Studentessa uccisa dall'eroina durante un "festino" a Firenze di Francesco Santini

Studentessa uccisa dall'eroina durante un "festino" a Firenze Un'americana di ventanni che era in viaggio attraverso l'Europa Studentessa uccisa dall'eroina durante un "festino" a Firenze Era la prima volta che si drogava - Ha agonizzato per due ore, ma i compagni hanno scambiato il suo rantolo per un "sonno profondo e disturbato" - Aveva detto; "Mi sento libera, voglio avere nuove esperienze" (Dal nostro inviato speciale) Firenze, 27 dicembre. Una dose di eroina, la prima della sua vita, e Cathy Tany Nadin, venti anni, studentessa americana in viaggio per l'Europa, è morta a Firenze. Poteva essere salvata, ma i suoi amici, confusi dagli stupefacenti e dal ritmo ossessivo di un long-playing non hanno capito che per la bella americana, appena iniziata alla droga pesante, si avvicinava la fine: un'agonia lenta, scandita dalla musica, scambiata per un sonno disturbato e profondo. Quando la morte è arrivata, nell'appartamento di via dei Palchetti, era l'alba, e gli amici di una notte avevano lasciato la casa attraversando il dedalo di stradette che alle spalle della centralissima via Tornabuoni congiunge il ponte di Santa Trinità a piazza Santa Maria Novella. Accanto a lei, stordito dall'eroina, era rimasto soltanto un giovane greco, Polidoros Poulopoulos, studente in architettura, 23 anni. L'aveva ospitata per qualche notte. Si erano incontrati, la settimana scorsa, in un bar di piazza Santo Spirito: la ragazza era arrivata da Londra. Subito si erano intesi e lui le aveva proposto una sistemazione nell'appartamento di via dei Palchetti. «Doveva essere una unione senza importanza, come tante altre », ha detto lo studente greco al magistrato, pur riconoscendo il fascino inconsueto di Cathy Tany Nadin, che nella fisionomia di giovane americana conservava intatti i caratteri mittel-europei della madre viennese. Con gli inquirenti, Polidoros Poulopoulos si è lasciato andare a qualche ammissione e soltanto oggi il sostituto procuratore Vigna ha potuto chiarire quanto è accaduto la notte del 25, in via dei Palchetti. Non è stata una ricostruzione semplice. Il magistrato ha ordinato l'arresto dello studente greco; subito dopo sono seguiti altri due ordini di cattura. In carcere, per stupefacenti, ci sono adesso, con Poulopoulos due giovani donne: Tamara Carletti, un'indossatrice fiorentina di 21 anni, ed una sua amica di Pistoia, Patrizia Guastini, di 26 anni. Per quest'ultima l'accusa è più grave: ha ammesso di avere iniettato, per endovena, l'eroi. na alla giovane americana. Dovrà rispondere quindi di omicidio colposo. Ma ai tre arresti altri potranno seguire: la polizia ricerca un giovane greco e la sua amica, mentre nessun provvedimento è stato deciso per un ragazzo sardo di diciassette anni, Alessandro Di Todaro, che ha trascorso la notte nell'appartamento. C'è infine, in questa storia tragica di droga, un noto professionista di Firenze, l'architetto Ernesto Nelli, molto conosciuto nei circoli sportivi della Fiorentina. Ernesto Nelli ha 64 anni. Interrogato per molte ore dal magistrato, è riuscito a dimostrare di essere entrato nella vicenda soltanto marginalmente: a chiamarlo in causa è stata la bella Tamara Carletti. Si è rivolta a lui ieri mattina. Appena pochi minuti prima, alle 7, l'indossatrice era stata svegliata dallo studente greco. Questi l'avvertiva che Cathy Nadin era morta e chiedeva aiuto. La ragazza è tornata in via dei Palchetti ed ha telefonato all'amico più anziano. Voleva un consiglio dall'uomo maturo che tante volte le aveva offerto la sua amicizia. Il professionista non ha perso tempo: si è vestito in fretta, ha raggiunto l'appartamento, ha chiamato la guardia medica. L'allarme, annotato sui registri, è delle 8,55. Due ore di intervallo. Quindi, subito dopo, ha preferito uscire di scena. « Ho fatto un'azione meritoria — ha commentato il professionista — non voglio comparire in questa storia dì ragazzi». Ma il magistrato ha voluto sapere di più e si è domandato come mai due ambienti tanto distanti possano essere venuti a contatto e perché l'architetto Nelli si sia limitato a chiamare un medico, senza avvertire la polizia. Il funzionario che in Questura ha la responsabilità