Brigatista rosso preso a Pavia lo ricercavano per una rapina di Franco Marchiaro

Brigatista rosso preso a Pavia lo ricercavano per una rapina Scoperto il "covo,, in un nuovo quartiere periferico Brigatista rosso preso a Pavia lo ricercavano per una rapina E' Fabrizio Pelli, 23 anni, di Reggio Emilia - Stava rientrando nell'appartamento ■ Caccia a una giovane donna che viveva con lui - Trovata l'attrezzatura per falsificare documenti (Dal nostro inviato speciale) Pavia, 26 dicembre. Un brigatista rosso è stato arrestato a Pavia, la sera della vigilia di Natale; l'hanno bloccato funzionari e agenti della questura mentre entrava in un appartamento alla periferia della città dove, in un nuovo condominio, le Brigate rosse avevano un covo. L'arrestato è Fabrizio Pelli, 23 anni; è nativo di Reggio Emilia, dove la sua famiglia abita in via Manara 8. E' definito « elemento pericoloso ». Era ricercato da alcuni anni, colpito da ordine di cattura per rapina, associazione a delinquere e porto abusivo d'arma; un ordine di cattura era stato spiccato nei suoi confronti anche dalla procura militare di La Spezia, per mancata presentazione al servizio di leva. «E' uno dei fondatori delle Brigate rosse — dice il questore di Pavia, dott. Bellotti — amico di Curdo e Franceschini ». Con i due e con un altro brigatista. Franco Troiano, era stato processato nel maggio scorso a Reggio Emilia per le rapine alla banca di San Geminiano e San Prospero, a Rubiera, e alle Casse di risparmio di Bibbiano e Scandiano. Franceschini, unico detenuto, era stato condannato a 12 anni di reclusione, Pelli, Curdo e Troiano a 10 anni. Il nuovo « covo » è stato scoperto casualmente nella serata di mercoledì 24 dicembre; tre ore dopo c'è stato l'arresto del brigatista, che stava rientrando. Fabrizio Pelli ha cercato di fuggire; bloccato, non ha opposto resistenza; non era armato (la rivoltella, con molte munizioni l'aveva lasciata nell'appartamento). Era sn Tito. « Come avete fatto a trovarmi? », ha chiesto al questore Bellotti e al dott. Cera, capo dell'Ufficio politico. Ha chiesto di incontrare un magistrato ma quando, accompagnato in carcere, è stato di fronte al sostituto procuratore dott. Dubolino non ha più parlato. Ha nominato difensore l'avv. Di Giovanni, di Roma, lo stesso che difende in Corte d'Assise, ad Alessandria, il brigatista lodigiano Massimo Maraschi, imputato per il sequestro dell'Industriale Vittorio Vallarino Gancia e per il conflitto a fuoco di cascina Spiotta ad Arzello d'Acqui, dove morì Margherita Cagol. Fabrizio Pelli viveva nel « covo » di Pavia con una donna. Saltuariamente ricevevano la visita di un amico. Nell'appartamento — due stanze, la cucina ed i servizi — erano tre brandine, volantini e manuali delle Brigate rosse, una perfetta attrezzatura per la falsificazione dei documenti e delle targhe per auto; poi banconote per quattro milioni, provento quasi certamente di rapine; una rivoltella e molte munizioni. Alcuni documenti, falsi, portavano la fotografia della stessa persona ma con generalità diverse. Le patenti di guida in bianco sono quelle rubate a Messina, le carte d'identità sono identiche a quelle trovate nel « cobo » di Baranzate di Bollate, dopo il conflitto a fuoco con Zuffada e Casalotto. In tasca il Pelli aveva un documento intestato a Maurizio Bianchi, al momento dell'arresto ha fornito altre generalità, poi è stato identificato dal dott. Piantone del Nucleo antiterrorismo della Lombardia. L'alloggio, di recente costruzione, in via Scarenzio, era stato affittato — un milione all'anno — da una giovane donna che al proprietario, l'agricoltore Luigi Casse, abitante alla frazione Scarpone, aveva detto di chiamarsi Anna Colombi (lo stesso cognome scritto vicino al campanello). Pelli usciva tutte le mattine, con una tuta da operaio e un involto sotto il. bcdpqrutoccrancSvti braccio; i vicini credevano che facesse il meccanico. La donna — piccola, magna, i capelli castani corti — stava quasi sempre in casa. Saltuariamente si vedeva un'altro uomo, con i bsffetti sottili, tarchiato: chi l'ha visto dice, ora, che potrebbe essere Curcio. Con gli altri inquilini del condominio Pelli e la donna, ritenuti marito e moglie, non avevano mai parlato. Avevano occupato l'alloggio a metà settembre, evitando di incontrare i vicini e di farsi vedere in faccia. Sono in corso le ricerche, a Pavia e altrove, della donna e dell'uomo che frequentavano l'appartamento di via Scarenzio. Franco Marchiaro Fabrizio Pelli