovare il capitale (850 mila franchi), Gallimard raccoglie anticipi da collezionisti d'arte, sottoscrizioni per edizioni di lusso. Così si salda la grande arte francese post-impressionista alla grande lettera tura che va da Gide a Max Jacob, da Proust a CocteauIl famoso « rayonnement » culturale della Francia, che si spegnerà solo negli Anni Cinquanta, passa per l'editrice di rue Gremelle. Scelia "gidiana" Il resto della storia di Gallimard fa parte di una espansione industriale straordinaria, ma che sarebbe di poco conto se non fosse preceduta e accompagnata da questa premessa. La stessa qualità dei libri successivi (la celebre Pleiade, la collezione d'arte diretta da Malraux) ha origi ne infatti da una scelta intellettuale, che si mantiene sempre «gidiana», rigorosa e che si perpetua successivamente attraverso le nuove generazioni fino a Camus). La forza di Galli mard fu infatti di essere sempre rimasto un intellettuale del primo Novecento, malgrado la fortuna industriale raggiunta nel secondo dopoguerra. La vera eredità che ha lasciato ai suoi figli, e al nipote Christian, il delfino, sta infatti in un messaggio che proviene dagli Anni Dieci e da una Francia oggi irripetibile. Alberto Cavallari

Luoghi citati: Alain, Francia, Parigi