della Sezione narcotici, Cimmino, dichiara: « Per capire il mondo degli stupefacenti a Firenze c'è da fare una distinzione netta: da una parte i giovanissimi, che dalle droghe leggere arrivano in alcuni casi all'eroina; dall'altro, gli ambienti più. esclusivi della città: qui è diffusa la cocaina, c'è grande riserbo, è un mondo sotterraneo che non riusciamo a penetrare». Questa volta, però, gli inquirenti credono che l'indagine possa avere degli sviluppi e molto sperano di ottenere da Tamara Carletti e dalla sua amica di Pistoia. Nelle loro case nulla è salutato fuori, soltanto una serie di lettere che sono all'esame della polizia. Alcune sono prive di importanza: è Tamara che scrive a Patrizia e le parla in toni affettuosi e inconsueti; in altre è Patrizia che risponde all'indossatrice con frasi dure e taglienti, di chi sa di guidare il rapporto. Né le due ragazze hanno negato la loro unione. Ma non è questo che interessa l'indagine: ciò che più potrebbe portare due ambienti diversi a congiungersi è la vita privata di Tamara Carletti, le sue amicizie, il suo ruolo nei rapporti con uomini più anziani. « Ma questa — dicono in Questura — è una inchiesta lenta e difficile, stiamo scavando a fondo nel passato di questa ragazza sconcertante ». Per la sera di Natale, invece, si sa ormai con precisione quanto è accaduto: una riu- nione di gruppo di giovani che si drogano, ascoltano musica, si caricano di stupefacenti per sperimentare sensazioni nuove e liberarsi di antiche difficoltà, d'insicurezze profonde. E' un ambiente che gravita tra piazza Santo Spirito e Ponte Vecchio, che la polizia conosce e segue negli spostamenti. « Vanno in Marocco, in Tunisia, altri arrivano ad Amsterdam — dice il capo della Sezione narcotici —. Portano in Italia quello che trovano ». Sono figure ambigue, a metà strada tra i consumatori e gli spacciatori. Cedono parte degli stupefacenti agli amici, il resto lo conservano per uso personale. Sono in genere droghe leggere. Ma alcuni dall'hashish passano all'eroina, entrano nel giro più grosso. « Si prestano, a volte — dice il dott. Cimmino — o fare i corrieri ». Parla della droga a Firenze, non è allarmista; appare, piuttosto amareggiato. «Non abbiamo i mezzi — dice — per arrivare al giro più importante: occorrerebbero uomini e quattrini ». Ricorda un'operazione del '74, e commenta: « Giungemmo allora a nomi di un certo rilievo, di un industriale in vista e del suo entourage. C'era anche un trafficante di buon calibro: tutti sono stati condannati, ma ora sono di nuovo in circolazione ». E' convinto che il trafficante allora come oggi, spacci droga, che l'ambiente non sia cambiato, e conclude: « Adesso lo spacciatore m'incontra per strada, mi saluta con ossequio. Ma cosa devo fare? Speriamo almeno che la nuova legislazione sugli stupefacenti arrivi presto ». Intanto, anche a Firenze la droga fa le sue vittime. E per Cathy Nadin il dott. Maurri, dell'Istituto di medicina legale, dichiara: « Abbiamo trovato un solo foro sul braccio della ragazza. Gli accertamenti sono ancora in corso; ci vorranno dei giorni, ma l'americana non ha mostrato i sintomi dell'intossicazione cronica ». Era alla sua prima esperienza, almeno per l'eroina. In questi ultimi mesi aveva lasciato gli Stati U niti e l'appartamento elegante della 71» Strada di New York. Ai suoi amici fiorentini, che le rimproveravano un certo snobismo, aveva detto: « A vent'anni, mi sento libera, voglio fare la mia vita, lontana dai miei. Per ora mi interessa viaggiare, avere nuo ve esperienze; poi farò le mie scelte ». Né aveva ritirato il braccio quando Patrizia Guastini le aveva mostrato la siringa. Una dose eccessiva d'eroina, una lunga agonia, mentre gli altri continuavano a «bucarsi», ad ascoltare musica. Patrizia aveva appena centrato la vena di Cathy Nadin che già le si avvicinava Tamara Carletti: chiedeva il braccio dell'amica per farla «viaggiare» assieme a lei, che già aveva avuto la sua dose. Gli altri a guardare, a fumare, a stringersi impauriti o eccitati. Qualcuno si è accorto che Cathy Nadin non stava bene: a rassicurare è intervenuto il suo amico greco: « Quando dorme — ha detto — è sempre agitata ». Francesco Santini sSiSsgd Firenze. Patrizia Guastini (in alto) e Tamara Carletti (Ansa)