Buenos Aires: 100 guerriglieri uccisi nell'assalto alla caserma di Livio Zanotti

Buenos Aires: 100 guerriglieri uccisi nell'assalto alla caserma Di notte, nel centro della capitale argentina Buenos Aires: 100 guerriglieri uccisi nell'assalto alla caserma (Dal nostro corrispondente) Buenos Aires. 26 dicembre. Il fallito assalto in forze dell'Esercito rivoluzionario del popolo ad un grande deposito di armi dell'Esercito argentino ha scatenato, nella notte dell'altro ieri, una battaglia campale appena fuori il centro di Buenos Aires. Almeno centocinquanta guerriglieri, dotati di fucili automatici, mitragliatori, bazooka e bombe a mano, si sono scontrati con numerosi reparti di granatieri, artiglieri, fanti di marina e polizia, appoggiati da elicotteri e aerei a reazione. Il conflitto è andato avanti, intensissimo, per circa sei ore, dalla tarda serata di martedì fino a notte inoltrata di mercoledì, lungo un fronte di 15-20 chilometri, in una zona densamente popolata. Il bilancio delle vittime è tragico: un centinaio di morti, la maggioranza dei quali sarebbero giovani guerriglieri, decine di feriti e un numero imprecisato di scomparsi, tra cui abitanti dei quartieri investiti dai combattimenti. Enormi appaiono le ripercussioni politiche, suscettibili di ulteriori conseguenze nelle prossime giornate. E' stata confermata la proscrizione del partito « autentico », fondato sette mesi addietro dall'ala sinistra del peronismo, vicina alle posizioni rivoluzionarie dei «montoneros». Decisa già nei gior¬ ni scorsi, la nomina di un commissario prefettizio alla provincia di Buenos Aires sembra sospesa. Il sindacalismo guidato da Lorenzo Miguel, capo delle « sessantadue organizzazioni » peroniste e massimo sostegno di Isabel Peróh, non sembra in condizioni di ottenere il defenestramento del rivale Vietorio Calabro, governatore della più importante provincia argentina e riconosciuto rappresentante di un folto nucleo dei lavoratori metallurgici. In sua aperta difesa infatti è intervenuto ieri il comandante in capo dell'Esercito. Rompendo ogni norma protocollare, il generale Jorge Videla ha fatto diffondere un comunicato in cui dà atto al governatore dell'impegno dimostrato dalla polizia provinciale e da lui stesso nel respingere l'attacco estremista di martedì, e lo ringrazia. Un atteggiamento analogo ha manifestato ripetutamente anche ii leader del partito radicale, Ricardo Balbin, sebbene proprio stamane la sua abitazione a La Piata, capitale amministrativa della provincia, sia stata oggetto di un attentato dinamitardo. L'azione condotta dalla guerriglia di Roberto Mario Santucho martedì scorso è senza dubbio quella di maggiore importanza realizzata fino ad oggi nella provincia di Buenos Aires. E' stata una vera e propria operazione mili- tare. Distaccamenti guerriglieri hanno svolto azioni di distrazione e di disturbo sui ponti che uniscono la capitale federale alla provincia industriale di Lanus e Avellaneda, hanno occupato i punti strategici sulle strade lungo le quali supponevano che potessero giungere i rinforzi al battaglione di genieri, presso il quale è concentrato un poderoso deposito di armi e munizioni. Nella caserma, posta al centro di un quartiere popolare, in parte disseminato di baracche, sono entrati poco dopo le 7 e mezzo del pomeriggio. Con un grosso camion hanno sfondato il cancello principale della guarnigione militare e si sono precipitati dentro in una trentina, Da altri punti del recinto gli stessi commandos hanno tentato l'irruzione. Ma in questo caso il successo non è stato possibile per la resistenza dei soldati. La sparatoria è divenuta rapidamente intensissima. Circa venti minuti dopo l'inizio dei combattimenti è intervenuta la forza aerea con elicotteri muniti di cannoncini leggeri e caccia a reazione, che sorvolavano a bassissima quota il complesso militare. Nella notte, le luci dei bengala lanciati dagli aerei hanno illuminato scontri sanguinosissimi. Sembra che dei quaranta o cinquanta guerriglieri penetrati all'interno dello stabilimento militare quasi nessuno sia riuscito a salvarsi. La repressione è stata durissima ed evidentemente assai più pronta ed efficace di quanto supponessero gli attaccanti. Forze della marina sono intervenute dalla vicina La Piata; da Palermo, sul lato opposto della città, sono giunti reparti di granatieri; la polizia federale ha bloccato tutte le vie d'accesso alla capitale federale, mentre quella della provincia affiancava gli uomini dell'esercito nei rastrellamenti della zona in cui più dura era la battaglia. Soltanto verso l'una del mattino il fuoco ha cominciato a decrescere di intensità. I morti sulle strade erano numerosi. E' difficile il compito di distinguere i cadaveri dei guerriglieri da quelli di ignari passanti, coinvolti nelle sparatorie. Secondo questi primi dati, che non è stato ancora possibile controllare del tutto, la sconfitta subita dalle forze guerrigliere è stata grave. Livio Zanotti

Persone citate: Calabro, Isabel Peróh, Jorge Videla, Lorenzo Miguel, Ricardo Balbin, Roberto Mario

Luoghi citati: Buenos Aires, Palermo